mercoledì 31 maggio 2023

LIBERTA' "da".... LIBERTA' "per"

John Stuart Mill ideologo del principio bottegaio 
Troppo a lungo siamo stati condizionati da pseudo pensatori che il potere costituito ha fatto si che considerassimo esaustivi della complessita’ intellettuale in nome del principio economico . Si parte da Hegel che e’ un po’ il prototipo antesignano  di questo falso costrutto, e quindi si comprendono tutta una serie di cosidetti “economisti” che hanno infarcito il pensiero filosofico di questo nuovo principio mercantile (non a caso eta’ dei mercanti come indicato da Esiodo) facendo del mondo un unico grande squallidissimo mercato all’insegna di aggiornamenti  piu’ o meno utili  del vecchio “conto della serva”: i vari Smith, Say, Malthus, Ricardo, Bentham, Stuart Mill, non a caso quasi tutti di scuola anglosassone  e arriviamo oggi agli aggiornamenti intrisi di esasperata  tecnologia di supporto, di stampo soprattutto statunitense,  che ha fatto del mondo una sorta di enorme bottega dove le uniche cose che contano sono il commercio, i mercati, il denaro e l’unico valore mantenuto tra quelli che un tempo si scambiavano nella comunita’ è il “valore di scambio”. Lo hanno chiamato Liberalismo o Liberismo ed oggi con il passaggio del testimone tra la vecchia nazione bottegaia per eccellenza l’Inghilterra e quella nuova gli Stati Uniti (l’isola piu’ grande secondo una accezione del grande filosofo geo politico Carl Schmitt che nel suo saggio del 1942 “Terra e Mare” aveva correttamente distinto la storia del mondo tra civiltà telluriche e civiltà talassiche, le prime rappresentanti della tradizione, di una certa sacralita’ dello spirito, quindi della solidita’ dei principi che rappresentavano l’idea di  coralita  riassunte nel concetto di “Impero”, le seconde di cui ci basta annoverare le due nazioni bottegaie citate Inghilterra e USA, come rappresentanti di quel mondo senza confini, senza principi, senza limiti di cui e’ espressione la liquidita’ dell’elemento marino e quindi il commercio, i mercati, il lasciapassare del denaro). A suffragio di tale concetto comportamentale  e’ stato adottato  il termine ideologico-politico di “liberalismo” dove stride quel riferimento alla “liberta’ “ l’eleuteria della lingua greca,  cui pero’ uno dei ronzini di questa pseudo ideologia, John Stuart Mill  ha applicato la distinzione del termine liberta’ utilizzando i due termini ovviamenti inglesi di “Liberty “ e “Freedom” -  la prima difatti  espressa dal primo termine sarebbe una “liberta’ da”, ovvero una liberta’  da qualsivoglia legame sociale, da obblighi di  moralita’, di interdipedenza con altri esseri umani in una esaltazione parossistica dell’individualismo, dell’interesse personale, dell’egoismo del singolo  nel corrispettivo del denaro e della sua circolazione sui mercati per un commercio vincolato da un unico e solo valore : il citato “valore di scambio. Viene corretta l’antica massima di Protagora “l’uomo e’ la misura di tutte le cose” togliendo quel termine generico uomo e sostituendolo con “homo oeconomicus”  ovvero colui dedito solo alla compravendita, come essenza e  principio di tutte le cose.  Tale homo oeconomicus, ovvero  l’imprenditore, il banchiere, il bottegaio, spinto solo dall’avidita’ e dal proprio tornaconto diviene  il modello universale della ideologia liberale “da”  in quanto rappresentante univoco dell’etica del commercio e del mercato, quindi dcel denaro. Tutte le restrizioni legali, amministrative e sociali, non parliamo poi di quelle etiche, morali, di rispetto di tradizioni  debbono quindi essere rimosse per permettere al suo egoismo di affermarsi nel mondo sempre piu’ omologato appunto ad una generale bottega. In sostanza deve essere la mano invisibile del mercato  a condizionare e dirigere in toto questo processo di accaparramento di un singolo rispetto ai piu' e quanto piu' si osserveranno meno scrupoli e si faranno valere le astuzie del raggiro, della corruzione, della menzogna tanto piu' l'obiettivo e addirittura lo scopo, il senso di una vita saranno esaltate. Per dare ancora piu' senso a questa abiezione sempre Stuart Mill rincara la dose e introduce una nuova definizionde di liberta' non piu' Liberty ma "freedom" e la qualifica con una forte connotazione di dispregio come "Liberta' per" denunciandone la sostanziale inconsistenza per il meccanismo del mondo liberale fondato sul commercio. i Riferimenti insiti in tale altro tipo di Liberta', appunto la "Liberta' per", Freedom alla tradizione, alla lealta' financo ad aspetti di sacralita' correlate all'esistenza sono banditi come facezie e addirittura come ostacolo, impedimento al, per loro, svolgersi della vita umana  

