venerdì 28 novembre 2025

MODEL MILTON PER TRUMP

Parliamo di PNL cercandovi una applicazione per il comportamento odierno di DONALD TRUMP e pero' preferenziamo quella degli inizi di Bandler e Grinder anni 1981-1985, dove si utilizza  Milton Erickson e il suo "Milton Model" e dove sono appunto elencati tutti i modelli terapeutici del grande terapeuta di Phoenix, la cancellazione, la performativa perduta, la ricerca transderivazionale: ecco partiamo dalle cosiddette “cancellazioni” - cosi' definisce Milton quei pezzi di informazione omessi (involontariamente o dolosamente) da un discorso, così da renderlo più "povero" e più facilmente fraintendibile. Una tipica cancellazione, è quella costituita dal cosiddetto “comparativo mancante”. Significa utilizzare un comparativo relativo (ad es. “meglio”, “più”, “meno”, ecc.) a cui manca il termine di paragone. Se dico che “è meglio” fare o non fare, dire o non dire, scegliere o non scegliere una certa cosa, una certa parola, una certa strada, ma non specifico rispetto a cosa “è meglio”, sono incappato in quella peculiare violazione che la PNL cataloga sotto la specie di cui stiamo trattando: il comparativo mancante, appunto. Lo stesso ovviamente può valere per avverbi come “più” o “meno” oppure “peggio” o per aggettivi comparativi come “migliore di” o “peggiore di” o per superlativi assoluti come “il migliore” o “il peggiore”. Tutti gli elementi linguistici in grado di evocare un confronto devono metterci in allarme, da un punto di vista comunicazionale , rispetto alla “pietra di paragone”. Se quest’ultima non c’è, ci troviamo davanti a un “comparativo mancante” anche se sarebbe più corretto definirlo “comparativo carente”; per la precisione, carente del suo termine di paragone. Accade spesso, nel linguaggio comune, di imbattersi in una affermazione “monca”. Per esempio: “Bisogna migliorare questa situazione”. Al che andrebbe replicato: “Va bene, ma migliorarla rispetto a cosa?”. Oppure: “Ti stai comportando sempre peggio”. E qui si potrebbe rispondere: “Peggio in che senso? Rispetto a chi, o a cosa?”. se si dice "CI VUOLE PIU' EUROPA (e molti sopratutto di quella che un tempo era la sinistra , lo dicono) ecco in questo caso dovremmo chiederci – e chiedere a chi ci rivolge tale esortazione – di essere più preciso: più Europa in che senso? “Più” rispetto a quale Paese dell’Unione? Oppure “più” rispetto a quale livello (ritenuto evidentemente scarso)? E soprattutto, quando finirà l’era del “Ci vuole più Europa?”. Ci sarà un momento in cui questa “Europa” sarà bastevole, sufficiente, adeguata per le aspettative di chi ne chiede sempre di più? La potenza di questo slogan sta, ancora una volta, nella sua assoluta genericità e la prova di quanto esso sia radicato nel dibattito pubblico italiano è la nascita di un partito i cui fondatori hanno scelto proprio questo nome, e il corrispondente suo programma, qualunque esso sia: “PIÙ EUROPA”. Di fronte ai comparativi mancanti dobbiamo esigere dettagli, precisazioni, dati, statistiche, argomentazioni. Se siamo arrivati dove siamo arrivati – e cioè a una quasi estinzione di quella entità nazionale che risponde al nome di Repubblica italiana – è proprio per questa ragione: abbiamo accettato per troppo tempo, senza fiatare e senza reagire, di farci raccontare il tema dell’unificazione attraverso un linguaggio povero e mistificante come quello indagato in PNL

