nel libro di cui a fianco Julius Evola parla espressamente di " DEMONIA DELL'ECONOMIA" nel senso che essa esprime l'idea che nella vita sia individuale che collettiva, la cosa di gran lunga piu' importante, addirittura fondamentale, e' il fattore economico e rappresenta qualcosa di normale e ottimale e non la piu' grande aberrazione dell'uomo. "siffatto carattere di sovversione " dice Evola nelle pagine del suo saggio "e' presentato tanto nel marxismo quanto dal suo apparente antagonista, il capitalismo: E' l'assurdo peggiore di quello di chi oggi presume di rappresentare una "destra" politica senza uscire dal circolo buio e chiuso della "demonia dell'economia, entro cui sia il marxismo che il capitalismo , insieme ad una serie di gradi intermedi, si muovono. Ecco qui Evola centra ancora una volta il problema di fondo sul quale mi sono sempre battuto che comunismo e capitalismo, magari per quest'ultimo usiamo il termine piu' filosofico di liberismo, siano in sostanza le due facce di una stessa medaglia. Evola rincara la dose e ci avverte "cio' (le due facce di una stessa medaglia) dovrebbe essere tenuto ben fermo da chi oggi si schiera contro le forze di sinistra : nulla e' piu' evidente che il capitalismo moderno e' sovversione quanto il marxismo - identica e' la visione materialistica della vita che e' alla base dell'uno e dell'altro, identici qualitativamente sono gli ideali di entrambi, identiche sono le premesse legate ad un mondo il centro del quale e' costituito dalla tecnica, dalla scienza, dalla produzione, dal rendimento e dal consumo. Finche' si parla solo di classe economiche, di profitti, di salari, finche' si credera' che il vero progresso umano sia correlato ad un particolare sistema di distribuzione della ricchezza e dei beni di consumo e che in genere esso abbia a che fare con la ricchezza o la indigenza, non sia sara' neppure sfiorato l'essenziale di una giusta, corretta e libera condizione di vita. Il punto di partenza dovrebbe essere invece la negazione recisa del principio formulato dal marxismo, e tutto sommato perfettamente accettato dal liberismo, che riassume l'insieme della piu' perversa delle sovversioni ovvero che "l'economia e' il nostro destino", si deve invece affermare senza mezzi termini che tutto cio' che e' economia, commercio, profitto, interesse, mercati e unico valore circolante quello di scambio, l'umanita' restera' imbrigliata in una condizione servile, subordinata appunto a questi meccanismi di scambio tra le funzioni di servo e padrone in una ottica sempre e solo bottegaia, dove come detto l'unico valore che conta e' quello di scambio di prodotti economici all'insegna della deificazione del denaro, mentre tutti i valori che un tempo prima dell'avvento dell'era mercantile (o bottegaia) si scambiavano, quali tradizione, lealta', onore, dignita' gerarchia, comando, imperium, sono inesorabilmente adombrati quando non addirittura cancellati. Mi accorgo di cambuare un po' le parole del Maestro, piccole correzione, qualche termine sostituito, ma quello che non viene meno e' di certo lo spirito, il senso dell'intero discorso, che appunto ci impone di non fare alcuna sensibile distinzione tra comunismo e liberismo, giustappunto due facce di una stessa medaglia. "Dov'e' che al giorno d'oggi..." ! si domanda Evola "...si combatte la giusta battaglia? Quistione sociale e problema politico stanno perdendo sempre piu' ogni significato superiore per definirsi sulla base delle condizioni che vengono assolutizzate e sciolte da ogni piu' alta esigenza. Il concetto di giustizia lo si riconduce all'uno o all'altro sistema di distribuzione dei beni economici, il concetto di civilta' lo si misura con quello di produzione e di questo non si sente che parlare : lavoro, rendimento, classi economiche, salari, proprieta' privata, rivendicazioni. Per gli uni e per gli altri sembra davvero non esistere null'altro al mondo. Per il marxismo magari qualcos'altro esiste, ma solo a titolo di sovrastruttura, dalla parte opposta si ha un maggiore pudore ad esprimersi in termini così drastici ma di fatto l'orizzonte non e' poi così differente : lo standard e' sempre quello economico, l'interesse centrale e' sempre l'economia, l'unico valore circolante rimane il valore di scambio. Tutto cio' attesta una vera e propria patologia della civilta', per cui quello che veramente si necessita e' di un mutamento radicale di attitudine , respingere fermamente ogni premessa materialistica e fare ritorno a quella tradizione laddove il fattore economico abbia solo un carattere accessorio e di marginalita' nel contesto di una societa' davvero libera. Non quindi il valore di questo o quel sistema economico deve essere messo in discussione, ma quello dell'economia in genere come scienza teorica e prassi politica. Se ne deduce che la stessa antitesi di tipo hegeliano tra capitalismo, o meglio tra liberismo e comunismo va relativizzata e considerata come pseudo antitesi; l'antitesi vera riguarda piuttosto un sistema nel quale l'economia e' sovrana e un sistema nel quale essa ha un ruolo marfinale rientra in un ordine dove ben altri sono i valori di fondo.
