domenica 7 luglio 2024

LIMITI IN PROGRESSIONE

 «L’antica leggenda narra che il re Mida inseguì a lungo nella foresta il saggio Sileno, seguace di Dioniso, senza prenderlo. Quando quello gli cadde fra le mani, il re domandò quale fosse la cosa migliore e più desiderabile per l’uomo. Rigido e immobile il demone tace; finché, costretto dal re, esce da ultimo fra stridule risa in queste parole: ‘Stirpe miserabile ed effimera, figlia del caso e della pena, perché mi costringi a dirti ciò che per te è vantaggiosissimo non sentire? Il meglio è per te assolutamente irraggiungibile: non essere nato, non essere, essere niente. Ma la cosa in secondo luogo migliore per te è morire presto» (F. Nietzsche, La nascita della tragedia) Eccolo in sintesi il concetto di vita, quale si era andato fissando nel  pensiero di un mio caro amico, condizionato o meglio affascinato dalla lettura del libro  di cui sopra (ottobre 1963), ma che aveva  i suoi prodromi ancor prima, molto prima, da quando forse rimase conquistato dalla cultura dell'antica grecia e del suo "caro agli dei è colui che muore giovane", della scelta di Achille, non considerando il pentimento riportato nell'XI Canto dell'Odissea, di un giovanilismo riportato nell'arte, nella scultura nella poesia...di un Mimnermo ad esempio
Mimnermo e la traduzione di Quasimodo
. In genere la vita non si perita di convenire con le tue aspettative e finiamo tutti per assumere i panni di tanti Diodato "che a fare i conti si era sbagliato" Così la vita  si puo' rivelare o incredibilmente piu' corta, o magari a volte,  sensibilmente piu' lunga contravvenendo il principio di Sileno. Ricordo bene che il primo limite ottimale  di quel mio amico era stato nei diciassette anni di vita, influenzato piu' dal latino e dal famoso anagramma XVII - VIXI superato il quale gli rimase con poca convinzione il ventinovesimo anno , che ad un nuova superamento (la fine dei "v-enti " e l'entrata nei trenta. Questo mio amico era per l'intanto divenuto un grosso appassionato di filosofia che aveva arricchito con un considerevole interesse nella psicoanalisi freudiana, ma con larghe aperture anche a quella Junghiana, sicche' i trentacinque anni passarono indenni in quanto ad aspettative di "fine" superate dalle istanze della funzione trascendente e del famoso processo di individuazione appunto Junghiano con tanto di attivazione degli archetipi dell'inconscio collettivo : Persona. Ombra, Anima. % anni di pausa ed ecco ripresentarsi il limite sul fare dei quaranta anni "l'onta degli -anta"  che invece sarebbe passata indenne, ma con anzi un rinnovato ardore dovuto a nuove conquiste di tutti i generi : culturali del tipo la nozione di inconscio come insiemi infiniti grazie allo psicoanalista cileno ignacio Matte' Blanco, la sistematica lettura di Essere e Tempo di Heidegger, fisiche in soggettiva per via di esercizi e nuove tecniche quali lo Yoga, il Tai ti Quan, sociali come raggiungimento di determinati obiettivi di lavoro e relazionali in quanto contrassegnati da una sorta di dominanza dell'elemento sessuale femminile.....un qualcosa che  se ne era bellamente infischiato dei cinquant'anni anche se c'era stato quel passaggio di millennio che un po' cabalisticamente era stato denotato come limite massimo di vita, grazie anche ad un episodio del lontano 1960 : via dei Cavalleggeri atmosfera della Olimpiade in corso;  il nostro stava passeggiando con il padre ed uno zio, un Juke box di un bar prospiciente la via
suonava le note di una canzoncina assai in voga con la allegra voce di Bruno Martino "nel 2000 noi non mangeremo piu'  ne' bistecche, ne' ravioli con ragu' , prenderemo quattro pillole con gran facilita' la fama svanira', razzi di qua, razzi di la', andremo sulla luna con il razzo delle tre! " eh gia?... Il 2000!!!! ...." disse con una certa rassegnata melanconia , lo zio che era decisamente il piu' anziano "E chi lo vedra'? io no di certo " "be' neppure io" ribatte' il padre  "dovrei avere piu' di 80 anni !   - Ecco l'unico che dovrebbe arrivarci e' lui "fece indicando il ragazzino che aveva da poco superato la decina d'anni . "Perche'  papa' "chiese quello "quanti anni dovrei avere io nel 2000" "Uhm!"  ribatte' il padre  facendo un rapido conto " cinquantadue" "eh che diamine, papa' mi vuoi far arrivare tanto vecchio?  Quasi tutti i primi anni del  nuovo millennio passarono quindi senza piu' farsi limiti  di vita, ma ripresero alla grande dopo il compimento dei sessant'anni . Allora ecco i calcoli  si appuntarono sulla grande scalinata che dalla via ove era nato , la via Nicolo' V,  dava sulla via Aurelia all'altezza del grande cavalcavia ove passava il treno che andava fino alla Stazione
san Pietro. ebbene i gradoni della scalinata erano in numero di 64 e tanto era divenuto la "n" in cui il limite andava a tendere . Questo finche' un amico non gli fece osservare che si i gradoni erano 64 se si considerava pedata degli stessi, ma diventavano 68 quando si considerava anche l'alzata 

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