sabato 13 maggio 2023

LA TRAGICOMICA FIGURA DI RIMBAM-BIDEN

Da questi tristissimi, squallidi tempi d'oggi emerge  la figura di questo anziano demente  Biden come epiteto di una figura tragica, che esprime perfettamente l’intima crudeltà e l'impietoso cinismo della politica liberale, le cui  linee generali le riporto nel presente articoletto: le situazioni imbarazzanti e tragicomiche in cui  Biden è coinvolto con cadenza quotidiana, in mondovisione, travalicano il concetto di “gaffe” - si
tratta difatti di impudiche esibizioni di un anziano, gravemente senescente, con una manifesta condizione di avanzato deperimento mentale, qualcosa che meriterebbe solo la pietà dei suoi cari : ecco  nonno Biden meriterebbe di trascorrere i suoi ultimi anni con dei cani da compagnia o magari dei nipotini, che, se sufficientemente piccoli, potrebbero trovarsi perfettamente a loro agio nelle sue patetiche esibizioni , invece no, ce lo troviamo quotidianamente spiaggiato in un’atroce rappresentazione di sfaldamento fisico e mentale, che ci rammenta mestamente l’inesorabile trascolorare del tempo e di ogni gloria mondana, ma anche il grado di perversione del capitalismo avanzato odierno con la sua prassi di liberismo mescolato al piu’ rigido comunismo (per intenderci di stampo cinese o al limite del leninismo della rivoluzione bolscevica e del regime staliniano). In un’epoca che mostra sempre più apertamente l’essenza del liberismo reale, così come i precedenti trenta anni avevano messo alle corde il sistema del comunismo reale, 
Biden è l’epitome del modo in cui il liberismo va a braccetto con il comunismo riassumendo le due cosidette ideologie nel nel melange del consumismo di mercato, laddove emerge la considerazione che questa unica prassi considera la politica : una manipolazione di marionette i cui fili sono tessuti e tenuti

fuori scena dagli interessi del capitale e mantenuti in vita con gli sgherri della sinistra, una sinistra si badi bene oramai piu’ che venduta al dio denaro.  Già, perché il fatto che Biden fosse un fantoccio  era chiaro come il sole da ben prima delle elezioni a chiunque avesse gli occhi per vedere Lo sapevano tutti…  si anche quelli del PD e del buonismo sinistrorso, e ovviamente anche lo stuolo sempre disponibile dei servi,  tipo  gli addetti ai mezzi di informazione di massa e a quelle specifiche professioni che potevano trarre enormi vantaggi economici dallo schierarsi senza onore e pudicizia dalla parte dei detentori di denaro e potere. In quell’unica medaglia con le due facce, quella lustrata dei bottegai e mercanti (liberismo)
e quella oscura sempre corrosa dall’invidia e dalla frustrazione dei comunisti e sinistrorsi in genere;  il problema del merito, del valore, della dignita’ ed anche della semplice competenza ed efficacia sono da questi  estremi rappresentanti del  "bottegaismo " della cultura anglosassone e ora americana,  non solo sconosciuti ma addirittura sistematicamente avversati. Per il liberalismo come per il comunismo il problema del merito e della competenza
  non si pone, perché il politico idealmente è semplicemente un prestanome, eventualmente con doti attoriali
attori e consimili come politici 

(da Reagan a Cicciolina, a Grillo a Zelensky esiste anche una brillante tradizione di trasferimenti diretti dallo schermo alla scena politica).
Ecco quindi spiegata la persistenza di Biden sulla scena del mondo : un individuo menomato e stolido  messo lì a recitare la parte  de “L’UOMO PIU’ POTENTE DEL MONDO”, “IL COMANDANTE IN CAPO” dello  impero americano del commercio, del mercato, del denaro in una malinconica inverazione del detto di Vespasiano "pecunia non olet". Possiamo dire “Paradosso e basta così “ - senza contro paradosso, che era un po’ la controparte di un mondo vissuto con quella certa alternanza tra  arbitrio e ragione. Un Biden, forse
figura un po’ piu’ tragica di altri epigoni di questa perversa prassi di potere nella melanconia della estrema vecchiezza debilitante, tipo chesso’ il nostro Draghi, un vile usuraio come ha detto qualcuno degli ultimi esponenti di una politica ancora non totalmente asservita al danaro, un mediocre ragionierucolo per dirlo con meno acritudine,  scelto come Capo del Governo e una marea di comprimari ognuno con una peculiarita’ fortemente debilitante (la sicumera pretestuosa di un Conte, la ignoranza di un De Maio, la psicopatologia ipocondriaca di uno Speranza, 
 l’inconsistenza di tutti gli altri membri del Governo e a corollario una serie di pseudo esperti fin troppo palesemente interessati solo alla mercede di un frequente apparire sui mezzi di comunicazione, a mo’ dell’eterno verso carducciano sul tirar le quattro paghe per il lesso”.
Un Biden come punta massima di perversione del sistema capital/comunista, questo perche’ per il liberale così come per il comunista, il servo interessato solo alla mercede, è semplicemente l’ultimo dei problemi, visto che il politico è solo l'ultima rotella di una catena di trasmissione dell'interesse del capitale alla propria moltiplicazione - anzi, se qualcuno dovesse avere delle idee proprie, questo potrebbe rappresentare un grosso  problema: si creerebbe difatti  un attrito nel passaggio dei contenuti dalla sorgente al ricevitore. Il ruolo del politico liberale è idealmente quello di megafono stipendiato dei "desiderata" di chi paga il conto delle elezioni. I
l nocciolo della politica liberale sta infatti nel trovare i finanziamenti, canalizzarli, e garantire che chi paga veda tutelato il proprio investimento. Il resto, elezioni, discussioni, ecc. è vissuto con fastidio, come superfluo folclore. Ed è
il sonno della ragione genera mostri
precisamente questa cosa che, altri stipendiati dagli stessi datori di lavoro, chiamano sui giornali "liberaldemocrazie occidentali", i 
 cui valori dichiarati ipocritamente eterni, siamo tutti chiamati a difendere costi quel che costi. Finche’ magari qualcuno non esca dal gregge e cominci a pensare con la sua testa, uscendo da quel sonno piu’ che dogmatico, che altro non ha fatto che generare i mostri del nostro quotidiano, impersonati giustappunto dalla melanconica figura di un Biden o dalle poco umane persone dei suoi padroni, i bottegai che da quasi settecento anni a questa parte si sono impadroniti delle leve,  non solo del potere, ma anche dell'essenza stessa dell'umanita' 


giovedì 4 maggio 2023

REPARTI E DIVISIONI D'ASSALTO

 