L'associazione tra il titolo del blog LENARDULLIER con l'architetto LECORBUSIER tende ad un parallelismo con l'Archè = Principio, che deve misurarsi con la modernità = Technè, quindi un "futuro anteriore" applicabile a diversi specifici di conoscenza
mercoledì 26 giugno 2024
mercoledì 19 giugno 2024
POST MODERNISMO : IL PEGGIO DEL PEGGIO
Forse c'è un termine, una parola che puo' riassumere tutta la repulsione, tutto il disgusto per i tempi di oggi. questa parola e' "post modernismo".che e' una vistosa imposizione aggressiva dell'ideologia liberale di estrazione "bottegaia" ..(non mi stanchero' di utilizzare la parola "bottegaia" come espressione della mentalita' mercantile di stampo anglosassone e che ha trovato la sua inverazione piu' assoluta nell'iperconsumismo americano, che qualcuno gli ha dato la dicitura di turbocapitalismo.) Gli americani non si sono limitati a raccogliere il testimone della bottegaia Inghilterra che per piu’ di tre secoli aveva spadroneggiato per il mondo forte dei suoi commerci e del suo motore : il denaro - hanno con il loro avvento, dopo la seconda guerra mondiale, al vertice del potere mercantile, commerciale, e tecnologico, affinato metodi e modalita’, sviluppando la cosidetta “guerra della rete” ovvero una guerra condotta non solo in termini di mercato e di valore di scambio, ma di una informazione globale , basata su di uno spregiudicato uso giustappunto della nuova rete informatica globalizzata e della risonanza dei cosidetti “media”, e cioe’ giornalismo, televisione, pubblicita’, social e computer, tutti aggiogati al carro dell’iperconsumismo del neo-liberismo, ( o probabilmente piu’ attinente la definizione Duginiana di post-liberismo). Contro questo post-liberismo di oramai gretta individuazione statunitense che si e’ imposto come comun denominatore di tutto il mondo occidentale, qualificandosi come iper modernismo,si erge l'uomo differenziato nella tradizione. Ecco perche’ ogni possibile conservatorismo da parte di una sia pure esigua minoranza dovra’ sempre estrinsecarsi in un perentorio “NO !” al modernismo, e dovra’ sempre riferisi ad una tradizione, anche se non espressamente manifesta nel contesto della realta’ circostante. Si riconosce subito quell’individualismo differenziato espresso dal grande e ovviamente ostracizzato dalla cultura modernista vigente, filosofo Julius Evola in special modo nel suo saggio “Cavalcare la tigre” ovvero una sorta di manifesto di un “tradizionalista senza tradizione “. E’ questo tradizionalismo l’unico atteggiamento perseguibile appunto dall'uomo che non si riconosce in nessun aspetto del post modernismo. ma cio’ nonostante si affida al piu’ totale e assoluto rifiuto di qualsivoglia parametro della Societa’ attuale, che dopo aver esaurito il moderno gia’ da mezzo secolo a questa parte e’ oramai in quella fase di post modernismo che non esprime null’altro che negativita’ e nefandezza. La parola d’ordine di tale atteggiamento, che ha i suoi araldi in pochi personaggi di cultura e spessore: Evola in prima istanza, ma anche Guenon, Eliade, Cioran, Drieu de la Rochelle, Ezra Pound, Heidegger, Schmitt, Jungher. Spengler in una qualche maniera Freud, Jung, Pauli, Heisenberg, Schrodinger e piu’ recentemente, Matte’ Blanco, De Benoist, Freund, Dugin, persino i nostri Agamben e Cacciari: “IL MODERNO E’ IL MALE, IL POST-MODERNO E’ IL PEGGIO". Ribadiamo che l’uomo differenziato di Evola ovvero il tradizionalista senza tradizione, deve trovare all’interno di se (in-sistere) i motivi piu genuini per opporsi con tutte le sue forze al mondo di oggi post-moderno che propugna solo motivi di interesse e profitti (ex-sistere) , in sostanza deve fare una sorta di calcolo infinitesimale del tutto simile a quello che fece Leibniz rispetto a Newton , tradizionalmente indicati come i due ideatori di tale procedimento matematico: preferenziare quella “vis viva” interna indicata dal primo in opposizione al secondo che la ricercava invece all’esterno nelle leggi e cose del mondo, e farlo assumendo numeri del campo reale ma con connotazione negativa, identificandoli con mancanze, debiti, interruzioni, distruzioni e facendoli tornare positivi ma con connotati immaginari, tramite proiezioni per stabilire quindi un nuovo registro, giustappunto quello dell’immaginario dove possono rientrare le nuove interpretazioni di un mondo che non sia quello che ci si presenta oggi con caratteri di quasi esclusivita’ e che e’ stato recentemente in grado di imporre un vero e proprio fermo alla ragione, alla liberta’, ad una umanita’ che non si e’ ancora fatta irretire dalla paura e che appunto deve trovare la sua “proiezione immaginaria” per uscire dal tunnel della post modernita’ che non solo ha dimenticato la tradizione (compito eseguito questo gia’ dal moderno) ma la vuole del tutto annichilire in nome di una feticizzazione estrema del movente economico per una debacle di ogni traccia di umanita’ e l’affidamento assoluto ad un nichilismo fatto di merci, di mercato, di denaro e della loro proiezione sotto veste virtuale ed informatica (paradossalmente un netto processo inverso di quello che deve fare l’uomo che si differenzia nella tradizione). Sotto il profilo meno individuale, ma piu' collettivo, si potrebbe fare proprio la controversa ed anche abbastanza navigata teoria dell'unione eurosiatica rivisitata e elaborata recentemente da Aleksander Dugin in ispecie nei suoi due saggi "La quarta teoria politica" e "La teoria del Mondo multipolare", perche' dismettendo quella "ubris" che fino a pochissimo tempo fa , prima che questa distopia recente , mi svegliasse dal mio sonno dogmatico a proposito dell'occidente, (risibile no? una pandemia equiparata a Hume!) vado anche io alla ricerca di una nuova direzione in cui incanalare il mio desiderio di liberta' , di giustizia, di vera umanita' e magari scoprire un nuovo Eldorado non fatto di oro come equiparazione di beni materiali, ma di quel vero purissimo oro di cui erano intessuti i tempi che nessuno e' mai riuscito a raccontare, se non come Mito, un Mito dell'eterno ritorno a cui tutto sommato un tradizionalista senza tradizione, scandita da precise metafore, deve sempre tendere: una Eta' dell'Oro per una tradizione che la coscienza umana non e' ancora riuscita a condensare, e che puo' solo intenderne un senso trascinando il suo significante che e' sempre altrove, sempre un tantino piu' in la' o un pochino piu' in qua, perche non e' una metafora : e' una metonimia e a