dal filtro del metamodello. Infatti, nel processo di unificazione europea è stato fatto ampio uso del “Milton Model” anche rispetto al comparativo mancante. Ci riferiamo – ormai dovrebbe essere chiaro – al deliberato impiego di un linguaggio impoverente (proprio perché generico, quindi a-specifico, e pertanto fortemente suggestivo e manipolatorio). Non dobbiamo mai sottovalutare l’importanza del linguaggio. Il linguaggio è lo strumento attraverso il quale noi filtriamo il mondo, lo raccontiamo a noi stessi e agli altri, e ce lo facciamo raccontare. Un uso distorsivo del linguaggio può essere frutto non solo di negligenza e insipienza del soggetto comunicante, ma anche – come abbiamo già più volte sottolineato – di una scelta strategica di chi (magari dietro le quinte dei media generalisti) ha deciso di imporci una certa "road map" della Storia, oltre che una ben precisa “mappa del mondo".
Proprio il concetto di “mappa del mondo”, in PNL, riveste un ruolo cruciale. Ma che cos’è la mappa del mondo, in fin dei conti? È il modo singolare e irripetibile, proprio di ciascuna persona, di raffigurarsi la vita, le cose, gli eventi, gli ambienti, gli altri. Significa, né più né meno, che non esiste solo “un” mondo. Esistono tanti mondi quante sono le teste degli abitanti di questo pianeta. Ciascuno vede la realtà attraverso la “griglia” dei suoi cinque sensi, (i famosi sistemi rappresentazionali dettagliati nei precedenti libri di PNL di Bandler e Grinder La Struttura della magia, La metamorfosi terapeutica, PNL e Ipnosi e trasformazione) e un pò tutto delle sue esperienze, dei suoi valori, dei suoi interessi, delle sue credenze, del suo patrimonio culturale e linguistico, e quindi anche del bagaglio semantico e sintattico di cui dispone. La mappa del mondo è fondamentale perché, in verità “la realtà non esiste”.e questo lo diceva sopratutto Paul
no dei principali protagonisti del famoso Gruppo di Pragmatica della Comunicazione di Palo Alto,che ovviamente era strettamente collegato sia a Milton Erickson che alla PNL Non c’è un solo mondo, una sola realtà. Ci sono, piuttosto, tanti “mondi” e tante “realtà” quante sono le mappe delle persone.
Il che vale a dire, in definitiva, quante sono le teste pensanti sparse per il globo.
Per capire meglio questo fondamentale concetto, Carraro cita un esempio calzante: l’esito dell’ultima finale di un mondiale di calcio. Anno 2018: Francia batte Croazia 4-1. Nella mappa del mondo di un tifoso, diciamo pure di un ultrà transalpino, questa non è solo una finale, è un “trionfo”, una “goduria”, un “giorno memorabile”. Per un supporter croato potrebbe essere invece un “dramma”, una “tragedia nazionale”. Oppure, per un altro spettatore di Zagabria non così coinvolto, magari meno estremista e più equilibrato, potrebbe trattarsi di una “straordinaria impresa” della nazionale di calcio di Modric e compagni. Da come guardi il mondo, tutto dipende. Lo cantava qualche anno fa Jarabe de Palo ed è la sintesi perfetta di questo concetto della PNL. Ora, se le mappe sono tante quante le persone, è anche vero che – lavorando adeguatamente con i sistemi di comunicazione di massa, attingendo alla forza evocativa dei simboli e a quella del linguaggio – è possibile creare, letteralmente, delle mappe collettive sulle quali convergano le “adesioni” e il “consenso” di migliaia, o addirittura di milioni, di persone. Ed ecco perché oggi va tanto di moda la parola “storytelling”, sopratutto
in politica. Lo storytelling è il “racconto”, il modo in cui il mondo ti viene “narrato”. Cioè il modo in cui si può intenzionalmente generare una nuova mappa collettiva.(e qui io ho citato un mio studio giustappunto sulla prima campagna d'Italia condotta dal Generale Napoleone Bonaparte, come accennato completamente falsa e costruita a tavolino e con l'impiego di manipolazioni a livello di comunicazioni di massa, vittorie inesistenti, o perlomeno inconsistenti, tipo Cairo Montenotte, Ceva, Lodi, Arcole, veri e propri abbagli del giovane generale, fatte passare per epocali vittorie e semmai dovute al provvidenziale intervento di Generali più esperti del Bonaparte tipo Massena o Augereau o Serurier. Per questa ragione, i detentori del potere politico, economico, finanziario sono così attenti all’uso dei media e della comunicazione, oggi anche anche digitale. Sanno benissimo che conta molto più dei nudi fatti (ma esistono davvero, poi, i “nudi fatti”?) il racconto di essi; cioè il “rivestimento” linguistico posato sul corpo spoglio di quei poveri fatti. Con lo scopo, magari, di trasformarli in una interpretazione funzionale agli obbiettivi di chi governa il mondo.
Già Nietzsche, alla fine dell’Ottocento, sosteneva che non esistono fatti, ma solo interpretazioni. Tornando all’espressione “Ci vuole più Europa” e al comparativo mancante, si tratta di una straordinaria forma di contaminazione della nostra esperienza soggettiva, quindi della nostra personale mappa del mondo. Ricordiamoci che il linguaggio generico e poco preciso infarcito di generalizzazioni, distorsioni, cancellazioni (quindi, il “Milton Model”) determina, sempre e comunque, l’impoverimento della mappa del mondo di una persona ed è quindi un riduttore di
complessità. Il che può tradursi in un considerevole aumento delle libertà individuali se lo strumento è usato da un bravo psicoterapeuta nei confronti del proprio paziente; ma anche in una drastica diminuzione di libertà collettive se esso è impiegato con finalità manipolatorie in altri settori del vivere.
Se ci abituiamo a pensare per slogan, ad accettare gli slogan, a cantilenare gli slogan anche in ambito politico (“Ci vuole più Europa”, “Ce lo chiede l’Europa”, eccetera eccetera) così come facciamo con le pubblicità (“Non ci sono paragoni”, “Persone oltre alle cose”, eccetera eccetera) allora ci predisponiamo a essere manipolati. Il comparativo mancante, nel caso di specie, è veramente tutto. Quest’ultima, nel caso non lo aveste notato, è per esempio una generalizzazione. Ed è anche una cancellazione sotto forma di comparativo mancante. Ho scritto che il comparativo mancante è veramente tutto: ma perché mai – repetita juvant – il comparativo mancante è veramente tutto? Dovremmo chiedercelo. E, ancora: rispetto a che cosa esso “è tutto”? Accettiamo la sfida delle domande di precisione appena formulate e proviamo a rispondere. Intanto, il comparativo mancante è tutto perché è precisamente quanto servirebbe per capire (e invece manca). Insomma, la mutilazione contenuta nell’esortativo (“Ci vuole più Europa...”) è il fattore dirimente: la parte taciuta del monito potrebbe fungere da pietra di paragone rispetto a quell’Europa che ci incitano a chiedere in dosi sempre più massicce. “Ci vuole più Europa...”: riempite i puntini. Come comparativo mancante potremmo inserire, tanto per esser chiari, “... piuttosto che Italia”. Già messa così, la frase è più esplicita e ci suscita anche una resistenza, o addirittura una ripugnanza, ben maggiore. Molti di noi sono disposti ad accettare l’idea che “ci vuole più Europa” proprio perché non gli è mai stato detto (e non si sono mai chiesti) rispetto a cosa “ci vuole più Europa”. È uno slogan che non impegna, che va bene con tutto, come i vestiti delle mezze stagioni, a tinta neutra. Abbatte i nostri sacrosanti pre-giudizi e consente all’europeismo di farsi strada nel modo in cui si è sempre fatto, tradizionalmente, strada: all’insaputa, o quasi, del cittadino elettore e quindi decisore e pertanto titolare della cosa pubblica .Occhio: quello di procedere “all’insaputa” non è altro che lo stratagemma del cavalcare il mare senza che il cielo se ne accorga.(anche qui un ulteriore seguace della Scuola di Palo Alto il nostro Giorgio Nardone, che pone tale espressione a titolo di un suo famoso saggio incentrato sugli stratagemmi di una terapia sistemica breve, che però possono essere indifferentemente usati anche per la nostra rovina ).
Ancora una volta, torniamo alla filosofia di fondo degli stratagemmi e di qualsiasi tecnica di manipolazione. Si tratta sempre di strumenti miscelati e utilizzati insieme. L’uno rafforza gli altri e tutti si rafforzano a vicenda.
Riassumendo, anche il comparativo mancante è un’arma a doppio taglio. La usiamo inconsapevolmente nei nostri discorsi di tutti i giorni, senza grossi problemi, ma ci viene poi ritorta contro come strumento di “educazione civica europea” o, meglio, di “formazione” di una nuova massa di cittadini filoeuropeisti. Io ritengo che sia fondamentale cominciare a farsi domande, ad essere più precisi nelle modalità di formazione delle domande e nelle risposte che se ne ottengono, si da non essere costretti a trovarci a fare i conti con una mappa che non è la nostra. E con un mondo che non avremmo mai voluto, se ce lo avessero chiesto. . E' quanto mai ovvio che quanto detto può essere tranquillamente applicato un pò in tutto quello che stanno cercando di farci accettare : un virus che non ammazza nessuno, o perlomeno ammazza come ammazzava una influenza e altre patologie in tutti i precedenti anni, una pandemia senza alcuna percentuale di diffusione se non quella di giudicare
ammalati i sani (invenzione del termine asintomatico) , l'imposizione di un terrorismo sanitario fondato sulla paura di questi temini inesistenti per farci accettare vaccini e procedure di reclusione e di catalogazione per renderci per davvero tutti simili ai più famosi romanzi distopici di Orwell, Huxley, Breadbury, Dick e ridurre allo stato di anomalia colui che si oppone a tale stato - il famoso I am Legend di Matheson - ovvero in un mondo di tutti vampiri, l'anomalia sono Io. Con Trump pero' e lo svilupparsi di altri comportamenti e linee d'azione cosi' come sono venuti fuori quando abbiamo cominciato ad uscire dalla palude , tutto quello che abbiamo osservato a proposito del Milton Model puo' essere adottato a nostro favore - nessuno ci vieta di affiancare a Triump altri personaggi che stanno remando contro il tentativo
distopico delle cosodette classi dirigenti, del neoliberismo, del globalismo e dei magnati tipo Soros, Gates, ed anche del loro seguito di servi della sinistra, oggi piu' mai volenterosi carnefici delle popolazioni, un Putin, un Orban, un Luchacensko e perche' no, magari anche una nostra Meloni . ecco allora si che si puo' cominciare a ritenere che i vari meccanismi di costruzione di un'altra realta' possano essere alla fin fine voltati a nostro beneficio

giovedì 27 novembre 2025

SOVRANISMO CONTRO TUTTI I SOROS

Parlare di  George Soros e'  purtroppo ancora di attualita' oggi nel 2025 , malgrado il personaggio abbia 95 anni e da perlomeno 50 e' uno dei maggiori artefici del "nostro scontento"  per dirla con le pagine iniziale del Riccardo III di Shakespeare o forse ancor piu' con il titolo dell'ultimo romanzo di John Steinbeck, malgrado anche che  molte delle sue malefatte siano, per nostra fortuna,  naufragate (la pandemia, la depopolazione mondiale,  l'accentramento dei capitali finanziari internazionali nelle sue mani, il tentativo di squalificare personaggi contrari alla sua miserabile concezione dell'umanita'  tipo Putin, Trump, Orban, e la probabile eliminazione di molti altri); in sostanza , Soros  non e'  solo il sinistro multimiliardario che e' tra i principali artefici di tutti i guai (recessioni, miseria, disoccupazione, etc) che ci sono capitati negli ultimi anni, ma e' anche un abilissimo truffatore (oggi si dice speculatore finanziario) di un livello molto, ma molto piu' efficace in negativo ovviamente,  degli sciacquetti di tale infame mestiere, tipo i nostri due Mario, che sono stati anche capo del Governo, o il galletto di Macron, o peggio ancora quel cialtroncello di Zelensky che non a caso deve tutta la sua carriera politica proprio a lui Soros. Abbiamo ancor oggi una sorta di cariatide  maligna  che si spaccia per  intellettuale il cui punto di riferimento è  quel ronzino della filosofia che risponde al nome di  Karl Popper Il quale sognava una «società aperta» in cui vi fosse tolleranza per tutti… tranne per chi crede nella verità, da lui negata. E’ qualcosa che pare inconcepibile, ma i fatti parlano sempre più chiaro in tal senso. La dittatura sanitaria che e' si e' cercato di instaurare in Italia e nel mondo intero, probabilmente dal momento del crollo del comunismo in Unione Sovietica e l'est europeo (forse cercando di parafrasare il ridicolo libro di Francis Fukayama sulla fine della storia, sostituerndo al termine storia, quello di societa' libera) e che ha avuto il suo clou nella farsa di una pandemia totalmente inventata è solo un assaggio de

