Mi e' capitato di leggere un libro di Ron Rosenbaum , l'autore de "Il Mistero Hitler" ottimo libro dove si ipotizzava che tutto l'antisemitismo di Hitler, la sua ferocia e diciamolo anche la sua supposta follia potesse essere un "recitare una parte" , che si chiama "La segreta parte della Fortuna" dove quindi il richiamo era a quel libro di un vecchio storico italiano Guglielmo Ferrero di cui sono un particolare cultore, dove si ipotizzava che anche per Napoleone Bonaparte potesse essere assunta l'ipotesi che l'inizio della sua folgorante ascesa nella storia potesse essere stata un "recitare una parte" che altri (nella fattispecie il Direttorio) avevano scritto per lui . Questa tematica del "recitare una parte" mi è, di questi tempi così controversi tra verità e menzogna, tra complottisti e negazionisti e oscuri misteriosissimi artefici di un non meglio precisato nuovo ordine sociale, molto accattivante e stimolante e se non fosse per le continue novità che la triste contingenza presenta (per lo più negative, alcune volte di vero e proprio sgomento) sarei andato oltre nel dettaglio del saggio che mi ero proposto di scrivere in proposito, incentrato su quella campagna d'Italia del '96/97 del giovane Generale Bonaparte ,che giustappunto l'originale, ma molto poco conosciuto storico italiano (ne ho spiegato altrove il perchè) ha affrontato a sostegno della sua tesi : ecco così ho fatto un po' una miscellanea tra i due autori, ricercando quel comune denominatore che fa si che la fortuna sia intesa piuttosto come un recitare, che un portamento effettivo e di solito applicata con modalita' molto similari ed una forte incidenza di istanze paradossali : il personaggio in questione ha difatti caratteristiche molto anonime quando non addirittura negative, una sorta di "uomo senza qualita' che solo la forte manipolazione di altri dietro di lui promuove a occupare posti e ruoli di prestigio e importanza. Rosenbau si occupa principalmente di Hitler, Ferrero di Napoleone : sul primo anche l'immaginario collettivo e qualsivoglia critica storica ammette che prima di diventare il fondatore del nazionalsocialismo e Cancelliere del Reich, nonche' Fuhrer, era uno squattrinato pittorucolo nonche' sottufficiale dell'esercito germanico durante la guerra: sul secondo invece quasi nessuno ne ha messo in dubbio le capacita' militari (nessuno tranne Ferrero e un paio di secoli piu' tardi il sottoscritto ) La verita', quella verita' che e' oramai da parecchi secoli, bandita dal consesso della storia, e' che nell'epoca del "tutto si compra, tutto si vende, tutto si baratta", ovvero nel pieno di quell'eta' dei "mercanti" e' che anche la veritra' e' equiparata ad una merce , ed ha quindi un prezzo, un prezzo che coloro che dispongono di maggiore denaro possono impunemente fissarne il valore, che prescinde spesso anche un po' paradossalmente, dalle caratteristiche di un personaggio scelto per interpretarne la parte ed indossarne la relativa maschera. Ferrero più di Fortuna parla nella prefazione del suo libro su Bonaparte nel '96, di "Avventura" un potente spirito di avventura che spinge l'uomo di appena dopo la rivoluzione industriale a ribellarsi all'equiparazione della sua essenza con quella della macchina e quindi lo rende inquieto, impaziente ma anche riluttante a sondare nuove esperienze, sicchè ecco che l'avventura si trova ad andare a braccetto con la fortuna o comunque con un non previsto della cadenza dei fattori di realtà che può provocarne il collasso e impensabili risvolti : e' proprio quello che è accaduto con Napoleone un mediocre ufficialetto senza alcuna azione di rilievo e che anche la sua nomina a Generale all'assedio di Tolone la dovette a Paul Barras,
Paul Barras |
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