parlare non sono piu' gli uomini, ma gli dei o perlomeno l'idea che di tali dei, se ne e' costruita la mente umana. Tre sono i principi di questa, diversa e nel contempo antica, visione politica, che potrebbe davvero rappresentare l'oro sociale e politico di un diverso Eldorado: il primo e' ovviamente costruire questo nuovo mondo dove ci sia l'accettazione di tutti i punti di vista delle diverse civilta' mondiali e non preferenziarne una a scapito delle altre, così come ha fatto la odiosa mentalita' bottegaia inglese, e hanno ulteriormente accentuato gli iper consumisti Stati Uniti con l'avallo di una iper tecnologia. Tra le varie civilta' mondiali una particolare rilevanza assume lo spazio post sovietico che costituisce il nerbo di una futura unione euroasiatica e questo rappresenta il secondo principio, cui ovviamaente Dugin assegna una rilevanza speciale, ma a cui le forze migliori di una certa Europa (di certo non quella della UE) ammaestrati dal totale fallimento della cosidetta civilta' europea ( perlomeno dal seicento in poi, nei primi forti contrasti con la potenza di mare dell'Inghilterra fino alla sconfitta definitiva con la seconda guerra mondiale e l'avvento della forza economica degli USA che sono subentrati agli inglesi) debbono anche dare un loro spassionato apporto. Il terzo principio e' quello appunto di una transizione dal modello liberal/democratico espressione dell'Inghilterra prima e degli USA poi, con l'ausilio di una iper tecnologia di tipo virtuale (informatico/digitale) ad un modello altro che sia anzitutto espressione di multipolarita' e quindi di varie aree di civilta' di cui trainante quella euroasiatica. Ovvio e naturale che l'atteggiamento degli USA e dei suoi alleati (la vecchia Inghilterra, ma anche l'intera coalizione della UE, che non ha piu' nel suo seno le fiere opposizioni degli antichi imperi teutonici e meitteleuropei, ma ha adottato in pieno le valenze e i valori degli oramai ipertecnologici bottegai) sono di ferocissima avversione verso le idee contenute nella concezione multipolare ed anche euroasiatica - la sua stessa proposizione difatti contrasta platealmente con tutta la strategia USA e company che punta invece ad un mondo unipolare. Concezione di multipolarita' e teoria Eurosiatica significa dunque perseguire una quarta teoria politica (dopo le tre del Liberismo, del Comunismo e del Fascismo) significa dunque rifiutare l'egemonia americana e tutta la sua carica eminentemente bottegaia, ereditata dall'Inghilterra e suffragata da uno sconsiderato avallo di tutta la teoria informatico/digitale. Una nuova teoria di multipolarita' politica e la concezione di un eurosiatismo che sia di piu' pronunciata alternativa al modello unico rappresentato dagli USA , rappresenta solo l'ultimo nemico della atavica mentalita' mercantile che ha preso possesso del mondo occidentale con l'occasione di una presunta grande pandemia (quella del 1348) e che ha recentemente tentato , nuovamente con un'altra grande presunta pandemia (2020), di portare alle conseguenze estreme il programma di asservimento della totalita' dell'umanita' , a beneficio di una ristrettissima elite fondata sul denaro e sulla servile complicita' di scienza, tecnica e persino cultura.