Da una astiosa polemica con un componente di un Gruppo relativo alla Grande Guerra  ho tratto queste notarelle  che hanno fatto chiarezza su di un periodo che era rimasto sempre oscuro sulla partecipazione a tale guerra di mio nonno omonimo Mario Nardulli. Curioso che quel tale componente mi abbia coperto di insulti per la mia modalita',  a parer suo, arrogante e presuntuosa di esporre  gli argomenti; curioso perche’ io ho sempre  candidamente ammesso di non essere un esperto di storia militare , ma solo un relativo conoscitore, molto emozionale e non tanto per motivi di vero interesse,  quanto per una somma di circostanze che fin dall’infanzia  mi ha fatto respirare un’aria letteralmente intrisa dell’atmosfera della Grande Guerra. I miei genitori, giovanissimi andarono,  ancora prima della mia nascita,  a vivere nella casa di mio nonno Mario in via Nicolo’ V dove tutti gli ambienti riflettevano quella atmosfera  che richiamava quell’allora non lontanissimo periodo (1915/18 - 1948);  dalle schegge di Shranpels che erano state estratte dalla mano e braccio destro di mio nonno nell’ospedaletto da campo a ridosso della prima linea del col della Borcola nella infuocata estate del 1916,  che facevano mostra in una vetrinetta in salone a fianco di medaglie annerite e dagli stinti e sfilacciati nastrini, alla cassetta militare che fungeva da porta bottiglie di sgnappa verace, qualche cordiale, una di Fernet Branca, una di “Strega”  e qualcuna di vino pregiato “Barolo e Amarone” .
La brandina da campo del Pasubio, del Grappa  sarebbe stata adattata a mia prima culla, quindi faceva spicco in ingresso il vecchio cappellaccio d’alpino  a falde larghissime con la penna bianca screziata del rosso del rossetto dei baci delle fanciulle che vi avevano accostato le labbra.  Ecco per fortuna che altri membri del Gruppo hanno al contrario di quell'interlocutore ostile, tratto occasione proprio dalle mie modalita’ espositive e forse chissa’ anche risentiti dal tono ingiurioso e tracotante riservatomi, di  trasmettermi grazie anche ad una indubbia preparazione sull’argomento di molto superiore alla mia, una serie di preziosissime informazioni sulla figura del familiare per me piu’ importante – ho redatto due altri articoli su questo stesso blog che riportano uno i tratti salienti, con ovviamente la mia risposta al figuro ostile, della missiva, l’altro sulle motivazioni anche psicoanalitiche (ecco la psicoanalisi si,  e’ un mio interesse primario ) del rapporto con il mio familiare e il condizionamento che ne ho avuto in termini di caratterialita’ e propensioni conoscitive. I nomi delle persone che mi hanno sostenuto sono parecchi, ma tre in particolare:  Manlio Colussi moderatore del Gruppo e mio vecchio amico di Udine con il quale anni fa ci siamo anche incontrati personalmente, discutendo amabilmente e, paradossalmente gia’ allora dissertando del livore e della tracotanza dello stesso personaggio che mi ha attaccato.  Paolo Pedri che mi ha trasmesso preziosissime informazioni sul battaglione Monte Suello e in particolare sul XXIX Reparto d’assalto alpino, Roberto Roseano che invece mi ha fornito altrettanto preziose informazioni sulla Divisione Speciale d’Assalto “A”
: ed ecco mescolate le “preziose informazioni” preziose ovviamente per me che riporto qui per fissarle e quindi poterci con facilita’ ri-accedervi   "gli alpini deI monte Suello che combattevano sul Pasubio aderirono al XXIX reparto d'assalto del Capitano Gambara e altri rimasero nel proprio battaglione dove vennero formati alcuni validi plotoni d'assalto (i cosiddetti arditi reggimentali). Entrambi i reparti nella primavera del 1918 si ritrovarono fianco a fianco negli stessi luoghi, in Val Lagarina, dove il fronte era relativamente "tranquillo" (eccezion fatta per i numerosi colpi di mano che vennero perpetrati). Quando a giugno vi era sentore che stesse per scoppiare la battaglia sul Piave, furono in molti a chiedere di potervi partecipare ed infatti i comandi autorizzarono una sorta di "drenaggio" a favore della Divisione A. Ed è qui , mi dice Paolo
Pedri,  che forse Mario Nardulli ottenne di essere trasferito sul Piave, temporaneamente distaccato dal suo Battaglione e al comando di una compagnia mitraglieri. Terminata la battaglia, è probabile che rientrò al reparto. Questa è solo un ipotesi ma secondo me plausibile, difatti  nel database del XXIX che sto gradualmente ricostruendo il suo nome non figura (non è una prova ma solo un indizio) e inoltre so per certo che le 4 sezioni mitragliatrici del XXIX non vennero toccate per lasciare il reparto integro ed efficiente. Anche Gambara, infatti, chiese al Generale De Albertis
Gen. Ottavio Zoppi

