Ancora per la serie “influenza” o meglio “ri-influenza “ da testo libresco, nella fattispecie Il mattino dei maghi” di Pauwels e Bergier e sul proseguo passiamo dalla fisica quantistica con la sua doppia fenditura, lo spin, il collasso dell’equazione d’onda e l’integrale sui cammini di Feynman oltre ovviamente a stringhe, e al più possibile di Super, nelle stringhe, nella simmetria, nell’inconscio e alla fin fine, augurabile anche ad un certo “uomo” e perveniamo all’alchimia cercando di fare una bella miscellanea tra i due specifici, quello che i fisici chiamano “fusione di zona” ovvero il raffinamento dei materiali protratto per un numero altissimo di volte che serve a preparare il germanio e il silicio puri dei transistor e dei vari microchips, ma che la alchimia raccomandava in tuitti i suoi manuali e insegnamenti, ovvero distillare mille e mille volte l’acqua che costituirà l’elisir, non necessariamente solo di lunga vita. Quanto più ci si indentra nell’alchimia e si risale nel passato, tanto più si trovano ammaestramenti genericamente ascritti all’alchimia ma espressi nelle forme e con gli strumenti più disparati. La più immediata delle associazioni è con la chimica, ma non meno rilevante è l’architettura : le opere di Fulcanelli , questo misteriosissimo “ultimo alchimista” che scrisse le sue opere negli anni venti del novecento, sono dedicate al Mistero delle Cattedrali e a minuziose descrizioni delle “Dimore filosofali”, per lui l’alchimia sarebbe il legame con antiche civiltà scomparse, del tutto ignorate dalla archeologia ufficiale, e comunque tutta l’architettura medioevale è per lui la testimonianza della consuetudine antichissima di trasmettere il messaggio della conoscenza attraverso cattedrali e giustappunto “dimore filosofali” Ancora apprendiamo dal libro di Pauwles e Bergier che Newton credeva all’esistenza di una catena di iniziati di remotissima ascendenza che conosceva i segreti della trasmutazione della materia e pertanto anche quelli della sua disintegrazione – lo scienziato atomico Andrade in una conferenza a Cambridge del 1946 in occasione del terzo centenario di Newton, lasciò palesemente intendere che lo stesso Newton apparteneva a tale catena e non aveva rivelato al mondo che una piccola parte del suo sapere ”io non posso sperare di convincere gli scettici“ aveva detto ”che egli aveva poteri di profezia, nonche’ di antichissime conoscenze (un canonico futuro anteriore) che lo avevano raccordato ad una comprensione dell’antimateria e anche dell’energia atomica. Sempre a proposito dell’alchimia e sempre nel nostro oramai accreditato libro guida alla conoscenza, apprendiamo che uno degli autori Jacques Bergier che dal 1934 al 1940 fu assistente di Andrè Helbronner un geniale e originalissimo professore insegnante di “chimico-fisica” che aveva appunto creato questo inusitato connubio tra le due scienze e vantava importantissime scoperte sui metalli colloidali, sulla liquefazione dei gas e sui raggi ultravioletti. Questo professore era anche perito legale presso i tribunali in merito alle trasmutazione degli elementi e pertanto aveva modo di frequentare studiosi, scienziati, ma anche impostori e falsi alchimisti. Così un pomeriggio di giugno del 1937 Bergier che si trovava spesso a seguire il prof.Helbronner nei suoi incontri con i personaggi più disparati si trovò all’appuntamento e con un soggetto decisamente fuori le righe, che nessuno gli tolse mai la convinzione che potesse trattarsi di Fulcanelli in persona che cominciò a parlare al professore e quindi anche a lui in termini quanto mai apocalittici “il professore Helbronner, di cui voi credo, siate assistente ha voluto tenermi al corrente di di alcuni risultati ottenuti in merito alle proprie ricerche di energia