lunedì 29 aprile 2024

IN MORTE DI BENITO

 

Dopo il 25 aprile e le sue magagne parliamo del 29 che e’ il giorno in cui venne ufficializzata la morte di Benito Mussolini (inutile andare dietro a tutte le versioni che nel corso degli anni sono stati avanzati su tale morte : fucilazione immediata subito dopo la cattura, fucilazione durante la notte in cui lui e la Petacci erano stati rinchiusi in un casolare con tanto di possibile colluttazione, doppia fucilazione l’ultima sui cadaveri,  quella indicata a Giuliano di Meszzegra, quindi una vera e propria teoria di esecutori materiali,  dal celeberrimo Colonnello Valerio che alcuni hanno identificato in Walter Audisio altri addirittura nello stesso Luigi Longo  tra i comandanti piu’ importanti dei comitati del CLN,  assieme a Parri, Cadorna e Mattei, quindi un certo Lampredi e addirittura 50 anni dopo a meta’  degli anni novanta un certo Lonati con compiti di cripto spionaggio sulla documentazione del carteggio Churchill-Mussolini. Insomma a ben vedere non si sa come raccapezzarcisi, di certo rimane solo che il 29 aprile Mussolini era morto e comincio’ la lugubre esposizione della sua salma nel vergognoso evento di piazzale Loreto : orbene  ma le troviamo giustificate tutte queste contraddizioni, forzature e anche drammatizzazioni in relazione al personaggio ? Beh ! direi proprio di si! Mussolini nel bene e nel male non e’ certo un personaggio  che per la storia e’ passato indifferente, senza farsi notare, e lo stesso vale per me con tutto che non l’ho mai amato. Quello che innanzi tutto non mi e’ mai piaciuto di lui e’ stata la provenienza  dalla sinistra, per la precisione la sinistra piu’ estrema e poi il suo alto grado di scendere a compromessi che gia’ e’ piuttosto evidente nella sua militanza nel Partito Socialista , e che diverra’ plateale con  lo scoppio della Grande Guerra e le piroette in merito all’intervento o non intervento, per intenderci dalla neutralita’ assoluta senza se e senza ma dei primi giorni dopo l’attentato di Sarajewo, come si evince da un suo articolo sull’Avanti del 26 luglio 1914 di cui si trasmette un estratto: "Abbasso la guerra"del 26 /7/14  Nel caso deprecato di una conflagrazione europea, qual è il posto dell’Italia Accanto all'Austria contro la Francia?  Noi non sappiamo quali siano i patti segreti di quella Triplice che fu così precipitosamente rinnovata dai monarchici all'insaputa e contro la volontà dei popoli, sappiamo solo e sentiamo di poterlo dichiarare altamente, che il proletariato italiano straccerà i patti della Triplice se essi lo costringeranno a versare una sola goccia di sangue per una causa che non è sua.Anche nel caso di una conflagrazione europea, l'Italia, se non vuole precipitare la sua estrema rovina, ha un solo atteggiamento da tenere: neutralità assoluta.   O il governo accetta questa necessità o il proletariato saprà imporgliela con tutti i mezzi. È giunta l'ora delle grandi responsabilità. Il proletariato d'Italia permetterà dunque che lo si conduca al macello un'altra volta? Noi non lo pensiamo nemmeno. Ma occorre muoversi, agire, non perdere tempo. Mobilitare le nostre forze.  Sorga dunque dai circoli politici, dalle organizzazioni economiche, dai Comuni e dalle Provincie dove il nostro partito ha i suoi rappresentanti, sorga dalle moltitudini profonde del proletariato un grido solo, e sia ripetuto per le piazze e strade d'Italia: «Abbasso la guerra!». È venuto il giorno per il proletariato italiano di tener fede alla vecchia parola d'ordine: «Non un uomo! Né un soldo!» A qualunque costo! e che portera’ appena tre mesi dopo  al famoso articolo del 18 ottobre  ultimo intervento del nostro sull’Avanti  “dalla neutralita’ assoluta alla neutralita’ attiva e operante ” per sfociare all'espulsione del Partito Socialista  e alla uscita del nuovo quotidiano Il Popolo d'Italia, che proprio il Governo francese ne  aveva permesso la fondazione con cospicui fondi al patto pero' di farsi l'emblema stesso dell'interventismo  nlla guerra a fianco di francia e Inghilterra. in verita' la formulazione del principio della neutralita' attiva e operante era certamente ben congegnata  e c'era la concreta possibilita'  che potesse essere accettata dalla dirigenza del Partito Socialista  : era difatti una posizione  che non precludeva
dogmaticamente l'intervento  ma nello stesso tempo poteva benissimo farsi interprete del diffuso senso di pacifismo e non solamente del Partito. Insomma poteva benissimo rappresentare un antecedente  del famosissimo "parecchio" di Giolitti del gennaio 1915,  solleticando un certo attendismo che in fin dei conti era quello che  voleva il Paese, ma i soldi che oramai gli arrivavano dalla Francia resero Mussolini sempre piu' audace, che a questo