la dittatura che ci aspetta se tante persone continueranno a credere che il nemico incombente sia il razzismo tradizionale dei “bianchi” nei confronti dei “neri”, il “sessismo” degli uomini nei confronti delle donne o l’omofobia nei confronti delle differenti identità sessuali. Questi problemi esistono ma non sono i primi all’ordine del giorno; anzi vengono strumentalizzati abilmente dalle forze neppure tanto oscure, e che anzi si professano "aperte" oscure che operano nel mondo per distogliere l’attenzione dalla principale minaccia oggi incombente.
Il razzismo del terzo millennio è rappresentato dagli ideali eugenetici transumanisti coltivati dai promotori delle vaccinazioni forzate di massa, dopo di George Soros un Bill Gates, onorato, riverito e finanziato anche con i nostri soldi dall'attuale Governo Italiano
Tali ideali rappresentano quella che è l’evoluzione del Nazismo. Non si tratta più di ricercare il nemico in una razza ritenuta inferiore, ma di crearne una in laboratorio: manipolando il codice genetico degli esseri umani tramite i vaccini di ultima generazione e al tempo stesso inoculando nei loro corpi nanotecnologie atte a renderli
automi perennemente controllati e costretti ad obbedire al regime vigente, pena l’annullamento della loro identità ridotta a bioritmi virtuosi o viziosi, premiati o puniti da remoto come crediti o come debiti. Questa non è fantascienza, bensì quanto contenuto nel brevetto depositato da Bill Gates con il numero di protocollo 060606. Per ottenere questo ambizioso risultato gli eredi del Nazismo hanno trovato alleati essenziali negli eredi del Comunismo. Questa alleanza Nazicomunista anche se non proprio inedita nella Storia, rappresenta idealmente un’intesa spirituale tra hitlerismo e stalinismo. Il termine “globalismo” non indica altro che l’obiettivo di estendere al mondo intero ciò che si è preparato nel laboratorio cinese: che non è il virus di Wuhan, ma piuttosto il sistema dei crediti sociali, necessari per mantenere il diritto di esistere. Di fronte a tutto questo, se si vuole oggi battersi per la Libertà, bisogna di necessità schierarsi dalla parte dei movimenti cosidetti sovranisti: non per isolarsi in un tronfio orgoglio autocratico di stampo fascista, ma per salvare le identità dei popoli e la sovranità degli individui contro la tirannia neoliberista/consumista/comunista filo-cinese, che vede alleate le élites della finanza globale, tutti i partiti di area sinistrorsa (qui da noi, PD e Movimento 5 Stelle sono interamente proni al progetto diabolico appena descritto) E’ per questo che concordo con chi considera oggi Trump il maggiore argine alla
deriva autoritaria che sta prendendo il mondo intero. E’ per questo che gli uomini liberi, di fronte al pericolo di un’eugenetica rovesciata (non più volta alla selezione di una razza superiore ma alla creazione di una razza inferiore, automatizzata, robotizzata, del tuto simile ad una macchina) ) non vedono più un senso di attualità nella contrapposizione storica tra destra e sinistra. Il globalismo tecnocratico è una caricatura deforme e disumana del cosmopolitismo autentico, che si realizza nell’accordo tra i cuori degli uomini:
siamo circondati da false notizie : il giornalismo e i mass media, sono arrivati davvero alla menzogna di non ritorno, oramai totalmente inaffidabile. quello che mi secca è che spesso e volentieri, anche le notizie apparentemente buone, sono dei falsi, per cui non si sa proprio come raccapezzarsi ; personalmente ho cominciato da storico a rimarcare tale fatto : dalla campagna di Napoleone Bonaparte in Italia nel 1796/97 e difatti ci ho fatto 4 articoli su questo blog, che ho titolato "Recitare una parte" dove si prendono in esame le prime battaglie di Dego, Cairo Montenotte, Ceva e sopratutto quella del Ponte di Lodi dove Napoleone asseriva che proprio da tale battaglia aveva avuto per la prima volta la consapevolezza della sua grandezza. In verità se non era per Massena e anche in quella successiva di Arcole per Massena e Augerau, lui addirittura finiva prigioniero dato che
maldestramente quando aveva preso un tricolore e slanciatosi per incitare i soldati era finito in un fosso a ridosso del ponte. E' con Napoleone che si dà inizio a questo sistematico uso della menzogna e di fare del mondo un immenso teatro dove il ruolo dell'individuo è solo quello di recitare una parte che altri, il potere costituito o costituendo, gli assegna. Dopo Napoleone e' stato tutto un fiorire di menzogne che hanno avuto un certo argine grazie al prevalere dell'elemento di tradizione e territorialita' rappresentato dallo straordinario personaggio di Metternich che e' riuscito per oltre un trentennio a dare una logica e una continuita' all'Europa continentale contrapponendosi all'insularita' della Inghilterra nazione totalmente improntata al mercantilismo e quindi a quello spirito bottegaio fondato sul denaro e sul commercio che vede nell'elemento marino il dispiegatore delle sue potenzialita' (niente confini, ne' limiti, ma piena fluidita' per commerci e scambi di un unico valore, appunto il valore di scambio del denaro con le sue transazioni ). I moti del 1848 tutti fomentati appunto dall'Inghilterra, tramite i suoi banchieri (Rotschild ed anche la setta della Massoneria ) apparentemente furono domati, ma lo spirito bottegaio riusci' nell'impresa piu' rilevante : togliere di mezzo, appunto la presenza politica di Metternich e difatti pochi anni dopo tornando alla carica contro uno dei grandi imperi terricoli, quello Russo, contando sulla pochezza degli altri governanti (Napoleone III, Vittorio Emanuele II, Cavour) dell'Europa continentale nonche' l'inesperienza del giovane nuovo imperatore d'Austria Francesco Giuseppe, riusci' a tornare alla guida della sedizione e sistematica cancellazione dell'Europa tradizionalista e terricola. Anche oggi la "PERFIDA ALBIONE" e' sempre in prima fila nel seminare zizzania, perpetrare doli e inganni, miistificare realta' e creare a bella posta scenari a lei favorevoli. Non a caso l'ideologo di Soros e ' quello pseudo filosofo Karl Popper del tutto ascritto alla cultura anglosassone che non a caso lo ha elevato al titolo di Sir, pur non essendo di nascita inglese, ma anzi addirittura nativo di Vienna. Le menzogne che lei e la sua degna erede , quella "ISOLA PIU' GRANDE " che gia' nel 1942 Carl Schmitt nel suo eccezionale libello "Terra e Mare" individuava appunto come erede dello spirito commerciale anglosassone, hanno imbandito alla cultura occidentale, sono colossali e vanno dalle vere responsabilita' di rivoluzioni e guerre, tutte le guerre, a costituzione di governi falsamente denominati democratici, fino a coprire la totalita' di tutte le iniziative a livello sanitario e di cosidetto benessere generale ( non a caso da Rockfeller a Rotschild, a Soros, a Gates tutti si sono dati, e sono riusciti a farsi riconoscere l'appellativo di "filantropo" a livello praticamente universale )



venerdì 21 novembre 2025

IL SOGNO DI, E CON, MARIE PAULE

 