nuclear, in particolare dell’apparizione della radioattività dovuta al polonio quando un filo di bismuto è volatizzato da una scarica elettrica nel deuterio ad alta pressione: voi siete molto vicini alla riuscita, come d’altronde altri scienziati contemporanei (pensiamo a Einstein Heisenberg, Bohr, De Broglie, Dirac, Pauli, Schrodinger ed anche ai nostri “ragazzi di via Panisperna” Fermi, Amaldi, Segre, Pontecorvo, Majorana, soprattutto Majorana). Atmosfera pesante, un gelido soffio di vento attraversa l’aria nelle vicinanze del Pont Neuf e scompiglia i capelli dei tre interlocutori, questo Bergier non lo trasmette, ma ho supplito io, trascinato in questo costruito spazio/tempo innescato da pagine scritte e compenetrato in uno di quei momenti fortemente significanti, dove non è tanto la descrizione dei fatti e delle situazioni che conta, quanto l’atmosfera, le emozioni sottese, la suggestione e un bel surplus di stato d’animo…. Ed ecco il parlato, proprio dell’uomo più o meno individuato come Fulcanelli che come chiosa il momento con un lapidario “Posso permettervi di mettervi in guardia?” cui fa seguito l’esplicazione “gli studi ai quali vi dedicate, voi e i vostri simili, sono terribilmente pericolosi; essi mettono in pericolo non soltanto voi, sono temibili per l’intera umanità. La liberazione dell’energia nucleare è più facile di quanto non pensiate, e la radioattività prodotta può avvelenare l’atmosfera del pianeta per lunghi anni, inoltre deflagrazioni atomiche possono essere prodotti con pochi grammi di metallo e radere al suolo città intere. Bhe! diciamo che un tipo di incontro del genere vale la pena di essere riportato ed è quanto mai istruttivo per noi lettori leggerlo e ri-leggerlo, magari anche con un intervallo di quasi sessant’anni. Il probabile Fulcanelli avrebbe infine chiosato con un palese accenno alle ultime tendenze della fisica: la relatività, il principio di indeterminatezza, quello di complementarietà, le equazioni d’onda e il loro collasso, pongono sempre in crescente rilevanza il ruolo dell’osservatore nella esamina dei fenomeni, ed ecco quindi il segreto dell’alchimia che potrebbe appunto riguardare proprio questo ruolo dell’osservatore come precipuo mezzo di manipolare materia e energia in modo da produrre un campo di forza, che giustappunto re-agisce all’osservatore e lo mette in una situazione privilegiata di accesso alla realtà, altrimenti occultata. “L’essenziale” doveva quindi concludere il probabile Fulcanelli “non è la trasmutazione dei metalli, ma la modalità d’essere dello sperimentatore…. è proprio questo che gli alchimisti i veri alchimisti chiamano “la grande Opera “ Modalità d’essere e anche di fare , che si avvale di un principio che potremmo chiamare di “ripetizione” un po’ a somiglianza di quanto Lacan diceva a proposito dell’inconscio…. “egli non parla ….ripete!” , l’alchimista e in qualche modo, il fisico moderno che vuole riprendere l’antica tradizione, che vuole coniugare il tempo al futuro anteriore, deve portarsi come l’inconscio, ovvero trasferire la sua immaginazione con un’opportuna coniugazione che lo trasferisca al registro del simbolico: ovvero si produce migliaia di volte lo stesso esperimento, facendo variare ogni volta uno solo dei fattori attraverso la moltiplicazione dell’immaginario per il suo coniugato e così pervenendo al simbolico proprio dell’inconscio, fino a raggiungere qualcosa di straordinario, qualcosa che fa del Reale un qualcosa in più dove scompare l’ordinario razionale tanto decantato da Hegel e fa capolino l’irrazionale che va a braccetto col Simbolico. In fondo è una sorta di legge che ricorda il principio di esclusione di Pauli, ovvero in un dato sistema (ad esempio l’atomo e le sue molecole) non possono esservi due