punto non tento' alcuna azione di compromesso e lascio' che lo espellessero dal partito per titolare  difatti "audacia" il suo primo articolo sul novello giornale Il Popolo d'Italia  del 15 novembre 1914  e il testo di cui riportiamo alcuni stralci e' oltremodo violento, bellicoso che non lascia spazio ad alcuna conciliazione    "Oggi – io lo grido forte – la propaganda antiguerresca è la propaganda della vigliaccheria. Ha fortuna perché vellica ed esaspera l’istinto della conservazione individuale. Ma per ciò stesso è una propaganda anti-rivoluzionaria. La facciano i preti temporalisti e i gesuiti che hanno un interesse materiale e spirituale alla conservazione dell’impero austriaco; la facciano i borghesi, contrabbandieri o meno, che – specie in Italia – dimostrano la loro pietosa insufficienza politica e morale; la facciano i monarchici che specie se insigniti del laticlavio, non sanno rassegnarsi a stracciare il trattato della Triplice che garantiva - oltre alla pace (nel modo che abbiamo visto) - l’esistenza dei troni; codesta coalizione di pacifisti sa bene quello che vuole e noi ci spieghiamo ormai facilmente i motivi che ispirano il suo atteggiamento! Ecco il voltafaccia è completo, il grande tradimento consumato: l'uomo della neutralità assoluta non si vergogna di gridare il suo invito alla guerra.  Proprio con le vicende personali di questo Mussolini ai suoi quasi esordi  nel ruolo di uomo di guerra e di compromesso, valutiamo quanta importanza possa rivestire il denaro e la corruttela. Si e' detto che questo, ancora agli esordi,  Mussolini sia stato estremamente abile  a condurre  il lettore alle sue tesi di traditore e di spudorato voltafaccia,  smontando le contraddizioni del suo medesimo percorso intellettuale ad una ad una, quasi un esercizio di  prova tecnica di persuasione di massa che egli ripetera' nel corso di tutta la sua vicenda politica e umana, ma a me pare questo il persuadere di masse di idioti, di gente che non riesce a discernere i propri interessi e giustappunto finira' per perdere la vita tra le trincee del Carso  nell'immediato futuro e piu' avanti sempre ascoltando la parola fallace e bugiarda di Mussolini ad accettare disposizioni da operetta,  leggi razziali, a legarsi al carro di improbabili alleati e nuovamente a consumare la propria  vita tra gli  assolati deserti africani,  il fango della Grecia, le  distese gelate della Russia. 
Questa di una supposta abilita' di Mussolini, ovvero gli scritti cafoni, l'oratoria magniloquente e sbruffona e' 
un’altra caratteristica che detesto del personaggio, sia l'uno che l'altra  sono state definito graffianti, incisivi, atto a convincere, e quindi  estremamente efficaci;   a mio parere e’ solamente lo stile grezzo, magniloquente e sensazionalista del piazzista,   grezzo, tipico di una societa’ frustrata e con enormi complessi di inferiorita’ e questo vale non tanto per le classi piu’ diseredate, quanto per quelle che potremmo definire dirigenti : una dirigenza da cui traspare oltre alla frustrazione anche una congenita ignoranza e assoluta mancanza di raffinatezza;  purtroppo c’è da dire che e’ uno stile che ha fatto scuola e specie quando si attraversano periodi di difficolta’, quali ad esempio quelli della recente farsa pandemica del 2020-2022, si risveglia,  e’ uno stile che torna di moda, si chiude la discussione con un categorico “PUNTO!” come faceva spesso il capo del Governo della prima falsa emergenza  o qualcuno dei suoi sgherri  come il Ministro Speranza che si permetteva anche di imporre i dettami di comportamento , il tristemente noto “tachipirina e vigile attesa” oppure il “vi renderemo la vita difficile come stiamo facendo” di ulteriori sgherri dell’apparato politico e anche del potere amministrativo, militare e anche consultivo dei vari consulenti cosidetti esperti,  che continuavano a lanciare anatemi  dalla televisione in trasmissioni pilotate, dai social  tacciando coloro che contestavano le massicce vaccinazioni di veri e propri insulti “vi staneremo casa per casa e vi faremo fare quello che vogliamo noi “ come asseriva il Presidente della Regione Romagna e persino un Generale a tre botte improvvisatosi uno stratega non da tavolino, ma da iniezione da vaccino . Eh si questa e’ una indubbia eredita’ di Mussolini che a parte qualche sollecito epigono tipo Starace, Muti, o gerarchetto di provincia, per fortuna nel suo Partito  non fece questo grande proselitismo: Grandi, Balbo, Bottai, Suardo, Federzoni anche Ciano e non parliamo D’Annunzio che magari fascista non possiamo etichettare, ma certamente di certe idee si, erano persone non solo intelligenti, ma anche raffinati comunicatori e senza dubbio persone che non avevano mai bisogno di scendere all’anatema o all’alterco,  persone che, come purtroppo abbiamo visto abbondano tra le fila della cosidetta sinistra   sempre in questi ultimi anni utilizzando al peggio  in comunanza al frasario,  gli strumenti della nuova tecnologia informatica e dei cosidetti “social” 

 

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