(XXIX CdA) di poter andare col suo battaglione sul Piave ma gli fu negato. Ecco perché ho pensato ad un ardito reggimentale del monte Suello che lasciò temporaneamente il suo battaglione per andare a guidare una compagnia mitraglieri (che, a questo punto, forse era "divisionale")... in ogni caso, suo nonno deve essere stato un uomo forte e intraprendente, che credeva fermamente in quello per cui combatteva. Un veterano, un "vecio", di quelli che hanno vissuto la guerra vera, sul campo. In quanto all’altro garbato interlocutore, Roberto Roseanao  mi comunicava che nella Divisione d’assalto “A” non c’erano reparti alpini  ed alle mie reiterate dichiarazioni di poca competenza su questi fattori di organici mi inviava gentilmente   l’organico giustappunto della Divisione d’assalto A  comandata dal Gen. Zoppi

mercoledì 3 maggio 2023

PRECISAZIONI NECESSARIE DI UNA SUGGESTIONE

 

ho sempre  candidamente ammesso di non essere un esperto di storia militare , ma solo un relativo conoscitore, molto emozionale e non tanto per motivi di vero interesse,  quanto per una somma di circostanze che   fin dall’infanzia  mi ha fatto respirare un’aria letteralmente intrisa dell’atmosfera della Grande Guerra. I miei genitori, giovanissimi andarono,  ancora prima della mia nascita,  a vivere nella casa di mio nonno Mario in via Nicolo’ V dove tutti gli ambienti riflettevano quella atmosfera  che richiamava quell’allora non lontanissimo periodo (1915/18 - 1948);  dalle schegge di Shranpels che erano state estratte dalla mano e braccio destro di mio nonno nell’ospedaletto da campo a ridosso della prima linea del col della Borcola nella infuocata estate del 1916,  che facevano mostra in una vetrinetta in salone, a fianco di una serie di  medaglie annerite, coi nastrini stinti e sfilacciati, alla cassetta militare che fungeva da porta bottiglie di sgnappa verace, qualche cordiale, una di Fernet Branca, una di “Strega”  e qualcuna di vino pregiato “Barolo e Amarone” . La brandina da campo del Pasubio, del Grappa  sarebbe stata adattata a mia prima culla, quindi faceva spicco in ingresso il vecchio cappellaccio d’alpino  a falde larghissime con la penna bianca screziata del rosso del rossetto dei baci delle fanciulle che vi avevano accostato le labbra. La sciabola e la fascia azzurra erano in ingresso a fianco di uno scudo di un guerriero Galla  e due lance, con un casco coloniale schiacciato,  che forse erano gli unici elementi di diversa atmosfera assieme ad un Naghile’ che pero’ era in sala da pranzo. A rigore anche la coramella appesa ad un grosso gancio nell’interno della porta del bagno, non era propria della Grande Guerra, così come la serie di rasoi a mano libera che facevano spicco assieme ad una pietra ben levigata, ma  l’atmosfera riprendeva alla grande in camera da letto, dove quasi tutte le foto appese erano appunto della guerra del 15-18, quella di lui in Cadore al battaglione Fenestrelle del giugno 1915 quando era Sergente allievo ufficiale, quella da Sottotenente di prima nomina al battaglione Vestone , alcune assieme a commilitoni tra cui l’occhio esperto avrebbe riconosciuto un giovane Gastone Gambara colle tre stelle di capitano sulla manica, il giornalista  Paolo Monelli  che era di un altro battaglione , mi pare l’Exilles, ma inquadrato nello stesso Gruppo del Monte Suello, quella infine di lui con baffi e pizzetto, il cappellaccio d’alpino con la  giubba aperta di Capitano dei Reparti d’assalto e sotto il maglione a collo alto, ma anche un altro paio che lo ritraevano piu’ anziano da Maggiore subito dopo la campagna  d’Etiopia e da Tenente Colonnello al Corpo d’Armata di Lubiana nel 1942.

Tutta la cosidetta mia passione per la Grande Guerra e' in verita' solo un riflesso, un riflesso di mio nonno che ha anche un  piu' profondo correlato : quello di rappresentare un ulteriore riflesso, quello di un inconscio molto poco abreagito, quale e' quello di una primissima infanzia che si e' andato ad appuntare su di una specifica persona. Che la prima guerra mondiale si sia in qualche modo appropriata di tale assunto e' invero alquanto paradossale: in linea di principio uno con le mie idee, con le mie convinzioni, con anche la mia caratterialità
 e complessita' dell'Esser-ci  Heideggeriano comprendente anche l'inconscio,  dovrebbe aborrire al massimo grado tutto quello rappresentato da quell'evento, ha fatto piazza pulita del mondo della Belle Epoque, quello si un mondo davvero a mia misura e passione, ha provocato  la fine della tradizione rappresentata in ultima battuta dai due grandi Imperi delle potenze dell'Europa  centrali, le uniche che ancora potevano rappresentare lo spirito delle potenze di terra contrapposte alle potenze di mare del mondo anglosassone e americano, secondo la correttissima visione del filosofo geo/politico Carl Schmitt, ha fatto trionfare i principi economici dei bottegai e garzoni che hanno annichilito ogni tradizione facendo leva su di un esasperato tecnologismo e mercimonio di ogni aspetto della vita umana, giustappunto elidendo persone come Schmitt, Junger, Evola, Pound Guenon per far emergere ronzini del pensiero e della azione come Popper, Soros  ed infine e' stata sporca, sordida, infame, ed anche vigliacca e traditrice in special modo nell'accezione del nostro Paese.  