Gia’ ! l'ho preannunciato su FB : sogno di..., anzi,... con Marie Paule di questo 21 novembre. Chi e’ Marie Paule ‘ eh be’ e’ una delle donne piu’ intelligenti se non la piu’ intelligente che abbia mai conosciuto! Francese,  non ricordo se proprio di Parigi , si era trasferita in Italia da una quindicina d’anni ed era impiegata nella mia stessa societa’ la famosa e prestigiosa CONDOTTE D’ACQUA, societa’ fondata nel 1880 , quindi anche ai tempi della mia assunzione presso di essa, piu’ che centenaria . Con Marie Paule avevo subito legato ed eravamo diventati amicissimi, lei aveva forse qualche anno piu’ di me, quindi sui 45 anni  e stava con un uomo alto due metri un pezzo di marcantonio tanto minaccioso a vedersi, quanto del tutto  amichevole e inoffensivo, pero’ vederli insieme era uno spasso,  lei, magrolina, esile , che si e no arrivava al metro e sessantacinque, lui che oltre all'altezza aveva due spalle così, e sembrava non passare per le porte...  e c'è da dire che  lei Marie  Paule su questa loro discordanza in altezza e possenza,   ci calcava la dose raccontando episodi esilaranti,  tra cui quello che ci fece piegare tutti noi colleghi di Condotte,  quando rammentava l'episodio in un alberghetto di Capri, dove  facendo l’amore avevano sfondato il letto. Risatone su risatone in questi e altri tanti piccoli aneddoti che lei dispendiava col suo accento francese sempre piuttosto marcato, probabilmente a bella posta . Ma come mai ho dato tanta importanza al sogno di questa notte proprio per il fatto di essere con Marie Paule? be' perche' Marie Paule era anche quella dei consigi da un milione di dollari, così una volta che mi lamentavo della ritrosia delle donne in genere,  verso  qualsivoglia avance di tipo sessuale  mi fece a bruciapelo, mentre stavamo sorseggiando un caffe' al bar  " Hungaria" di viale Liegi " te lo debbo proprio di' Ma'...tu di noi donne,  non ci hai capito un cazzo!" non
conta essere bello, bravo, o  quant'altro, perche' lo vedi di fondo noi donne siamo tutte puttane  e ci rode terribilmente di darla gratis, tu da ora in poi fai così e poi mi dirai se non rimarchi qualche differenza : prendi l'abitudine di pagarla ! ecco stabilisci un tariffario, come si faceva un tempo per i casini, 1000 lire le tette, 2000 la passera,  5000 un lavoretto di mano, 10.000 di bocca, 20.000 completa, e vedrai che avrai sempre una donna sempre èpronta ai tuoi desideri" Con tali premesse e' ovvio che vedermi Marie Paule a  protagonista del sogno di una notte di estrema vecchiezza quale la
attuale,  mi ha ringalluzzito non poco, magari allettandomi  di chissa' quali nuove sconvolgenti scoperte, che la sua persona investita del simbolismo dell'Es  possa trasmettermi.                                                L'ho rimarcato piu' volte negli ultimi tempi, anche i sogni non sono piu' quelli di una volta:   con tutta probabilita' sono piu' fascinosi e fantasmagorici, ma purtroppo e' da un po' che li dimentico con estrema facilita', mi rimane l'ineffabile sensazione di qualcosa di fantastico, intrigante, estremamente profondo, ma ecco solo questa, perchè in  quanto a ricordi circostanziati niente, anche Marie Paule,  così come si e' presentata la notte scorsa, dava indicazioni ancora piu' esaurienti di quelle della antica realta' che avevano a che fare sempre sul femminile, ma quali ? Forse una modalita' comportamentale di maggiore efficacia, ma da parte di chi  ? mia come nel consiglio del tariffario, rivelatosi di estrema rispondenza e plateale efficacia da riscontro effettivo di pratica d'uso, oppure rivolto al femminile come modalita' per addivenire alla risoluzione di problemi, addirittura di tutti i problemi del mondo? Diciamo che questo e' uno scritto aperto, se mi arrivano nuovi messaggi dall'Es, nuove intuizioni, qualche improvvisa disvelazione, mi sento come in obbligo di aggiornarlo e riferirere le novita', per ora lo chiudo qua, ma ripeto con grande disponibilita' e anche anelito ad rimetterci mano e un titinin di passione 



 

giovedì 13 novembre 2025

ODIO E INVIDIA

 

C'e' da fare una grossa distinzione tra odio e disprezzo. il primo si ha solo in presenza di invidia ed ecco perchè è una peculiarità delle persone di sinistra, comunisti, socialisti, progressisti, globalisti, vera incarnazione del detto - la via dell'inferno e' lastricata di buone intenzioni - molti atttribuiscono questo aforisma a Marx, ma semmai e' vero che e' una frase che si adatta a meraviglia alla sua teoria, in verita' l'origine del detto non è del tutto chiara, ma si attribuisce a diverse fonti: San Bernardo di Chiaravalle (XII secolo) – A lui è attribuita una frase simile: "L'inferno è pieno di buone volontà o desideri"Samuel Johnson (XVIII secolo) – Lo scrittore inglese nel 1775 scrisse: "Hell is paved with good intentions", consolidando la diffusione della frase in inglese.Proverbi popolari medievali – Esistono versioni simili in latino e in altre lingue, indicando che il concetto era già diffuso in epoca medievale il fatto che sia attribuita anche a marx  e' probabilmente da addurre al fatto chè la gente di sinistra e' sempre di un rivoltante buonismo, la insopprimibile necessita' ed esigenza di voler apparire sempre dalla parte giusta, tollerante, permissiva, quando invece si tratta solo di una maschera che cerca di nascondere tutta la frustrazione del proprio essere e status, frustrazione che e',
come noto, anche in relazione a studi di eminenti psicoanalisti come Erich Fromm che equiparavano l'odio alla distruttivita', alla base dell'invidia. S
olo nell'ambito della ideologia di sinistra difatti si tira in ballo l'odio, per spiegare determinate modalita' di comportamento verso altri essere umani - tutti difatti abbiamo sentito piu' volte pronunciare la terribile espressione - ODIO DI CLASSE - ecco direi che solo una ideologia perversa di frustrati e di corrosi dall'invidia, come in effetti era l'inventore di tale teoria, Carl Marx e la totalita' dei suoi accoliti e seguaci , Gramsci, Togliatti e, guarda ci metto pure Mussolini prima di superare il suo livore sociale e di invidia, proprio grazie ai suoi successi e riscontri - dalla nomina a direttore dell'Avanti ai soldi dei francesi per fondare il Popolo d'Italia e poi all'ascesa politica a fasti inusitati - puo' rispecchiarsi in un'espressione così fastidiosa nella sua sordida rabbia verso chi ha maggiore merito, possibilità e talento (anche se ammettiamolo, specie oggi, anche entrature sociali e quindi clientelismo, raccomandazioni e a sostegno un comportamento di piaggeria e portato al compromesso) Ma sarà meglio passare al secondo termine e cioe' il disprezzo, che e' invece qualcosa che si manifesta in assoluta mancanza di invidia e quindi di frustrazione. Il disprezzo infatti e' un qualcosa che si prova a fronte del fatto di trovarsi al cospetto di una persona davvero sgradevole, ecco tipo quelle che gli ultimi tempi ci hanno propinato a profusione, stante il fatto del tentativo perpetrato appunto da tali persone, e da chi per loro, di farci vittime di una pronunciata distopia con la scusa della salute e del combattere un inventato virus e una ancora piu' improbabile pandemia. Sto parlando di gente davvero..., starei a dire, odiosa, ma in virtu' di questo ragionamento, il termine e' inesatto, perche' di certo una persona giusta, per bene, di media intelligenza e discreta cultura, detesta un Soros, uno Schwab, un Bill
Gates e da noi in Italia, un Conte, un Draghi, uno Speranza e anche a livello piu' da Zaccaria diavolo di terza categoria, un Colao, un Pregliasco, un Burioni, ma di certo non nutre alcuna invidia per lui e quindi malgrado tutto non lo odia, ma appunto, tutt'al più, lo disprezza - chi ci vuole male, chi cerca di farci del male, lo disprezziamo, lo combattiamo, ma non lo odiamo perche' manca il movente dell'invidia e di uno stato di dipendenza rispetto a tali persone, manca la frustrazione che, come abbiamo osservato, e' alla base dell'invidia e quindi dell'odio Non ci sentiamo frustrati perche' il tal dei tali e' uno stronzo o anche un perfido, possiamo essere incazzati, risentiti, ma non certo defraudati di qualche cosa, non invidiamo nulla in lui, tant'è che anche nella peggiore delle situazioni in cui un essere umano si puo' ritrovare, cioe'
in guerra, non si odia il nemico, anzi spesso e volentieri
lo si rispetta, financo lo si ammira, vedi chessò l'etica della cavalleria o anche in tempi piu' recenti i duelli aerei di un Barone Rosso, di un Baracca o l'ammirazione che si nutre verso piani di battaglia efficaci, strategie raffinate sia dell'antichita' quali quelle di un Scipione l'africano a Zama, di un Giulio Cesare ad Alesia, e di pochi altri in tempi piu' recenti il principe Eugenio di savoia , Federico II, in parte e con molta molta revisione Napoleone Bonaparte - vedi in tal senso numerosi articoli su questo stesso blog- dove si salvano solo le battaglie di Austerliz, di Jena di Ulm, ma non quelle di Eylau o di Wagram e meno che mai le battaglie della prima campagna d'italia del 1796-97 e sopratutto di Marengo del 1800, cui il generale Buonaparte dovette l'inizio della sua fama, che pero' ad una analisi piu' dettagliata -
vedi i miei articoli si, ma sopratutto il saggio di Guglielmo Ferrero -AVVENTURA- risulta che il personaggio del generale invincibile fu creato a bella posta dal Direttorio ed in particolare dal suo membro piu' influente Paul Barras , che fin da Tolone nel 1792 era stato il protettore e pigmalione del giovane corso e ne aveva guidato tutte le tappe della carriera fino alla nomina di comandante dell'armata d'italia elargita come regalo di nozze per avergli tolto, appunto con il matrimonio la ingombrante amante Josephine Beauharnais. Il disprezzo comunque lo si ha verso un nemico che non si porta cavallerescamente o le sue azioni non corrispondono a quell'etica comportamentale di lealta' e onore che non sempre, anzi per la verità solo eccezionalmente contraddistinguono l'operare umano, si disprezza il nemico arrogante, prevaricatore , tipo chesso' l'inghilterra bottegaia, i partigiani o i terroristi che ti colpiscono a tradimento, non rispettando regole, ma malgrado tutto non li si odiano, perche' l'odio vero si puo' avere solo in presenza di invidia e
quindi di frustrazione, come ben evidenziato dall'ideologia di sinistra e che rapportata alla
mentalita' bottegaia di stampo anglosassone indica quel conflitto servo-padrone evidenziato da Hegel in Fenomenologia dello Spirito e portato al parossismo da Marx ed epigoni si puo' riassumere con lo spasmodico desiderio dei servi di diventare padroni, in ambito della dilatata bottega del mercato e del commercio attuali, dei garzoni che mirano a sostituirsi al proprietario.