lunedì 17 giugno 2024
MARCELLO FULCANULLI IN...1970
C’era questo mio carissimo amico molto intelligente, ma anche molto complesso caratterialmente che aveva una vera e propria venerazione per il nonno che lo aveva accudito nei primi anni di vita e si era profondamente intessuto nel suo inconscio profondo, quello che non si ricorda che non si puo’ abreagire, ma mantiene intatto tutto il suo potere di significazione e fascinazione . Questo nonno che aveva giusto sessant’anni piu’ di lui, anzi per la precisione 59 e 5 mesi, era un Colonnello di complemento degli alpini e aveva fatto sia la prima che la seconda guerra mondiale ed anche la campagna di Etiopia. Strano un romano e di origine meridionale appassionato di Napoli, del mare, nuotatore e canottiere in gioventu’ con la Rari Nantes, finito negli alpini dopo aver fatto pochi mesi di soldato 2^categoria nel 1909 (settembre dicembre) con un richiamo di un mese nel 1913 (maggio) nell’81° rgt° ftr. In Roma tra via Giulio Cesare e Manziana. Gli e’ che sui 17 -18 si era stabilito a Salo’ sul Lago di Garda dove si etra impiegato nelle ferrovie locali e qui era stato segnato nelle liste di leva per cui quando era stato richiamato per la guerra oramai imminente nell’aprile 1915, essendoci bisogno di ufficiali da mandare al piu’ presto ai confini montani, non si era tenuto conto del servizio prestato in seconda categoria, ma occorreva la prima categoria e questa era sancita nell’iscrizione alle liste di leva nel 1905, quindi era stato assegnato negli alpini al corso accelerato di allievi ufficiali presso il 3° rgt° alpini dove nel giugno era stato promosso Sergente, operativo al btg. Fenestrelle. Nel settembre era stato inviato in licenza di attesa nomina e quindi nell’ottobre Sottotenente nel 5° alpini al btg, Vestone dove era stato subito inviato nella zona della valle di Ledro al di sopra del Garda. Il 25 novembre 1915 suo ventisettesimo compleanno era stato assegnato al btg, monte di nuova formazione costola del Vestone : Monte Suello, sotto il comando del capitano Corrado Venini. Sorvoliamo tutte le vicende della Grande Guerra, il Pasubio, la morte di Venini sul Monte Maggio, il Colle della Borcola, il “lei puo’ contare su di una medaglia d’argento al valore militare sul campo” dalla bocca del terribile Generale Andrea Graziani cte della 44^ Divisione che aveva l’organico di un Corpo d’Armata, il passaggio ai repartri d’assalto degli alpini le famose “fiamme verdi” l’amicizia con il pari grado Gastone Gambara poi promosso Maggiore al cdo del XXIX repart d’assalto, quindi il congedo, il dopoguerra, l’impiego all’Opera Nazionale Combattenti e le Grandi Bonifiche dell’agro pontino e i vari richiami nelle guerre successive che l’avevano portato al grado di Colonnello del Ruolo d’Onore e alla proposta di medaglia d’oro al v,m, nel febbraio 1943 fatta pero’ dal Gen. Gastone Gambara il vecchio amico e commilitone che se l’era ritrovato Generale cte del XI C.d’A di Lubiana, generale che poi era stato Capo di S.M. dell’Esercito della RSI e anche finita la guerra indicato da Tito come criminale di guerra, pertanto assolutamente ostracizzato per dare seguito a quella proposta . Dicevamo pero' di questo mio amico , che aveva questo particolare riferimento ed aveva, per così dire, personalizzato l'inconscio, un inconscio che parlava per immagini di un passato mai conosciuto, ma in qualche modo ri-conosciuto che partiva appunto dalla famiglia e dalla atmosfera dipartentesi dal 1888 anno di nascita non suo, ma del suo antenato che si era assunto tale ruolo. le vicissitudini della vita lo avevano portato ad abbandonare la scuola proprio all'ultimo anno per una angheria dei professori di matematica e scienze: il primo lo aveva anche strattonato e sbattuto contro una seracinesca quando nel settembre lo avevano bocciato alla maturita' classica . Morale della favola : mancando del rinvio nel febbraio era stato chiamato alle armi