LA MIGLIOR DIFESA E'.... "IL DISTACCO"

 

Questa notte dopo tanto, tantissimo tempo (minimo 6 anni)  ho sognato che dovevo dare gli esami di maturita’  e ovviamente ero gia’ laureato anzi bi-laureato (in architettura e in psicologia ); di solito questo avviene quando ci si deve cimentare in qualche nuova conoscenza o comunque in un apprendimento, e siccome la mia vita e’ stata sempre un “gli esami non finiscono mai “ ecco che il sogno in questione e’ stato piuttosto ricorrente . La novita’ del sogno di questa notte e’ che ero in compagnia di due miei antichi colleghi di lavoro Matteo Marino brillante dirigente dell’IRI ben ammanicato e quindi dopo il crollo dell’IRI negli anni novanta adeguatamente ricollocato alla Societa’ Ristrutturazione Grandi Stazioni e assegnato a quella di Roma, dove mi aveva prontamente convocato dato che ci legava reciproca stima e altissima considerazione professionale;  poco prima del nostro incontro pero’ era morto improvvisamente per un infarto ricalcando il destino di suo padre che era morto per lo stesso motivo e grosso modo alla stessa eta’-  Matteo aveva due anni piu’ di me era del ’46 quindi in quel 1994 o 95 (non ricordo bene ) aveva meno di 50 anni. L’altro era un altro dirigente della Italter Giuseppe Samperi cl. 1944 pure lui molto brillante e anche lui ben ammanicato, ma di cui dopo il 1993 quando l’Italter fu messa in liquidazione ne persi le tracce. Io giacevo su di un divano con la caviglia  gonfissima (la sinistra ) e c’era un altro personaggio, un infermiere che e’ una  conoscenza molto piu’ recente, di Fiuggi   che voleva assolutamente farmi una iniezione/infiltrazione sulla caviglia gonfia, ma io non glielo permettevo. Tutto questo ha precise correlazioni con le Leggi di Hamer specie per quest’ultimo aspetto del sogno la cui lateralita’ del gonfiore mette in relazione a persone di relazione parallela  (e’ ricorrente che quando mi sono trovato in situazioni in cui c’era da acquisire nuove conoscenze addirittura nuovi specifici, fa di riscontro un gonfiore di qualche arto (la mascella nel 1963 per gli orecchioni il giradito nel 1983 (processo di individuazione Junghiana con attivazione di archetipi inconscio collettivo) , con replica nel 2017 (5 Leggi Biologiche di Hamer) e nel 2018 non avendo ben compreso il messaggio e quindi recidiva sul ginocchio e al tendine di achille. Quello che invece giustifica  il significante proprio del sogno (ridare gli esami di maturita’) e’ la questione della nuova o diversa conoscenza quale si era evinta poche ore prima in una  discussione su FB in un Gruppo dedicato alla Grande Guerra con un vecchio mio contraddittore certo B.F. con il quale avevo piu’ volte litigato in passato, per un diverso modo di rapportarsi con lo specifico storico vieppiu’ limitato ad una singola guerra  dove io avevo candidamente ammesso di non essere un esperto di storia militare , ma solo un relativo conoscitore e per motivi non di vero interesse, ma piu’ che altro di tradizione familiare che fin dall’infanzia mi aveva portato a frequentare moltissime persone correlate all’atmosfera soprattutto di quella specifica guerra  incentrate sulla persona del nonno e omonimo : ufficiale degli alpini in trincea dal  giugno 1915 prima in Cadore, poi in Trentino sul 
Pasubio nel ’16, altopiano di Asiago nel ’17, passato nei reparti d’assalto sul finire del ’17 sul Grappa e poi sul Piave e sul Montello nel ’18 nella Divisione Speciale d’assalto A. Da questo assunto tutto sommato di modestia, alquanto inusitato della mia caratterialita’  si diparte quindi il sogno che e’ indice di una nuova modalita’ di rapportarsi con un evento, ma che invece di essere compreso ha fatto scattare la rabbia del contraddittore virtuale quel citato B.P. che ora ha assunto un altro prenome N.  e che mi attaccava in siffatta maniera come riportato nello scritto sottolineato : “ vede con lei ho già avuto modo di confrontarmi, confutando con riscontri documentali  (Mai avvenuto, anzi semmai e’ vero il contrario, come fu su Badoglio vero e proprio mito di efficienza e professionalita’ militare  per tale personaggio, il quale asseriva che l’inimicizia con Caviglia originava dalla vigilia della battaglia di Adua quando Baratieri convocò tutti i suoi comandanti di Brigata, Arimondi, Albertone, Dabormida ed Ellena, in cui i due si trovarono spettatori, ma non partecipanti, a rispettosa distanza come si conveniva ad un capitano ed ad un tenente. Ora un’altra guerra su cui sono abbastanza esperto e’ proprio quella d’Africa in eta’ umbertina (1885-1896), questo per il solito assunto sentimentale ed emozionale di aver conosciuto personalmente un reduce della battaglia di Abba Garima,che nel tragitto del treno Peloritano  tra Palermo e Roma fece una narrazione dettagliatissima  di tale battaglia  ed anche di alcuni risvolti essendo lui addetto al servizio di Stato Maggiore del corpo di spedizione che fino a poco prima era diretto dal Magg.Tommaso Salsa) per cui replicai subito con un 