mercoledì 12 novembre 2025

DALLA MEDICINA DEL SINTOMO ALLA MEDICINA DEL SIMBOLO

Un  nuovo modo di intendere la medicina, giustappunto simbolica e non sintomatica , deve necessariamente partire  da  Ryke Geerd  Hamer e questo vale per tipo di conoscenza sottesa, per passione e entusiamo, per profondita' concettuale e esaustive dimostrazioni e anche  per esperienza in prima persona non solo in quanto medico, ma anche in quanto , diciamo così paziente per aver subito in prima persona un trauma spaventoso, che ha anche avuto un certo riscontro di cronaca, ovvero l’uccisione nell’estate del 1978  da parte del Principe Vittorio Emanuele di Savoia, che per futili motivi  si mise a sparare all’impazzata tra alcune barche attraccate a ridosso del’Isola di Cavallo in Corsica, colpendo appunto  un giovane di 19 anni Dyk che era il figlio di HamerIl ragazzo  morì  dopo 4 mesi di agonia, evento che  al padre  ingenerò un cancro al testicolo, per il quale essendo lui un oncologo ne valutò sulla sua pelle l’eziologia,  andando appunto a stabilire una connessione tra trauma e affezione. Nasce quindi da tale drammatico evento quella che questo medico arriverà a definire “ La ferrea legge del cancro”  che 

costituisce la prima delle sue “5 Leggi” denominate  “Biologiche”  che  stabilisce che  quando uno dei conflitti dell’esistenza assume una virulenza inusitata e ha la  peculiarità di un  vero e proprio shock, improvviso, inaspettato e vissuto in uno stato, vero o supposto, di isolamento, ecco allora che la reazione del relativo foglietto embrionale sarà altrettanto virulenta e produrrà appunto un tumore ovvero una abnorme proliferazione di cellule  o una drastica riduzione, a secondo del  coinvolgimento della parte dell’encefalo preposta e questo semplicemente perchè rappresenta una forma ancestrale di reazione a quello specifico trauma per il quale è stato sollecitato un determinato foglietto embrionale, che si appunta su di una determinata parte del corpo che quindi si costituisce come una sorta di “organo/bersaglio” di un complesso processo di reazione e riparazione, che noi chiamiamo erroneamente malattia e anche cancro. La grande novità e diversità di tale concezione dalla ortodossia medica,  è innanzi tutto quella di stabilire una totale sintonia tra  mente e corpo,  ovvero una perfetta entità integrata psico/fisica e proprio in quanto tale definita biologica, ma anche quella di differenziare due diverse fasi di risposta ad un trauma, anzi a tutti i traumi:
una prima fase  cui l’unità biologica mente/corpo reagisce di primo acchitto “a botta calda” dice il senso comune, ovvero mettendo in atto tutti quei sistemi

di allarme e di pronta reazione per far fronte all’immediato pericolo: una reazione che possiamo spiegare  a livello di sintomo 
dal verbo greco “συμπίπτω - accadere, capitare insieme, in quanto composto dalla particella  σύν  che significa  appunto insieme  e il verbo  “πίπτω” che significa accadere;  ovvero che cosa è che capita insieme? appunto l’evento traumatico e l’io conscio come “persona, come presenza che si trova in questa situazione di emergenza, Hamer la chama “fase fredda o simpaticotonica in quanto innesca le innervazione del sistema simpatico, ma se uno volesse andare ad adottare una terminologia psicoanalitica, questa è una fase in cui è in gioco solo il sistema conscio dell’individuo, ovvero l’Io, che come ha osservato Freud agisce sempre per  per sintomi (accade insieme all’evento) - quindi una seconda fase, quella che si instaura quando l’emergenza è, per così dire, superata, che Hamer chiama Vagotonica o fase fredda, in quanto diretta dal nervo vago, quella che mette in azione i foglietti embrionali.  E’ in questa fase vagotonica  che si manifesta appunto la malattia, tanto più grave e virulenta, quanto più grave è stato lo schock traumatico, ma che sul proseguo dell’intenzione del presente scritto, di correlazione con la psicoanalisi, non sarà più da ascrivere solo  al sistema conscio e quindi alla pronta reazione  sintomatica bensì  anche a  quello inconscio la cui reazione è molto più elaborata, eminentemente simbolica, nel senso che deve “ri-mettere le cose a posto (sum-Ballein) che l’evento traumatico e il relativo conflitto innescatosi a livello di individualità biologica, hanno di fatto cercato di separare (dia-ballein) in una accezione di integrità e normotonia biologica. Dice Jacques Lacan che il tempo dell’inconscio è il Futuro Anteriore, quel “sarà stato” che da’ senso a quello che deve avvenire nel solco della tradizione e della ri-assunzione di un passato
 da cui trarre ispirazione; e’ quanto mai ovvio quindi che questo futuro anteriore è dato dalla psicoanalisi, per ora, in primissima istanza, la canonica psicoanalisi freudiana, l’interpretazione si, ma non solo dei sogni, ma di tutte le altre manifestazioni del cosiddetto inconscio, i lapsus, gli atti mancati, i motti di spirito,  le fantasie, tutte le produzioni dell’arte, scrittura, musica, pittura, scultura, architettura, cinema, quindi la malattia e in un’ultima battuta, la morte: tutti meccanismi che Freud identificava come discorso di un linguaggio, la famosa “talking Cure” secondo la felice espressione di Anna O., una delle sue prime e più celebri pazienti, “l’inconscio è strutturato come il linguaggio” ribadiva  Lacan, e in quanto a quel certo discorso, il discorso di ognuno dei prodotti dell’inconscio, che riflettono altro della coscienza...bhe! superfluo sottolineare, tornando a Freud  e alle sue espresse parole,  che “ogni discorso mancato è un discorso riuscito” Per  verificare se questo discorso mancato è davvero un discorso riuscito, dobbiamo vedere in qual modo le tipiche funzioni simboliche dei prodotti  dell’inconscio o Es, nel senso proprio del termine simbolo, possano conformarsi alle scoperte di Hamer sulle leggi biologiche e al funzionamento dei foglietti embrionali. Partiamo dall’inizio proprio dalle prime scoperte di Freud,  ebbene si! tutto sembra correlato alle parole, e non solo, ma queste parole si riferiscono a fatti, episodi, circostanze, pensieri cheperlomeno fino ad allora erano considerate un pò uno scarto del linguaggio  e
anche del pensiero: il sogno, oh diamine!  il sogno, ma ti rendi conto?:  da quando in qua un medico, un professore, si mette alla stregua di una volgare “smorfia” per vincere al lotto? e come se non bastasse:il lapsus, che cosa è un lapsus? un svista linguistico/espressiva, del tutto irrilevante ai fini del significato di un discorso compiuto, ed ancora. l’atto mancato, un pò tutto il mancato e persino il motto di spirito, una boutade, l’ironia... da che mondo è mondo, tutto armamentario buono ecco al massimo per rappresentazioni senza pretese di un teatrino di evasione. Ma il signor Freud insiste e va oltre:  tali “scarti” del linguaggio e dello stesso pensiero umano vanno sempre più assumendo un significato “altro” che tende addirittura a trascendere e superare quello tradizionalmente accreditato. E’ la famosa “rivoluzione copernicana” dell’inconscio, secondo la stessa definizione di Freud, che riprende una dizione che aveva già utilizzato Kant,  perchè è così che l’inconscio viene postulato, non come parte oscura e misteriosa della mente umana, che questa era già stata espressa da più di uno studioso : Wundt e persino Schopenauer e Nietzsche, ma che viene esperito attraverso sue manifestazioni/effetti, che si discostano dal senso cosiddetto normale, come ho fatto cenno, addirittura considerati scarti. E’ questo il modo in cui Freud scopre l’inconscio: da effetti di significazione!  Le parole sono solo uno dei  mezzi per portare alla luce, tali meccanismi e sovente neppure il più importante, checchè ne abbia a dire Anna O., anzi per lo più vanno interpretate per quello che non dicono, per quella metà nascosta, ed è proprio tra le pieghe di tali parole e individuando altri messaggi del corpo, la svista, l’accenno, il mancato, le conversioni, insomma tutti i meccanismi dell’inconscio, che possiamo pervenire al senso profondo, appunto di quello che il corpo nella sua interezza ha da comunicarci 
In effetti la “scoperta” di Freud è epocale, ma anche la “scoperta” di Hamer è epocale :”l’Io non è più padrone a casa sua” si è detto a ragione,  ma in questa casa ci sono proprietari e anche inquilini che utilizzano loro “credenze” e si comportano di conseguenza. Come giustamente ha affermato Lacan, l’Io funziona come un sintomo, anzi è il sintomo per eccellenza, per cui anche il linguaggio parlato sarà giocoforza sintomatico, ma non così l’inconscio o Es,  che come dice sempre ancora Lacan, non parla, ma ripete, ovvero dice sempre la stessa cosa! e perchè lo fa? “elementare Watson!”  direbbe lo Scherlock Holmes di Conan Doyle “...perchè non è mai capito!” Il punto è che l’Es non agisce per sintomi, ma con un altro meccanismo, ben più complesso : il SIMBOLO.

