Ah questi sogni! Mi faranno impazzire. Terminato di leggere L’interpretazione dei sogni di Freud (grosso modo dopo il 1970: eh si! perché il mio primo libro di Freud era stato La Gradiva di Jensen e subito dopo Totem e tabu’ nel marzo 1963, sotto 40 di febbre e orecchioni; l’interpretazione l’avevo cominciata nel ’64 ma mi aveva annoiato mortalmente e così l’avevo mollato), credevo di avere in mano la bacchetta magica per interpretarli : condensazione e spostamento, ovvero metafora e metonimia, una retorica dell’inconscio, così come suggeriva Lacan alla cui formula/suggerimento “leggere e rileggere Freud” dovevo appunto la mia ripresa del testo, canonico inizio della psicoanalisi: ostico, molto molto piu’ di Totem e tabu’ e persino di Al di la’ del principio del piacere e de l’Io e l’Es che segnano la svolta freudiana della pulsione di morte e della seconda topica. Ordunque ci ritroviamo con questi due strumenti retorici della metafora e della metonimia e ci proviamo ad usarli come una sorta di passe-partout. All’inizio tutto bene , e ulteriori conferme vengono da un altro meno diretto insegnamento di Lacan : l’inconscio strutturato come un linguaggio – sembra proprio così, sogno di girare per la citta’ con in mano un libro di Asor Rosa e solo al risveglio mi rendo conto di essere in presenza di un palindromo, cioe’ di un nome che significa la stessa cosa da entrambi i versi, così qualche tempo dopo in un sogno in cui sono circondato da belle ragazze che ballano discinte con tanto di tette di fuori, e io me ne sto con un libro di poesie di Montale – porca vacca l’accento, il sogno sposta gli accenti del nome Montale il poeta ha l’accentuazione significante sulla “a” : “montàle”, ma se la sposti sulla “o” ecco che hai quello che devi fare in tali circostanze : “mòntale!!!!!”. Lo vedi non solo metafora e metonimia, ma tutte le regole della retorica, della grammatica, della sintassi e anche della fonetica. Non vendere la pelle dell’orso prima di averlo scuoiato, difatti ecco che immancabilmente arrivano sogni molto ma molto diverso, dove non si applicano ne’ metafore, ne metonimia e non ci sono spostamenti di accenti. Sogni decisamente assurdi, senza alcun costrutto ed altri invece puntuali e circostanziati fino alla pignoleria, tipo quelli fatti in prossimita’ dieventi piuttosto attesi: un appuntamento importante, un esame, un colloquio di lavoro, ovvero anticipazioni che in questo caso somigliano dannatamente ai giochi dei ragazzini, così come avevano descritto con rigore tale meccanismo di familiarizzazione della realta’, Melanie Klein o piu’ recentemente Francoise Dolto. Con il passare degli anni ho imparato una cosa: che quando pensi di avere un qualcosa in pugno, e’ la volta che ti scivola dalle mani, come la classica saponetta sotto la doccia, così i sogni, nel tempo si sono andati caricando di significati e significanti (per dirla alla De Saussure) davvero imprevedibili. Altro che la tigre sotto il balcone dell’infanzia che andava su e giu’ minacciosa e la rassicurante presenza dell’amico leone, sogno ancora piu’ antico ascrivili la prima a mia madre e il secondo a nonno Mario. Diciamo che intorno alla maturita’, magari ecco…. subito dopo il Processo di Individuazione, Funzione trascendente e l’attivazione degli Archetipi dell’inconscio collettivo (questa volta Jung e non Freud), ovvero dopo i 35 anni a interpretare i sogni ci ho levato mano: troppe componenti, troppo registro del Simbolico del tutto staccato dall’immaginario, non vale neppure l’assimilazione col calcolo infinitesimale (quello di Leibniz non quello di Newton) e con l’impiego dei numeri immaginari, ovvero proiezioni di negativi, perche l’Es non ha niente a che spartire con la coscienza dato che non solo non conosce la negazione, ma sembra che non dia alcuna rilevanza al principio dei numeri coniugati , ovvero riportare in positivo la proiezione. Il simbolico dell’inconscio non e’ la coscienza, forse e’ quel “non-essere” che non e’ essere, come dice la famosa formula dell’essere e’ - il non-essere non e’ ….non e’ essere, e’ un’altra cosa!... ma che cosa? Mi dispiace dirlo, ma con buona pace dei vari Artemidoro di Tarso e cabale varie e si, persino dello stesso Freud: la coscienza non e’ uno strumento adatto per intendere l’inconscio, ci si puo’ avvicinare, puo’ formulare delle ipotesi, un po’ come la fisica quantistica per il modello standard o la teoria delle stringhe, e un po’ come per tutto, matematica, scienze e persino storia e filosofia, ma quello che c’è dietro o magari di profondo nell’Es, il nostro cervello non ce lo puo’ dire, puo’ solo formulare ipotesi e il guaio e’ anche quello che non sempre sono ipotesi rassicuranti. In merito all’oggi, i sogni di