lapidario “Impossibile Badoglio non ha partecipato alla battaglia di Adua ne’ tantomeno ad eventi precedenti in quanto e’ arrivato in Africa assieme al Gen. Baldissera che come e’ noto non fece a tempo ad intervenire per bloccare la sconsiderata azione di Baratieri .” Questo con tanto di documentazione avrebbe dovuto mettere fino a polemiche , ma da allora in poi nacque in tale interlocutore un odio sordido verso la mia persona (da studiare in psicoanalisi)  chissa’ forse perche’ gli avevo dimostrato di saperne di piu’ di lui sul suo modello/mito, ed ecco infatti anche a distanza di anni come rincarava la dose si insulti :
 le sue prese di posizione che sono espressione di sue personalissime considerazioni basate su
pettegolezzo, luoghi comuni e tanto altro che distorgono oggettivamente la realtà storica di quel conflitto, frutto di una visione ed interpretazione ideologica che appartiene al passato. Superficiale? Lei è tutto fuorché superficiale, ma è volutamente polemico, meglio esprime con i suoi commenti un arroganza polemica assolutamente indisponente,(povero me!) indulgendo con considerazione offensivive su persone e cose, e pretendendo di rappresentare verità assolute.Così su Badoglio, e tanto altro.Le sue prese di posizioni indisponenti, e anche diffronte all'evidenza lei va avanti per la sua strada.(Quale evidenza, mai avuto una benche’ minima confutazione tanto meno su  Badoglio e sul modo vergognoso di come si porto’ quale Cte del XXVII C.d’A.)  Ricorda la discussione su Caporetto? (Rimanemmo ognuno delle nostre idee, per me assolutamente negative sul personaggio e non solo per Caporetto, per lui grande generale, con pero’ la peculiarita’ di non avere mai vinto, se non la dubbissima impresa del Sabotino nel ’16))Siamo fermi, per quanto letto di recente da lei a Silvestri, e il discutere con lei non è servito a nulla. Accuse? Non sono la persona adatta per esperire accuse, le mie argomentazioni sono sempre motivate, e vede i paragoni con le scienze da lei indicate si commentano da sole, e la inquadrano esattamente per quello che è, anche perché argomentando al contrario, se lei si atteggia    (Ma come ho ammesso di non essere un esperto e informato solo quel tanto di qualche lettura  e tutta una serie di frequentazioni correlate a mio nonno e quindi informazioni e conoscenze squisitamente emozionali )così in questa materia, che è la Storia Militare, permettendosi divagazioni personalissime, e distorcendo la realtà storica ai suoi umori, immagino come lei si possa atteggiare in scienze che per sua convinzione dovrebbero essere esatte, a parte la psicoanalisi, che francamente tutto è che scienza esatta. (chissa’ quali sono le sue scienze esatte, certo non la fisica di uno Schrodinger o di un Bohr, di un Feynman , magari ecco la medicina di Pasteur, dei microbi, delle pandemie) Quindi io che mi occupo di Storia Militare da più di tretacinque anni sarei un coglione, (Mai detto, anzi l’ho più volte apprezzato per la indubbia preparazione storiografica sia pure senza alcuna originalita’ e priva di qualsiasi interpretazione personale ed anche per la varieta’ di documentazioni fotografiche ) ma sopratutto dovrei stare a sentire le sue farneticazioni, (le mie farneticazioni??? Ma ci rendiamo conto? Me lo sono inventato che Badoglio comando’ il XXVII Corpo d’Armata, che fu letteralmente travolto dalla offensiva nemica e che lui scomparve  lasciando le sue divisioni allo sbando provvidenzialmente inglobate dal contiguo XXIV corpo comandato, guarda un po’ da Caviglia? Mi sono anche inventato che Badoglio si dispose ad attaccare a Vittorio Veneto solo dopo quell’infamante  telegramma di Vittorio Emanuele Orlando “tra l’inazione e la sconfitta preferisco la sconfitta. MUOVETEVI!” Mi sono inventato che brigo’ per ottenere il grado,  prima di Generale d’Esercito e poi di Maresciallo d’Italia,  pur non avendo il requisito principale ovvero aver comandato una Armata in guerra? Invenzione anche che nominato al piu’ alto ruolo Militare istituito nel 1925 Capo di Stato Maggior Generale, ovvero di tutte e tre le FF.AA. fu di fatto il principale responsabile della disasttrosa preparazione giustappunto delle nostre Forze Armate  nella guerra del 1940. Ed infine mi sono anche inventato un evento che non abbisogna di alcuna connotazione se non una semplice data 8 settembre 1943, di cui lui e il Re furono l’incarnazione ?....  dando a queste piena dignità di fatti storici? Ma sopratutto qualsiasi cosuccia lei riferisca dovrebbe avere dignità di fatto storico, solo per il fatto che lei la abbia espressa sulla base di ricordi personali. Non funziona così. Lei è a modo suo arrogante nell' esporre le sue argomentazioni e glielo ho già scritto più volte, questi suo modo di atteggiarsi non mi garba, perché espressione di disprezzo verso tutto e tutti, utilizzando con disinvoltura memorialisti e aggiungendo ricordi personali, al solo fine di sminuire chi preso di mira. Mi dica che c'entra ora il buon Mambretti?  (ma come che c’entra?  nell’articolo che aveva ingenerato questa livorosa reazione e che non lo nego avevo preso l’abbaglio di scambiare il gen. Pecori Giraldi per il gen.Etna,  stavo citando alcuni aneddoti , ecco puramente emozionali e suggestivi del mondo e dell’atmosfera della Grande Guerra come le strofette “bomba c’e’, i cimiterini sulle maniche che erano il modo di come i soldati chiamavano i gradi degli ufficiali superiori e generali, e una espressione “toccarsi le stellette” che era la modalita’ consueta di come i soldati facevano gli scongiuri, ovvero toccarsi  con pollice e indice le stellette sul colletto, possibile con le uniformi di allora chiuse, molto piu’ difficile quando si diffusero le giubbe aperte con i colletti distanziati, e quindi usanzacaduta in disuso, ma ben rammentata da chi aveva 