martedì 11 novembre 2025

LA ZIZZANIA D'EUROPA

 

Eh si... la tesi e’ che dietro tutte le rivolte,  rivoluzioni, sommosse e quant’altro di sedizioso e contro il sistema vigente dei paesi dell’europa continentali,  ci sia stata sempre la lunga mano della nazione bottegaia per eccellenza : L’Inghilterra.  e questo solo per il proprio tornaconto di nazione devocata all’esaltazione dell’interesse economico unico motore e valore dell’essere al mondo - un mondo, come acutamente osservato dal geo fisico carl Schmitt, che ha scelto come sua modalità d’essere quella dell’elemento liquido per eccellenza, il mare, senza limiti, senza confini, senza territorialità, giustappunto  quell’elemento in grado di esaltare al massimo grado lo spasmodico desiderio di scambio di
merci, e quindi di denaro, ovvero un mercantilismo senza freni e senza leggi se non l’unica istanza del profitto a corollario della famosa frase di Palmerston un politico fedele interprete di questa tendenza  - noi non abbiamo amici eterni, noi non abbiamo nemici eterni, noi abbiamo solo ….interessi eterni  - . Avevo riportato tale frase anche nel precedente articolo su questo stesso blog parafrasando l’integrale sui cammini di Feynman in quello di  integrale sulle rotte, marittime appunto , volte all’ampliamento e sviluppo senza limite dello spirito
commerciale, che potremmo anche definire bottegaio  e ci eravamo lasciatI al periodo di metà ottocento, quando la solita  "perfida albione"  aveva pensato bene,  tramite la sua emanazione rivestita di setta, la massoneria di cavalcare tutto il malcontento delle singole entita’ nazionali verso i propri legittimi governi , per perseguire i propri eterni interessi . Cosi’ all’inizio del 1848 in Sicilia, quindi nei possedimenti italiani del nemico numero uno, l’Austria degli asburgo, a Milano, a Brescia, a Venezia  , di poi a Budapest,  a Praga alla periferia del centro per poi puntare al cuore stesso dell’impero a Vienna dove era riuscita a realizzare il colpo piu’ grossso l’eliminazione dalla politica e della direzione dello stato austriaco del piu’ strenuo difensore della tradizione e territorialita’
europea il principe Metternich  - facile con la sua messa fuori gioco realizzare pochi anni dopo  dal  1853 al 1855 la prima vera e propria sconfitta del principio terricolo nella sua concreta rappresentazione dell’impero russo, tramite una guerra, quella di Crimea , ovvero  il capolavoro del principio talassico
di spirito bottegaio, ottenuto giustappunto previa eliminazione dalla scena politica di Metternich e fidando sulla  vanagloriosa cialtroneria di Napoleone iii ed anche del re di Sardegna Vittorio Emanuele II e sulla inesperienza del giovane imperatore d’austria Francesco Giuseppe poco piu’ che ventenne. Dopo la Crimea E e la relativa vittoria sull'impero Russo , ci sara’ un incremento della supremazia dell’Inghilterra con la formazione da lei  appoggiata finanziata e fortemente voluta, dell’unificazione  italiana sotto i Savoia, cui pero’ negli anni appena successivi ci sara’ un nuovo ostacolo questa volta in terra di Prussia che perverra’ autonomamente alla unificazione  nel Reich Germanico 
grazie ad un
nuovo campione della territorialità: Ottone di Bismark (1870). Non e' un caso che in un precedente articolo giocando un po' a modificare la storia avevo individuato il momento catartico per impedire il trionfo del principio mercantile e talassico dell'inghilterra e  quindi a scongiurare tutto il bieco commercialismo del mondo moderno che ci opprime ancora oggi, proprio la giuerra di crimea -  un ritorno di Metternich nell'agone politico a 8o anni  con magari un opportuno successore,  che non si fa trascinare nella alleanza contro la russia ma anzi restituisce il favore del '49 quando lo Zar era intervenuto nella lotta contro la ribelle ungheria e  interviene con il suo esercito coinvolgendo anche la Prussia  ottenendo, quindi la vittoria sotto le mura di Sebastopoli contro l'alleanza  anglo-francese-savoiarda, da cui niente Regno d'Italia sotto i Savoia, in quanto la guerra del 59 malgrado l' aiuto inglese si risolvera' in un disastro per Francia e Regno di Sardegna,  idem la cialtronesca spedizione dei 1000 del brigante Garibaldi. Purtroppo c'e' da dire che all'indomani della caduta di Bismark nel 1888,  l'inghilterra riprese con fervore il suo ruolo di seminatrice di zizzania,  fomentando tutti i
movimenti di destabilizzazione dell'ordine costituito, se quest'ordine era quello della tradizione, della territorialita', della solidita' dei confini , fino a pervenire finalmente nel 1914 al suo compimento . una guerra di tutte le nazioni europee e di li' a poco addirittura mondiale con la scesa in campo dell'AMERICA, ovvero quella ISOLA PIU' GRANDE,  che sempre Schmitt nei suoi saggi aveva individuato come ideale passaggio di testimone per un perpetuarsi del dominio marittimo e quindi mercantile e bottegaio -   un principio che avra' la sua ratifica e incondizionata vittoria con la seconda guerra mondiale, previa la creazione di una sorta di  ideale crociata contro  il principio di territorialita' equiparato ad una sorta di potenza del male nella germania nazionalsocialista - 
una narrazione che invero, specie sotto le indagini di una sempre piu' approndita ricerca storica, mostra sempre piu' falle e induce alla asserzione sempr piu' convinta che.... la storia la fanno i vincitori.  