particelle eguali (neutroni protoni, elettroni, mesoni) e neppure due onde con il medesimo punto di collasso: Tutto è unico in natura mutano solo i modi di osservazione e quindi lo stato di chi osserva: Se si ripete migliaia di volte un esperimento , alla fin fine si perverrà a qualcosa di straordinario sia esso un limite, una derivata, un integrale che avranno tutti un loro cammino. E’ quindi con la ripetizione che i segreti dell’energia e della materia potranno essere svelati, una operazione del tutto simile al funzionamento dell’inconscio, il fisico che ri-assume l’alchimista nel suo cammino al futuro anteriore entra in possesso della chiave che regola la meccanica dell’Universo, la manipolazione degli elementi permette dunque di trasmutare gli elementi ma anche di trasformare lo sperimentatore stesso, e di stabilire nuovi rapporti tra il suo “spirito” oramai animato e lo spirito universale in eterno stato di concentrazione. Ultima tratta di conoscenza tratta dal libro Il mattino dei maghi, riguarda il fatto che tutti i testi di alchimia asseriscono che in Saturno si trovano le chiavi della materia. Per coincidenza tutto quello che si sa oggi in fisica nucleare si basa sulla descrizione dell’atomo saturniano, ovvero una massa centrale che esercita una attrazione circondata da anelli di elettroni ruotanti (l’atomo di Bohr e della celeberrima Interpretazione di Copenaghen) Ora come è noto la teoria dei Quanta e la meccanica ondulatoria si basano sul comportamento degli elettroni; nessuna teoria e nessuna meccanica ci spiegano con esattezza le leggi che regolano il nucleo. Ancora da L’interpretazione di Copenaghen si immagina che tale nucleo sia composto di protoni e neutroni, ma nulla di preciso si conosce sulla entità elle forze nucleari esse non sono né elettriche, né magnetiche, né gravitazionali, si ipotizza che siano una sorta di particelle intermedie tra neutrone e protone denominate mesoni, oppure chissà forse cedono di più a quel melange tra particella e onda che potrebbe riferirsi a stringhe di energia come la musica espressa da corde in tensione tipo la corda di un violino, fino ad andare a comporre una misteriosa Teoria, detta appunto M dove tutto quello che la compone merita la qualifica di Super (super stringhe , Super Simmetria, e un inconscio come Super Es ) Ora, tutti questi dubbi, tutte queste teorie, anche tutti questi Super, che caratterizzano l’intera essenza delle forze nucleari e della stessa struttura del nucleo ci obbliga anche a perseguire le ipotesi più ardite : se l’antica trasmutazione alchemica può rivestire quel senso al futuro anteriore è perché le proprietà del nucleo non sono state ancora sondate a sufficienza. Si cominciano ad intravedere strutture infinitamente complesse all’interno del protone, del neutrone e si intravedono leggi che potrebbero essere fondamentali e unificanti (tipo quella di coniugazione tra relatività e meccanica quantistica, o magari quel principio di parità che non si applica al nucleo; si comincia a parlare di una anti-materia e di materia oscura e della possibile esistenza di più uniiversi, coevi e paralleli al nostro universo visibile. Il futuro anteriore e cioè la congiunzione tra fisica moderna e antica alchimia, potrebbe essere prossimo, in quel simbolico che ripete e di cui è depositario l’inconscio
L'associazione tra il titolo del blog LENARDULLIER con l'architetto LECORBUSIER tende ad un parallelismo con l'Archè = Principio, che deve misurarsi con la modernità = Technè, quindi un "futuro anteriore" applicabile a diversi specifici di conoscenza
sabato 29 gennaio 2022
venerdì 28 gennaio 2022
PARTICELLE E/O FLUSSI AL FUTURO ANTERIORE