 fatto la Grande Guerra. Ora parlando di sfortuna non si puo’ non citare il “buon Mambretti” come lo definisce N.P.  Generale perseguitato dalla fama di implacabile menagramo fin dai tempi della campagna di Libia,  richiamato in servizio da Cadorna, e nominato comandante della 6^ armata che guarda caso fu l’Armata protagonista della piu’ disgraziata delle offensive,  quella operazione K nota ai piu’ come “Battaglia dell’Ortigara” in effetti contrassegnata da una serie quasi inspiegabile di eventi avversi , ci sono una ridda di testimonianze che descrivono il terrore di soldati e ufficiali alla sola vista del Gen, Mambretti, ma quella piu’ importante e’ dello stesso Cadorna che ammette in una lettera alla figlia di essere stato costretto a silurarlo, giustappunto il “buon Mambretti”  non per demerito, ma proprio a causa di quella fama  che faceva si che giustappunto dalla piu’ sperduta delle trincee al caffe’ Dorta il caffe’ di Udine frequentato dagli Ufficiali dello Stato Maggiore detto “il Trinceron del Dorta” fosse un continuo di vedere gente in uniforme di qualsiasi grado  con pollice e indice sul colletto, oppure armeggiare giu’ in basso nelle tasche dei pantaloni …. Continuiamo :    
Se il suo modo di argomentare poteva andare bene sessanta anni fa oggi fa semplicente sorridere. Vede lei critica, sminuisce, irride, banalizza per partito preso, da lei qui non ho mai letto una, dico una, considerazione costruttiva, un contributo costruttivo alle discussioni, solo ed esclusivamente pettegolezzi e luoghi comuni, critiche e considerazioni personalissime sempre fini a se stesse. Ma sopratutto lei chi è per esprimere giudizi sarcastici come quello sopra postato? Non prendiamoci per i fondelli, i "cimiterini" che nel testo di Monelli, da lei ad minchiam citato Perche’ poi “a minchia” ? Monelli era commilitone di mio nonno in un Gruppo Alpini che comprendeva i battaglioni Exilles, Susa, M.Berico e M.Suello, e poi intimo amico, l’ho conosciuto anche io, fa parte anche lui di quel corredo emozionale che ho asserito essere alla base del mio interesse per l’argomento della Grande Guerra…. al battaglione , hanno un loro preciso significato, e vanno necessariamente contestualizzati al racconto, lei invece, li vuol maldestramente e strumentalmente piegare a sue considerazioni, ribadisco del tutto fuori luogo. Se lo dice lui …Tutto ciò per esprimere sue considerazioni personalissime che ci cala dall'alto, bontà sua, ad un solo ed eslusivo scopo: fare becera polemica. Il suo è un monologo trito e ritrito. Giudizi severi? Ribadisco, lei chi è per esprimere giudizi? Faccia pace, credo che lei sia in avanzata età, con il mondo, e scenda da quel trono che si è autocostruito autoreferenzialmente a lei come a tutti della sua generazione, assolutamente incapaci di affrontare la realtà e barricati dietro un intellettualismo da operetta, con atteggiamenti sempre caratterizzati da giudizi diretti a contestare il nostro mondo, a lei manca la pars costruens. La finisca di conseguenza con questo intellettualismo di facciata, ribadisco, citando autori dotti, al solo fine di dimostrarci che lei è al di sopra di tutto e tutti, che lei è il dotto e noi dovremmo stare a sentirla, e che la rappresentano esattamente per quello che è.Oggi è la volta di Sausurre, domani di chi? (se magari ci aggiungesse una “s” ….va beh suvvia che vuoi pretendere ?) lei non è in grado di consigliarmi nulla, perché a sua volta lei è il nulla  (hai capito io sono il nulla? Gli rispondo con una citazione di uno che lui non sa neppure di dove e’ di casa , stante l’ironia, la cultura , l’anticonformismo:  “amo il nulla, e’ l’unica cosa su cui so tutto!”e le sue considerazioni aria fritta. Ciò che non va è lei, non è la società che la circonda, da Caporetto al Covid, ma il suo atteggiarsi nei confronti di questa con una superiorità assolutamente fuori luogo. Pars costruens e non solo destruens, che a lei fa profondamente difetto, mi creda”....Interviene nella discussione Manlio Colussi Moderatore del Gruppo che dice “ Mario Nardulli ora Mircea Fulcanelli per quanto mi riguarda è e resta un ottimo conoscitore della storia... un po spigoloso ma piacevole da leggere. Ed io gli rispondo grazie Manlio , ma non ti preoccupare le critiche di quel personaggio come ti dissi a suo tempo di persona, non solo non mi toccano, ma mi procurano grande ilarita'. E poi passo a rispondere al mio accusatore …..  