mercoledì 5 novembre 2025

L'INTEGRALE SULLE ROTTE

In verita’ la primordiale e non soggettiva  scelta di integrale su di un altro cammino e’  a livello della grande demarcazione, vero e proprio nodio di Gordio, tra civilta’ di terra e civilta’ di mare, fatta  dal grande geo-fisico tedesco Carl Schmitt nel suo libello Terra mare del 1942 e nella successiva ratificazione nel poderoso saggio Il Nomos della terra . Dobbiamo purtroppo constatare e proprio sulla base della teoria Schmittiana che le potenze di mare capitanate dall’Inghilterra con il suo atavico spirito bottegaio anglosassone e’
riuscita ad avere, in questi nostri tempi moderni  e anche post moderni  ovvero inizio di nuovo millennio, il fatidico 2000, partita vinta un po’ su tutta la linea : La fluidita’ del mare come metafora di un mondo di soli interessi economici, senza confini, senza limiti, dove gli unici valori sono appunto il denaro, i mercati, il commercio, niente piu’ scambio di valori come le antiche comunita’ e che tutto sommato ancora erano manifestati dalle civilta’ terricole, con le loro tradizioni, i propri confini, la propria s
olidita’ terrena  ma un unico solo valore di scambio a decidere delle sorti di un mondo equiparato ad una grande bottega. D’altra parte tutto puo’ essere condensato in una sorta di boutade espressa da Palmerston un politico inglese degno rappresentante della sua terra di bottegai “noi inglesi non abbiamo nemici eterni, non abbiamo neppure amici eterni, noi abbiamo solo interessi eterni”  - che schifo eh? Ebbene questo e’ lo spirito che ha finito per dominare in quasi tutto il mondo conosciuto, anche quello che apparentemente dovrebbe essere alquanto ostico al principio economico e bottegaio (La Cina comunista, l’Islam, l’India e anche la Russia di cui tuttavia sono da rimarcare alcune sollecitazioni in senso diametralmente opposto emerse nel corso dell’aria Putin grazie anche ad una forte influenza del filosofo Alecxander Dugin che si rifa’ ad una concezione diversa , denominata “euroasiatica”  nella ricerca di una modalita’ di cilvilta’ multipolare e non bipolare o unipolare come quelle cui abbiamo assistito negli ultimi 80 anni  da lui denominata “quarta teoria politica” in relazione alle precedenti tre espresse dalla cultura occidentale : Liberalismo, Socoialismo e Fascismo. L’offensiva del,le potenze di mare contro quelle terricole incomincia grosso modo con il Regno della Regina Elisabetta I detta  la Grande nel XVI secolo  che giustappunto sceglie il mare e la potenza economica del commercio  facendone l’assoluto protagonista della vita sociale del Paese  e mettendo in sott’ordine tradizione, lealta’ , onore , prova evidente un  delinquente comune di  un certo ingegno e abilita’, il pirata Francis Drake viene creato nobile grazie alle sue ruberie  devolute pero’ al suo Paese, inaugurando così quella mercificazione della distinzione  che perde il suo carisma nobiliare  e che dura ancor oggi (non sono i campioni di incassi: attori, campioni sportivi, intellettuali di successo, industriali, commercianti e quant’altro sempre legato all’interesse,  ad ascendere al titolo di Sir, da Drake appunto,  ai Beatles, a Popper, a Alec Guinnes a Jackie Stewart, a Tom Jones,
ovvero  l’aristocrazia di chi riesce a portare profitti? 
Sono due gli eventi, sempre in ambito anglosassone  che danno una marcia in piu’ a questa marinizzazione e conseguente commercializzazione  del mondo:  la rivoluzione industriale e la nascita della massoneria,  entrambi databili al secondo decennio del XVIII secolo, giusto  trecento anni prima di forse l’ultimo tentativo di prevalere nel dominio del mondo intero tramite l’invenzione di un virus  e  spacciare una falsa pandemia per una calamita’  ovvero una scusa per sottoporre l’umanita’ ad una vera societa’ distopica tramite un terrorismo di tipo sanitario. Con un mezzo (l’industrializzazione e mecca
nizzazione delle
risorse) e una istituzione settaria ( supporto al bottegaismo) l’Inghilterra comincia sistematica a tessere le fila del suo mercimonio  fomentando rivolte rivoluzioni ovunque con grande dispendio dell’unico valore ammesso come  scambio, cioe’  il denaro. Non partecipa alle guerre tra Stati terricoli come Prussia e Austria, ma in America fomenta una rivolta contro se’ stessa (quella dei coloni americani) per costituire una sorta di unione vassalla che un giorno potrebbe rivelarsi continuatrice del suo principio  bottegaio . (vedi in tal senso le acute considerazioni sempre di Carl Schmitt sul concetto di “isola piu’ grande” per continuare a perseguire i suoi “interessi eterni”; subito dopo se la prende con la Monarchia francese da tempo immemorabile sua principale rivale  nella  lotta per la supremazia continentale dell’europa ed ecco che fomenta la tristemente nota sanguinaria Rivoluzione francese. Con Napoleone diciamo che la cosa le sfugge di mano (un po’ come succedera’ con Kennedy nel XX secolo e con Trump nel XXI - speriamo con pero’ esito piu’ positivo per noi tradizionalisti e terricoli) . Napoleone che pure era stato affiliato alla Massoneria ed era il  frutto piu’
Buonaparte dovette tutto il suo successo a Barras fin da Tolone
e sopratutto durante 1^ campagna d'Italia
 
appariscente dell’arci massone Paul Barras che ne aveva fatto il suo pupillo , abbagliato dai suoi non troppo chiari successi (c’era stato dietro sempre Barras specie nella prima campagna d’Italia,  e sai, quando sei riuscito a convincere uno che sei una sorta di semidio invincibile vedi le stesse dichiarazioni del Generale Buonaparte subito dopo la battaglia del Ponte di Lodi, e’ difficile poi fafrlo tornare nei limiti della sua figura di Generaluccio squattrinato e neppure particolarmente dotato, ma tutto costruito), si era ben presto “montato la testa
“ e aveva subito pensato di non  sver bisogno di aiuti esterni (niente
piu’ Barras col nuovo secolo e neppure niente piu’ Inghilterra e Massoneria, specie dopo essere entrato nella parte del Generale piu’ che fortunato - vedi Marengo nel giugno 1800  e le conferme del biennio di cinque anni dopo (1805-1806), quando perfino Hegel  vedendolo sul suo cavallo bianco dopo la battaglia di Jena  lo considero’ l’incarnazione dello spirito della storia (gli storici non ci dicono pero’ se il filosofo conservo’ questa impressione dopo la battaglia di Eylau (gennaio 1807) dove solo una forzatura nel
mantenimento di truppe sul campo, impedì di valutare l’esito di questa battaglia un disastro.) Ricomposto il passo falso Napoleone  dopo la battaglia di Waterloo,  questa volta pero' le mire inglesi sul continente furono sistematicamente frustrate da un appartenente alla piena tradizione terrestre conservatore, tradizionalista e estremamente efficace e capace  senza i velleitarismi di Napoleone : il Principe Klemens von Metternich che per oltre trent'anni riusciì a perseguire un ordine puramente terrestre  nel pieno rispetto della tradizione recuperata e dell'ordine.  Fu lui molto piu' di Napoleone la vera bestia nera dell'Inghilterra  che le impedi' sistematicamente di intromettersi negli affari continentali. Fu all'incirca  dopo oltre trent'anni di questo tipo di smacchi che Massoneria
e Regno d'Inghilterra (molto piu' correlati e interconnessi di quanto potrebbe immaginarsi) concepirono una strategia che avrebbe loro permesso di insinuarsi con maggiore efficacia negli affari degli Stati Continentali :  appoggiare le proteste, le istanze cosidette liberali, i motivi di insoddisfazione e quindi anche di ribellione di ogni singola entita' nazionale, o statarello che sia : dalla Francia, l'Austria, la Grecia, la Turchia, i singoli Stati  e statrelli cui era composta l'Italia . Occorreva quindi una dose molto elevata di quello che oggi chiamiamo buonismo, ovvero una generale diffusa ipocrisia che faceva prendere le parti dei cosidetti diseredati , ma solo per il loro potenziale di sovvertimento che queste frange di popolazione avevano in nuce, equesto profondendo in tali iniziative  una altresì  elevata capacita' di finanziamento, ovvero capitali disponibili per foraggiare appunto tali movimenti.   Una prassi, che non e' difficilile riconoscere fattasi piu' che comune nel corso degli anni e diventata un vero e proprio modus operandi di tutte le cosidette elites fondate sul denaro e sullo spirito bottegaio di cui l'inghilterra aveva  profuso tutta se stessa. Se dunque Feynman in fisica quantistica pone un integrale sui cammini per addivenire a diverse possibilita' di rapportarsi con un fenomeno, l'Inghilterra la nazione bottegaia per eccellenza ha sempre posto nella sua prassi di potere  un integrale sulle rotte del suo sviluppo marittimo e commerciale, teso a dominare le nazioni del continente  europeo a tendenza terricola.  

