mercoledì 26 giugno 2024

LE PAROLE DEL MAESTRO: "LA DEMONIA DELL'ECONOMIA"

 

nel libro di cui a fianco Julius Evola  parla espressamente di " DEMONIA DELL'ECONOMIA" nel senso  che essa esprime  l'idea che  nella vita sia individuale che collettiva,  la cosa di gran lunga piu' importante, addirittura fondamentale,  e' il fattore economico e rappresenta qualcosa di normale e ottimale  e non la piu' grande aberrazione dell'uomo. "siffatto carattere di sovversione " dice Evola nelle pagine del suo saggio "e' presentato tanto nel marxismo quanto dal suo apparente antagonista, il capitalismo: E' l'assurdo  peggiore di quello di chi oggi presume di rappresentare  una "destra"  politica  senza uscire dal circolo buio e chiuso  della "demonia dell'economia, entro cui sia il marxismo che il capitalismo , insieme ad una serie di gradi intermedi, si muovono. Ecco qui Evola centra ancora una volta il problema di fondo sul quale mi sono sempre  battuto che comunismo e capitalismo, magari per quest'ultimo usiamo il termine piu' filosofico di liberismo, siano in sostanza le due facce di una stessa medaglia. Evola rincara la dose e ci avverte "cio' (le due facce di una stessa medaglia) dovrebbe essere tenuto ben fermo da chi oggi si schiera contro le forze di sinistra :  nulla   e' piu' evidente che il capitalismo moderno e' sovversione quanto il marxismo - identica  e' la visione  materialistica della vita che e' alla base dell'uno e dell'altro, identici  qualitativamente  sono gli ideali di entrambi, identiche sono le premesse legate ad un mondo il centro del quale  e' costituito dalla tecnica, dalla scienza, dalla produzione, dal rendimento  e dal consumo. Finche' si parla solo di classe economiche,
di profitti, di salari, finche' si credera' che il vero progresso umano sia correlato ad un particolare sistema di distribuzione della ricchezza e dei beni di consumo e che in genere esso abbia a che fare  con la ricchezza o la indigenza, non sia sara' neppure sfiorato l'essenziale di una giusta, corretta e libera condizione di vita. Il punto di partenza   dovrebbe essere  invece la negazione recisa  del principio formulato dal marxismo, e tutto sommato perfettamente accettato dal liberismo, che riassume l'insieme della piu' perversa delle sovversioni ovvero che "l'economia e' il nostro destino", si deve invece affermare senza mezzi termini che tutto cio' che e' economia, commercio, profitto, interesse, mercati e unico valore circolante quello di scambio,  l'umanita' restera' imbrigliata in una condizione  servile, subordinata appunto a questi meccanismi di scambio tra le funzioni di servo e padrone in una ottica sempre e solo bottegaia, dove come detto l'unico valore che conta e' quello di scambio di prodotti economici all'insegna della deificazione del denaro, mentre tutti i valori che un tempo prima dell'avvento dell'era mercantile (o bottegaia) si scambiavano,  quali tradizione, lealta', onore, dignita' gerarchia, comando, imperium, sono inesorabilmente adombrati quando non addirittura cancellati. Mi accorgo di cambuare un po' le parole del  Maestro, piccole correzione, qualche termine sostituito, ma quello che non viene meno e' di certo lo spirito, il senso dell'intero discorso, che appunto ci   impone di non fare alcuna sensibile distinzione tra comunismo e liberismo, giustappunto due facce di una stessa medaglia. "Dov'e' che al giorno d'oggi..." ! si domanda Evola "...si combatte la giusta battaglia? Quistione sociale e problema politico  stanno perdendo  sempre piu' ogni significato superiore per definirsi sulla base delle condizioni  che vengono assolutizzate e sciolte da ogni piu' alta esigenza.  Il concetto di  giustizia lo si riconduce  all'uno o all'altro sistema di distribuzione  dei beni economici, il concetto di civilta'  lo si misura con quello di produzione  e di questo non si sente che parlare : lavoro, rendimento, classi economiche, salari, proprieta' privata, rivendicazioni. Per gli uni e per gli altri  sembra davvero non esistere null'altro al mondo. Per il marxismo magari qualcos'altro esiste, ma solo a titolo di sovrastruttura,  dalla parte opposta  si ha un maggiore
pudore ad esprimersi in termini così drastici ma di fatto l'orizzonte non e' poi così differente : lo standard e' sempre quello economico, l'interesse centrale e' sempre l'economia, l'unico valore circolante rimane il valore di scambio. Tutto cio' attesta una vera e propria patologia della civilta', per cui quello che veramente si necessita  e' di un mutamento radicale di attitudine , respingere fermamente  ogni premessa materialistica  e fare ritorno a quella tradizione laddove il fattore economico abbia solo un carattere accessorio e di marginalita' nel contesto di una societa' davvero libera. Non quindi il valore di questo o quel sistema economico  deve essere messo in discussione, ma quello dell'economia in genere come scienza  teorica e prassi politica. Se ne deduce  che  la stessa antitesi di tipo hegeliano tra capitalismo, o meglio tra liberismo  e comunismo va relativizzata e considerata come pseudo antitesi;  l'antitesi vera riguarda piuttosto un sistema nel quale l'economia e' sovrana  e un sistema nel quale essa   ha un ruolo  marfinale rientra in un ordine dove ben altri sono i valori di fondo.

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