questo ultimo periodo e cioe’ di una vecchiezza molto pronunciata (io sono del giugno 1948 quindi 76 anni abbondantemente compiuti) si sono fatti ancora piu’ complicati e variegati anche se tutto sommato piu’ lineari considerando il simbolico. Cosa significa ? Significa che oggi come vecchio e persona al concludersi del suo ciclo vitale, ho trovato una adesione direi assoluta al registro simbolico nel senso di una identificazione senza riserve alla materia del sogno e dei suoi misteriosi meccanismi che vanno ben oltre quelli di condensazione e spostamento. L’Io si fa Es in maniera totale nello sprofondare del sogno e questa sarebbe una posizione ideale se non fosse per il fatto della dimenticanza. Non so se questa sia una caratteristica di tutte le persone anziane, ma i sogni sono perlopiu’ dimenticati. Ti svegli nella notte e dici “porca vacca che sogno incredibile, domani mattina debbo rifletterci a lungo su questi tre quattro elementi, ma poi inevitabilmente al risveglio ….niente! non si ricorda nulla, ne’ gli elementi su cui avevi deciso di far leva, ne’ sulle situazioni per assurde e impossibili che fossero, ne’ tanto meno sulle persone, i luoghi, gli ambienti che si erano presentati con tanta evidenza. L’unica cosa che ti rimane e’ quella indefinita sensazione di compartecipazione, si, la sensazione di esserci stato, di esserci in senso Heideggeriano che in poche ore si e’ fatto “non-esser-ci”, che e’ tanto piu’ intensa, quanto irraggiungibile. Una sorta di supplizio di Tantalo, dove il simbolico regna sovrano. Che fosse questa la corretta spiegazione di quella“via Regia” che Freud aveva dato al sogno in merito all’esplicazione dell’inconscio? Una piccola eccezione si e' verificata in questi ultimi giorni di ottobre 2024, laddove la dimenticanza si e' dimenticata di manifestarsi e proprio per questo colgo l'occasione per fissare quel tanto di ricordo che mi permetta di cercare di muovermi nel misterioso Registro del Simbolico . Un primo ricordo riguarda un incontro con Giorgio Almirante che mi chiedeva ragione del come e perche' dopo la grande passione del 1963/ 1964 abbia via via abbandonato l'impegno politico nel MSI e piu' in generale abbia declinato ogni mia appartenenza alla cultura di destra - oh dio non dico che sia diventato di sinistra, questo no, ma certo mai piu' mi sono definito fascista o genericamente di destra. Per la verita' fascista nel senso letterale del termine non ero mai stato, per il semplice fatto che non ho mai avuto alcuna considerazione, ne' stima per Benito Mussolini, ma anzi non ho mai perso occasione per manifestare il mio disprezzo per un personaggio che ho sempre definito un buffone, cialtronesca maschera di inefficienza e presunzione. Di converso ho sempre stimato enormemente Italoa Balbo e a seguire un Dino Grandi, un Giuseppe Bottai e in qualche modo anche un Galeazzo Ciano (non a caso tutti personaggi che avevano manifestato riserve al risibile Duce e gli ultimi tre che gli avevano votato contro al Gran Consiglio del Fascismo del 25 luglio 1943). Questo ricordo mi creo' non pochi problemi nel periodo di mia militanza nel MSI e alla Giovane Italia fino ad un vero e proprio alterco con un personaggio anche piuttosto noto della destra estrema che era soprannominato "er Balilla" ). Tornando al sogno, sbucava mio padre che da uomo di sinistra qual'era (si definiva socialista di Nenni, ma aveva una sorta di venerazione per il personaggio di Enrico Berlinguer, una figura che al contrario io reputavo l'emblema stesso del fallimento e dell'incapacita', oltre alla sua innegabile parvenza di portasfiga , tant'è che una volta incontrandolo in via Arrivabene a Roma, proprio con mio padre e sua moglie Annamaria Zingaretti, non avevo voluto stringergli la mano, facendo come gli ufficiali dello Stato Maggiore di Cadorna durante la prima guerra mondiale che si guardavano bene dall'avvicinarsi al generale Ettore Mambretti comandante della sesta armata in fama di inesorabile menagramo) solo a stento era entrato nella discussione con mee Almirante, laddove adun certo punto spuntava pure il gen.Vannacci, per il quale io mi profondevo in lodi e grandi speranze.Questa notte il sogno è stato invece molto meno chiaro e molto piu' intriso di assurdita': c'era infatti mio suocero, morto nel 1998 che voleva assolutamente giocare una partita di pallone, ma quando lo cercavo per dissuaderlo mi dicevano che si era rifugiato assieme ad altri anziani al bar Euclide e c'erano pure i gaglioffi di Davo capitanati da Klaus Schwab (impossibile stabilre la benche' minima connessione tra mio suocero, maresciallo dei carabinieri, persona simpatica e bonaria con l'emblema stesso dei mascalzoni, quindi assurdita' simbolica senza possibilita' di esplicazione. e non basta poco piu' tardi io entravo nella pasticceria Pompi compiacendomi di trovarvi tre ragazze che avevano dismesso la loro divisa di commessa e per questo essendo particolarmente attraenti, tanto che poco dopo andavo dalla moglie di Pompi che lavorava su di un grande tecnigrafo con in mano un disco di Michel Polnareff "una bambolina che faceva no, no, no e le annunciavo, mentre entrava il mio vecchio amico Alessandro Cappabianca, che da quel momento sarei diventato socio della pasticceria famosa per il tiramisu. Vacci un po' a capire in questo materiale assurdo anche se simbolico? Ecco lo vedi e' proprio un "non-esser-ci" l'altro aspetto della filosofia di Heidegger, che potrebbe essere appunto il simbolico del sogno come modalita' altra dell'esser-ci.
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