non mi spreco neppure a risponderle, tanto la metterei in crisi sulle sue pseudo conoscenze inesatte, come quella volta di Badoglio e la sua partecipazione alla battaglia di Adua . In verita’ sono  le sue conoscenze cosi’ esattine, circostanziate  senza polemiche, ossequiose delle versioni ufficiali  che sono trite e ritrite,  che per fortuna,  specie con le ultime buffonate in tutt'altri settori, in primis quello sanitario hanno sempre piu' gente come me che va alla ricerca della verita' /ci metterei la mano sul fuoco che lei e' uno di quelli crede ai virus e batteri di Pasteur e neppure ha mai sentito nominare Bernard, Bechamp, Rife, non parliamo neppure di Hamer, e oggi stara' ineggiando alla guerra santa pro Ucraina , con giudizi di anatema su Putin e di lode sul RimbaBiden e tutti i suoi burattinai dalle grandi multinazionali prima del farmaco ora degli armamenti ispirate dalla cialtronesca teoria Popperiana e del suo esecutore Soros (la trista Open Society) . Vedo che mi sto inutilmente scaldando, non mi urta come si urta lei al mio cospetto di verita' e obiettivita' , anche perche' ci sono abituato a gente come lei, sapesse quanto ne ho incontrate a cominciare dai corsi di catechismo del lontano 1956 dal quale fui allontanato con l'epiteto di blasfemo perche' osavo parlare di peccato originale e del non riscontro della resurrezione di cristo. Noto che lei ha tratto occasione di attaccarmi solo in virtu' di un mio marchiano errore , quello di aver scambiato Pecori Giraldi con Etna (credo la prima volta che ne abbia fatto uno in campo militare vero e non costruito dai bollettini a mò di quelli napoleonici . Una boutade scherzosa anche per allentare la tensione che secondo me e' alquanto fuori luogo. Lei sara' furente e mi copre di ingiurie io me la sto qui ridacchiando e fumando la pipa, allora veniamo alla boutade : lei mi contesta la critica e somma di giudizi negativi su generali italiani a cominciare da Fanti, Cialdini, La Marmora, Govone Cadorna padre e figlio (meno il  nipote) e quasi totalita' della classe militare italiana, e non e' che poi vada cosi' controcorrente specie tra storici dotati di una certa credibilita' (i suoi disprezzati Del Boca, Silvestri, Salsa, e non ci metto quelli piu' feroci tipo Lussu, Malaparte, o cito un testo tipo Gorizia tu sei maledetta di cui ho spiegato in vari articoli che come Bella ciao trattasi di un falso costruito a tavolino da membri del Nuovo Canzoniere Italiano per il festival dei Due Mondi del 1964)..... non oso pensare che cosa direbbe se leggesse quello che penso di un generale come Napoleone Bonaparte di cui ho fatto una serie di articoli su riviste tipo Riflessi Storici e su miei blog in particolare della prima campagna d'Italia 1796/97, dove sostengo con dati alla mano che tutte le sue vittorie erano gonfiate e frutto di manipolazione e che quindi Napoleone e' solo un grande bluff come d'altronde quasi tutto della storia che quattro bottegai con i loro garzoni hanno voluto impartirci a cominciare dalla data fatidica del 1348. Va beh, qui andiamo ben oltre la storia della Grande Guerra e capisco che abbia difficolta' a seguirmi , anche perche' ribadisco il mio assunto che il mio interesse per una cosa così parziale e limitata come la Grande Guerra per di piu’ sul solo fronte italiano e’ solo emozionale e di carattere tradizional/familiare. Sono diversi e ben piu’ dilatati gli interessi veri, quelli sui quali mi profondo in studi, letture, ricerche e documentazioni, la storia in generale, la filosofia, ma non certo quella banale e tutto sommata fuorviante di un filosofo come Hegel che con le sue scempiaggini tipo “cio’ che è reale e razionale e cio’ che e’ razionale e’ reale” e la banalita’ della sua dialettica  ha avvelenato l’epistemologia  dando adito a sequel davvero disarmanti tipo lo squallido pensiero economico dei vari Smith, Malthus, Say e soprattutto  Marx, o anche la psicoanalisi da lei tanto disprezzata che considero magari nelle sue accezioni piu’ promettenti tipo la seconda topica freudiana e la pulsione di morte o la retorica dell’inconscio di marca Lacaniana fino all’inconscio come insiemi infiniti dello psicoanalista cileno Ignacio Matte’ Blanco . Pensi un po’ come siamo messi proprio agli antipodi:  lei si trastulla coi bollettini, bugiardi come quelli napoleonici  e magari i severi resoconti dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito su di qualche battaglia di una unica guerra,  io considero la psicoanalisi unitamente alla teoria biologica di Hamer e qualche considerazione in proiezione della fisica quantistica del tipo la teoria delle Stringhe e la supersimmetria che la regolerebbe,  gli unici spiragli di luce in un mondo immerso nelle tenebre della menzogna, della montatura e dell'interessato raggiro.

IL RISVEGLIO DELLA RAGIONE NEL FUTURO ANTERIORE

  Io un buon libro di di saggistica lo leggo mediamente dieci quindici volte, con punte di oltre cento e magari duecento, per saggi davvero ...