Non posso di fare a meno di pensare a quel giorno in casa di Evola e con quel po' po' di invitati se invece di parlare di Horbiger e di altri personaggi piò o meno accreditati come campioni di esoterismo, maghi, alchimisti e quant'altro avessi invece condotto il discorso giustappunto sulla fisica quantistica, lo spin e questi altri tipo di misteri, senza apparenti implicazioni esoteriche, secondo gli studi di De Broglie, Dirac, fino magari passare dalle particelle più conosciute ovvero protoni elettroni e neutroni al flusso dell'equazione d'onda e il suo collasso, con Schrodinger. Tutti sarebbero rimasti di stucco, ma di certo non Evola che probabilmente mi avrebbe senz'altro ribattuto, magari incanalandomi la conoscenza verso lidi più improbi, ma forse più promettenti. Quelle famose proiezioni di numeri negativi, che sull'esempio del calcolo infinitesimale consentono lo spostamento al registro dell'immaginario e magari previo quell'inversione di segno portare al registro del simbolico, avrebbero potuto dar luogo a quelle inversioni programmatiche dove determinante risulta il prefisso "anti" cosi l'antiprotone, l'antineutrone, il positrone, che magari potevano applicarsi anche ai calcoli di quella famosa equazione d'onda, dove non parliamo più di stati e particelle , ma piuttosto di flussi. In effetti siamo nell'ottica di quei numeri quantici di stranezza, che in quanto indice ne ho fatto cenno nel precedente articolo: che ne dite se lo psi(maiuscolo Ψ - minuscolo ψ) del coefficiente d'onda di Schrodinger lo applicassimo appunto ad un flusso o magari a qualcosa di più complesso di una particella sia essa neutrone, protone o elettrone, ecco magari una stringa tipo quella che il giovane Gabriele Veneziano cominciò ad avanzare 5 anni dopo nel 1968? Mi sono anche sorpreso di trovare nel libro di Pauwles e Bergier un accenno, anzi parecchio più di un accenno, all'esperimento della Doppia Fenditura che a questo punto possiamo fare sia con particelle che con ondecon il quale anche in questo stesso blog coi siamo misurati più volte: Loro lo portano in termini quanto mai didascalici "prendete un foglio di carta, fateci due tagli a breve distanza e passateci un oggetto abbastanza piccolo per passare attraverso una fenditura, tipo un elettrone, ma ecco che la prima sfida al senso comune è quella che tale oggetto, passa contemporaneamente per entrambi le fenditure. producendo effetti del tutto dissimili che se una delle fenditure viene chiusa :Einstein si servì di tale esempio nel 1927 al convegno Solvay di Bruxelles nel 1927 per confutare la famosa "interpretazione di Copenahghen" di Bohr e Heisenberg, trovando di poi dalla sua personaggi come De Broglie, Dirac, Schrodinger e ci aggiungo io, il Feynman de "L'integrale sui cammini" (1948) e tutte le formulazioni della teoria delle stringhe (1960) e superstringhe ( anni settanta e ottanta) nonchè M Theory (1995) . Da quell'esperimento sono derivate diverse dottrine in particolare la meccanica ondulatoria. Siamo in una accezione più che scientifica nevvero? eppure stiamo utilizzando uno dei testi più misterici che sia stato scritto negli ultimi 70 anni e a questo punto i nomi dei fisici sopracitati andranno comparati e spesso e volentieri confusi, assimilati con quelli di Gurdjef, Flammarion, Fulcanelli, Guenon e molti altri citati da Pauwles e Bergier nel loro eccezionale saggio. "Se potessi ripercorrere la mia vita " dice uno dei due autori "non sceglierei certo di essere scrittore e passare i miei giorni in una società ritardata...mi farei fisico teorico per vivere nel cuore ardente del romanzesco vero. il nuovo mondo della fisica smentisce formalmente ed anche strutturalmente le concezioni della disperazione e della mediocrità...una conoscenza reale, oggettiva dell'evento, che coinvolge cultura e socialità, ed anche etica e comportamento, ci insegna che vi