 

 

domenica 2 novembre 2025

UN GATTO COME MULTIVERSO

 

E' di nuovo di scena un gatto o meglio "il gatto" quello famoso per il suo paradosso, diciamo quello che gli ha appiccicato addosso il suo ideatore  :  Il gatto di Schrödinger. In verita' il suo paradosso comincia a prendere corpo nel contesto di un altro paradosso quello di Einstein-Podolsky-Rosen (EPR), pubblicato nel 1935, che criticava una caratteristica fondamentale dei sistemi quantistici secondo l'interpretazione di Copenaghen (sviluppata da Bohr e Heisenberg), successivamente nota come entanglement quantistico. Secondo la teoria ortodossa, due sistemi fisici interagenti devono essere trattati come un sistema unico, descritto da un unico stato quantico: uno stato "entangled", ovverosia "intrecciato". Schrödinger, che condivideva lo scetticismo verso la teoria ortodossa, fece notare un altro aspetto problematico. Il principio di sovrapposizione, uno dei cardini della meccanica quantistica, afferma che se un sistema può trovarsi in due stati distinti, può trovarsi anche in una qualsiasi loro combinazione lineare. Questa sovrapposizione ha come conseguenza osservabile un fenomeno di interferenza (si veda ad esempio l'esperimento della doppia fenditura). Se però si esegue un'osservazione del sistema, questo viene indotto ad assumere uno stato determinato. Secondo Schrödinger, questo postulato e il concetto di entanglement avevano conseguenze potenzialmente paradossali. In particolare, il fisico austriaco descrisse

un esperimento ideale in cui la sovrapposizione di due stati atomici distinti può essere "trasferita" ad un oggetto macroscopico, andando decisamente contro il senso comune. Spesso il risultato dell'esperimento viene presentato nei termini seguenti: dopo un intervallo uguale al tempo di dimezzamento, l'atomo può essere decaduto o meno con la stessa probabilità, quindi si trova in una sovrapposizione dei due stati. Ma poiché il decadimento determina la sorte del gatto, questo dovrebbe essere considerato contemporaneamente vivo e morto: almeno fino a quando non si compie un'osservazione, aprendo la scatola.
L'apparente paradosso nasce dal fatto che in meccanica quantistica non è possibile descrivere classicamente gli oggetti, e si ricorre ad una rappresentazione probabilistica: per mostrare il fatto che una particella può collocarsi in diverse posizioni, ad esempio, la si descrive come se essa fosse contemporaneamente in tutte le posizioni che può assumere. Ad ogni posizione possibile corrisponde la probabilità che osservando la particella essa si trovi proprio in quella posizione. L'operazione di osservazione, tuttavia, modifica irrimediabilmente il sistema poiché una volta osservata in una posizione la particella assume definitivamente quella posizione (cioè ha probabilità 1 di trovarsi lì) e quindi non si trova più in una "sovrapposizione di stati".

Schrödinger non si associava a questo punto di vista, che contrastava con il determinismo della fisica classica. Pur avendo sviluppato il concetto di funzione d'onda, l'interpretazione che egli stesso ne dava era diversa da quella probabilistica, che poi fu introdotta da Born: Schrödinger condivideva piuttosto l'idea delle "onde di materia" di de Broglie. ovvero l'ipotesi che affermava che ai corpi materiali, e in particolare alle particelle, sono associate le proprietà fisiche tipiche delle onde. Formulata appunto  nel 1924 da Louis de Broglie, trovò presto conferma sperimentale e dette un impulso fondamentale allo sviluppo della equazione d'onda di Schrodinger ed in particolare portando al concetto di dualismo onda-particella,  ipotesi costitutiva della Meccanica Quantistica . 
Ritornando al caso del gatto, occorre tuttavia precisare che la descrizione sopra esposta non è corretta. La stessa conclusione di Schrödinger, che peraltro non usa mai il termine "paradosso", è espressa in termini ben diversi: Schrödinger fa riferimento alla "funzione d'onda dell'intero sistema", non a quella del gatto.
Non è quindi corretto dire che il gatto è in una sovrapposizione di due stati, perché la sovrapposizione riguarda l'intero sistema. La differenza fondamentale è che i due sottosistemi, cioè l'atomo e il gatto presi singolarmente, sono piuttosto descritti da una miscela statistica. L'incertezza sulla sorte del gatto è "classica": esso è vivo o morto con una probabilità del 50%, senza alcuna interferenza tra i due stati diversi.
La perplessità espressa da Schrödinger risiede nel fatto che la meccanica quantistica è apparentemente applicabile anche ad un essere vivente, che può ritrovarsi in uno stato di correlazione quantistica (entanglement) con una particella. È lecito chiedersi, quindi, se anche un oggetto macroscopico debba ubbidire alle leggi della meccanica quantistica, senza che ci sia la possibilità di verificarne gli effetti a livello sperimentale.
Schrödinger descrisse uno diabolico congegno per cui un felino diventerebbe entangled con un singolo atomo. Il sistema sarebbe descritto da una funzione d'onda che rappresenta, al tempo stesso, il gatto vivo con l'atomo eccitato e il gatto morto con l'atomo tornato nello stato fondamentale, dopo che il suo decadimento ha innescato il dispositivo letale. Gli esperti di fisica quantistica obietteranno che il gatto è un sistema complesso e aperto, che non può, neanche all'inizio del crudele esperimento, essere descritto da una funzione d'onda. Il ragionamento, tuttavia, solleva un'importante domanda: Perché, e come, la stranezza del mondo quantistico scompare nei sistemi macroscopici? »L'esperimento del gatto può essere
collegato al cosiddetto problema della misura. L'interpretazione di Copenaghen afferma che, se un sistema quantistico (come l'atomo dell'esperimento) si trova in una sovrapposizione della forma, una sua misura "costringe" il sistema a passare definitivamente in un altro stato. Da quel momento, la sovrapposizione è sparita e si parla di "collasso della funzione d'onda". L'esatta modalità del "collasso" è un problema che l'interpretazione di Copenaghen lascia aperto.
Tuttavia, si può argomentare che la "misura" di un sistema quantistico consiste nell'entanglement tra un apparato sperimentale - per definizione macroscopico - e il sistema quantistico in esame. Nel nostro caso, il gatto gioca il ruolo dell'apparato sperimentale, poiché "registra" lo stato dell'atomo. Allora, la presenza del gatto fa sì che la sovrapposizione in cui si trova l'atomo venga "trasferita" al sistema complessivo (atomo + gatto). L'atomo, dunque, non è più in una sovrapposizione - così come non lo è il gatto.
D'altra parte, rimane un problema da affrontare: non esiste alcun effetto osservabile che dimostri l'entanglement tra atomo e gatto, o la sovrapposizione dei due stati in cui può trovarsi il sistema complessivo. Questo problema permane, naturalmente, anche se il gatto è sostituito da un apparato sperimentale inanimato.
La teoria della decoerenza quantistica, nata per superare simili difficoltà, afferma che le previsioni della meccanica quantistica sono corrette. Il motivo per cui non è possibile osservare effetti quantistici in oggetti macroscopici, è che questi sono inevitabilmente accoppiati in qualche modo con l'ambiente esterno. Il gatto di Schrödinger, ad esempio, non sarà mai realmente isolato dal resto del mondo. Ciò significa che il sistema atomo + gatto diventa, nel giro di un tempo brevissimo, entangled con l'ambiente esterno, così che - a ben guardare - non è più descritto da una sovrapposizione quantistica: in altri termini, perde coerenza. Le verifiche sperimentali di questo fenomeno sono possibili studiando sistemi mesoscopici (a volte soprannominati "gattini di Schrödinger"), cioè con pochi gradi di libertà. Esistono ormai diverse osservazioni sperimentali che dimostrano come un accoppiamento tra un sistema quantistico e un sistema mesoscopico porti alla decoerenza in tempi brevi ma apprezzabili. L'interpretazione di Copenaghen, pur lasciando aperto il problema della misura, è in grado comunque di rispondere alla critica portata dall'esperimento immaginato da Schrödinger. Secondo le idee di Bohr, è sufficiente considerare che il gatto - o in generale l'apparato di misura - esegue una "osservazione" del sistema quantistico, il cui risultato è sempre ben definito. Finché l'atomo non decade, il gatto è senz'altro vivo, e ciò è determinato senza alcun bisogno di un osservatore esterno che apra la scatola.
La difficoltà di una risposta "alla Bohr", tuttavia, è il confine arbitrario che deve essere tracciato tra sistema microscopico, che si comporta secondo le regole della meccanica quantistica, e osservatore macroscopico, che sembra ubbidire alle leggi della fisica classica. 'interpretazione a molti mondi di Everett, Wheeler e DeWitt assume l'esistenza di una "funzione d'onda universale".
l'interpretazione Multi-mondo è quell'ipotesi della meccanica quantistica, che asserisce la realtà oggettiva della funzione d'onda universale e nega il fatto del suo collasso. Molti mondi implicano che tutte le possibili storie alternative e gli scenari per il futuro sono reali e ognuno di essi rappresenta un mondo (o universo) esistente
.
Ecco quindi che il 
gatto di Schrödinger, in questa ipotesi, non è paradossale perché le due possibili alternative sono entrambe realizzate. Non è possibile rendersene conto solo perché, attraverso l'entanglement e il meccanismo di decoerenza, la sovrapposizione riguarda l'intero Universo. Un osservatore, quindi, vede realizzarsi solo una delle due alternative perché fa egli stesso parte di uno dei due possibili "stati" dell'intero Universo.

L'ODIO HA UN CHE DI SINISTRO

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