è un certo indirizzo della storia umana, che va alla ricerca di un reale accrescimento dell'essenza umana, non però affidandosi ad una esecuzione di tipo meccanico, tipo il progres sismo della nostra epoca ma piuttosto alle ragioni più profonde di una tradizione: come più di un grande pensatore ha osservato (Jung, Lacan, Mattè Blanco, Guenon, Evola) e il libro di Pauwels e Bergier ribadisce; occorre che il tempo venga coniugato al futuro, ma non un futuro semplice, bensì composto, composto di modalità passate che possano essere riprese in virtù del loro potenziale "a - venire" : il "sarà stato del futuro anteriore " Il futuro semplice, quello dello stracco e disumano "progresso" si è fin troppo toccato con mano che esso non ha prodotto che fame, terrore, miseria, disordine, guerra e distruzione, e in ultima analisi, parlando di questo secondo ventennio del terzo millennio, anche quella diffusa e generale distopia fondata su menzogne e paura,che solo qualche fantasioso scrittore poteva immaginare: diciamo che forse un giorno una delle peculiarità della coniugazione al futuro anteriore, quel "sarà" che viene "ri-assunto" nel suo stato, ma anche nel suo flusso, riuscirà a squarciare il mistero delle particelle, delle onde o delle stringhe che regolano il nostro essere .
mercoledì 26 gennaio 2022
LO SPIN E L'INDICE QUANTICO DI STRANEZZA
Sulla scia dell'articolo precedente sulla ri-lettura di grandi libri e la sottesa sincronicità della scelta, o per meglio dire della "ri-scelta", di solito assai più interessante e sconvolgente della seconda (vedi più di un saggio di Evola, il thalassa, thalassa di Senofonte parariferimento del Thalassa di Ferenczi, Mephisto di Klaus Mann, praticamente tutto Freud, la mente bicamerale di Jaynes, lo scopino dello specchio di Lacan, etc) vado a confrontarmi con la casuale rilettura de Il mattino dei maghi in una edizione che non è quella non quella originale del 25 novembre 1963, della quale discussi più che altro della teoria delle Quattro lune e del ghiaccio di Horbiger con Julius Evola, invitato, io ragazzino appena iscritto alla MSI e alla Giovane Italia distintivo grigio, nell'appartamento in Corso Vittorio Emanuele a Roma dove abitava il grande filosofo. Ho un. ricordo incisivo e entusiasmante di quell'incontro, dove erano anche presenti il principe Junio Valerio Borghese dal quale mi feci firmare un libro che avevo sulla X MAS, Pino Rauti, un giovane Giorgio Almirante della cui corrente molto intransigente facevo parte e Amelia Graziani la nipote del Maresciallo che doveva convincermi a saltare alcuni anni scolastici e presentarmi alla maturità classica presso l'Istituto di recupero che dirigeva in via Flaminio assieme al suo compagno un principe egiziano in esilio alto due metri. Il libro di Pauwels e Bergier rappresentava all'epoca uno dei miei fiori all'occhiello di una conoscenza ancora molto deficitaria della concezione di vita da me preferita (c'erano come esigui rappresentanti il Zarathustra di Nietzsche e l'Origine della tragedia, il saggio Di Guenon sulla crisi del mondo moderno e la lettura in corso di un paio di un paio di testi di Evola dove compariva anche la parola "sesso" che era all'epoca una di quelle che per me era capace di smuovere le montagne. La teoria di Horbiger, come ho detto era il principale cavallo di battaglia con il quale mi confrontavo in dibattito con il sommo studioso e debbo dire la verità, me la riuscii a cavare : come dicono i siciliani, il cui idioma da me molto utilizzato per quella mirabile assonanza tra parola espressione e situazionalità.... "me la spirugghiai " Completamente un altro binario nella rilettura odierna di ben 58 anni dopo: su Horbiger e altre teorie estreme, una ripassata veloce, con anche un pò di spallucce, ma sul tema della fisica quantistica così come affrontato dai due autori, bhe davvero la canonica zompata dalla sedia : a colpirmi fu anzitutto un passaggio quasi iniziale che è un pò un ossimoro della risposta a quell'imbecille di ex amico in merito all'anno in cui scientificamente ci troviamo (lui diceva che non siamo all'anno zero, io andavo al meno uno senza lasciarmi suggestionare dalla proiezione di qualsivoglia radice quadrata, che avrebbe potuto spostare il registro al piano immaginario : "A che punto siamo oggi?" quasi chiosano Pauwels e Bergier "in tutti gli edifici della scienza si sono aperte delle porte , ma l'edificio della fisica è oramai quasi senza muri: una cattedrale tutta di vetrate, in cui si riflettono gli albori di un altro mondo, infinitamente vicino" "la logica del buon senso non esiste più "aggiungono gli autori "nella nuova fisica una proposizione può essere vera e falsa contemporaneamente : AB non è eguale a BA, una stessa entità può essere continua e discontinua, statica o in movimento, insomma detta proprio nei termini dei grandi studiosi della materia : stato e flusso, particella e onda: Einstein e/o Bohr, Heisenberg e/o Schrodinger!!!!!! Qui però i nostri autori citando le cattedrali parlano anche di Fulcanelli e dei misteri dell'Alchimia e questa immagine di una cattedrale tutta vetrata mi intriga in maniera paradossale...niente più muri, solo trasparenze e al massimo qualche riflessione, l'ideale per lasciarsi andare a suggestioni che fanno giustappunto riflettere, laddove il paradosso , la stranezza sono elevati a sistema di comprensione , a sistema di conoscenza. Sono ancora loro i bistrattati Pauwels e Bergier (bistrattati o meglio sottovalutati fin quasi alla ironia dalla pseudo scienza ufficiale ) che introducono in questa immagine di cattedrale tutta vetrata senza più muri, ma solo di trasparenze e riflessione il concetto che si fa numero o meglio indice, io direi anche coefficiente, che si definisce "quantico di stranezza" - per tutto il corso del XIX secolo si pensava che due numeri al massimo tre, bastassero per definire una particella: il primo era la massa, il secondo la carica elettrica, il terzo il momento magnetico, ma ecco che con le nuove equazioni della fisica con i vari Plank, Lorenz, Einstein, Bohr, etc. quei tre numeri non bastarono più e fu necessario aggiungere una grandezza introducibile a parole che venne denominata SPIN. All'inizio si era creduto che tale grandezza corrispondesse ad un periodo di rotazione della particella su se stessa, un pò come l'intervallo di 24 ore che serve alla terra per l'alternarsi del giorno e della notte, ma ci si accorse ben presto che nessuna spiegazione del genere poteva reggere a livello particellare . Lo spin era soltanto lo spin, una quantità di energia legata alla particella che si presentava matematicamente come una rotazione senza che nulla ruotasse nella particella
lunedì 24 gennaio 2022
RI-LETTURE CON SINCRONICITA'
Ho più volte rimarcato come la gente di sinistra, e non certo da oggi, che questa farsa di pandemia ha fatto cadere tutte le maschere di pseudo intellettualità e ancor più di ipocrita impegno, si sia sempre caratterizzata per un dogmatismo di tipo scientista che è il più accreditato erede della religiosità alla Torquemada della Santa Inquisizione. "Non siamo mica all'anno zero" diceva uno di questi miei ex e oramai improponibili amici, riferendosi alla medicina, alla scienza sulle iper generali senza neppure un larvato accenno alla fisica quantistica e ai suoi apparenti paradossi : la doppia fenditura , l'entanglement, l'effetto farfalla, i neuroni specchio, la relatività ristretta e generale di Einstein, il principio di indeterminatezza di Heisenberg, l'equazione d'onda di Schrodinger, senza neppure un approfondimento alla psicoanalisi oltre quella accreditata dai rotocalchi scandalistici sul pantasessismo freudiano, senza menzione del ribaltamento del Al di là del principio del piacere, della pulsione di morte , della seconda topica, e a quell'analisi "interminabile" che indubbiamente non era in linea con la metodologia di sfruttamento consumista del capitalismo avanzato di dopo la prima e, vieppiù seconda guerra mondiale. "No che non siamo all'anno zero!..." rispondevo tranquillo io, più di 10, forse anche venti o magari trenta anni fa " ...siamo all'anno meno uno ! e guarda non ti ci metto neppure la radice quadrata per passare ai numeri immaginari, perchè non c'è nessun immaginario da perseguire, nè tanto meno inversione di segno che mi riporti attraverso il coniugato al Reale, e quindi ad un reale senza quel razionale, che costituisce la ridicola presupposizione di Hegel e di tutti i suoi ronzini, primo fra tutti Marx, tra i più recenti Popper e il suo esecutore pratico Soros. Siamo all'anno meno uno, negatività totale, senza se e senza ma, che fanno pensare alle avversatissime idee di Guenon, di Evola, di Eliade, ovvero un mondo come declino e non evoluzione, o come disse Juan Donoso Cortes alla Camera dei Deputati di Madrid del 1849 "la causa di tutti i vostri errori, Signori, sta nel fatto che voi ignorate la direzione della civiltà e del mondo:
"voi credete che la civiltà e il mondo progrediscano, in verità essi regrediscono" I pensatori sopraccennati hanno tutti questa verità ben chiara (involuzione e non evoluzione) al contrario degli Hegeliani, i positivisti e sopratutto la mentalità di sinistra che fa il suo esordio nel mondo in uno dei peggiori periodi storici, quello della Rivoluzione francese, e viene ratificata oltre mezzo secolo dopo, con presupponenze non a caso millantate come scientifiche, da un parvenu della filosofia con la sua stracca adesione ai principi hegeliani. La scienza acritica che i seguaci di Marx e le sue razzaffonate teorie hanno eletto a erede del dogmatismo religioso, e', in verità e da oltre un secolo, quanto mai fallace e relativissima (anche a non voler considerare la famosa teoria di Einstein e i vari principi della fisica), e i muri delle sue impalcature sono pieni di falle. Viene da pensare a quel "mistero delle cattedrali" che il non meglio definito Fulcanelli un secolo fa indicava come
simbolo di quanto perduto a seguito dell'affermarsi del cosidetto Umanesimo, cui persino un super razionalista come l'architetto Le Corbusier gli rispondeva con il suo "Quand les Cathedrales etaient blanches" come nostalgia di quel Medioevo, un'epoca altra, indubbiamente migliore. Oggi di certo non ci sono più cattedrali così come non c'è niente che ricordi la coralità del medioevo ed ecco perchè la cosidetta scienza appare come una sorta di muri diroccati dove tutti hanno sparato i loro proiettili e dove non rimane che lo scheletro dell'antica rappresentatività, però diciamolo, e questo assunto lo traggo non dalla conoscenza per così dire accreditata da questa cultura, che ha dato spazio a idiozie tipo la dialettica hegeliana e il suo ciò che è reale è razionale e viceversa, per non parlare della infame teoria marxiana che si è apoditticamente attribuita il termine di scientifico a proposito del suo ridicolo materialismo, ma lo traggo da teorie e pensieri altri, tipo i sopraccennati Guenon, Evola, Eliade e tipo anche un libro di cui ho casualmente ripreso la lettura un paio di giorni fa, ritrovandolo come occultato in un ripiano della mia libreria: "Il mattino dei maghi" di Pauwels e Bergier
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IL RISVEGLIO DELLA RAGIONE NEL FUTURO ANTERIORE
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