come semplice soldato nel 28° rgt° fanteria e questo lo aveva vissuto davvero come il massimo dell'onta : non potere seguire le orme del nonno ufficiale degli alpini. la fortuna si era presentata nelle vesti di un commilitone piu' anziano, laureato in economia e commercio che era un assistente del prof. Caffe' e con il quale aveva stretto profonda amicizia. questi non aveva voluto sentire del fatto che aveva lasciato la scuola, tornato da una licenza si era presentato coi libri di greco e latino e lo aveva spronato a riprendere gli studi per presentarsi agli esami di maturita' . Cosa che gli riesce alla grande riuscendo poco prima anche ad essere trasferito a Roma grazie ad un rocambolesco intervento del Gen. Guido Vedovato da pochissimo lasciata la carica di Capo di S.M. della Difesa, che era un conoscente di Franco Dodi Qual è la cosa che si correla immediatamente alla maturita’ classica ancora in quel luglio del 1970 ? La possibilita’ di fare l’ufficiale e degli alpini e raccordarsi quindi alla tradizione di Mario Nardulli. Franco Dodi come abbiamo visto conosceva bene il Gen. Guido Vedovato, ma ora lui dopo averci lungamente riflettuto gli chiede una cosa molto molto piu’ importante e ci va di persona a ringraziarlo ma anche a oregarlo di farlo ammettere al corso allievi ufficiali presso la SMALP. di Aosta. Porta con se’ le foto del nonno e alla fin fine riesce a coinvolgerlo emotivamente e il Generale, ricordandogli anche la figura del Gen. Gambara che era stato suo comandante in Grecia riesce a farlo ammettere straordinariamente al 61° AUC della SMALP di Aosta che parte il 12 ottobre 1970.
Ecco quindi che riallaccia la tradizione e la sua passione , venendo congedato dal btg, genio pionieri della Brigata Granatieri di Sardegna il 3 ottobre per venire assegnato con il massimo della emozione e soddisfazione alla SMALP l'11 ottobre 1970.
domenica 9 giugno 2024
9 GIUGNO DI 76 ANNI FA
9 giugno 1948, eh si stanotte ho fatto un sogno dove tornavo a 76 anni fa spaccati e guardavo come da una nuvola, un po’ la nuvola che cantava Don Marino Barreto Junior “ci compreremo una nuvola in ciel, la piu’ leggera e piu’ bianca che c’e’....” quello che accadeva e ovviamente da un punto di vista privilegiato, direi un po’ un integrale sui cammini di Feynman con tutte le derivate che giustappunto ne venivano contemplate; anzitutto la figura di mio nonno Mario che si aggirava per la casa di via Nicolo’ V al n° 50 piano terzo, interno 16, tra lo scudo etiopico, le fruste, le lance abissine, la sciabola da ufficiale, il cappello d’alpino dalle falde larghe e la penna bianca, la scatola con l’interno di velluto con le medaglie dagli stinti nastrini e il grosso pataccone del di distintivo di mutilato di guerra. Si proprio lui Mario Nardulli classe 1888, il portamento fiero, l’aspetto imponente di oltre un metro e ottanta, coi baffetti sottili, che tutti ricordavano ancora avvolto nella lunga mantella grigioverde che sfiorava il terreno o che si presentò sebbene ancora postumo delle ferite di guerra, con tanto di uniforme con stivaloni cinturone e pistola e ovviamente cappello d’alpino, al capitano della Wermacht che voleva far saltare il carro armato fermatosi all’incrocio della via Nicolo’ con l’Aurelia proprio a ridosso della Villa dei Morelli “Lei e’ un ufficiale della Wermacht non delle SS!” anni dopo proprio Morello suo fratello Iaio e anche Sensi quello che sarebbe divenuto Presidente della Roma, tutti presenti, ricordavano quelle parole del Colonnello. Proprio lui oramai solo in borghese e ancora che lavorava all’Opera Nazionale Combattenti non piu’ operativo nei luoghi delle famose bonifiche (Licola, Lago Patria, Littoria, Sabaudia) ma nella sede di Via Ulpiano a ridosso del barcone sul Tevere “er Ciriola” dove ancora nei caldi estivi andava a fare una nuotata come ai vecchi tempi. L’atmosfera era rarefatta, direi incantata e lo spazio tempo si piegava ad ogni suggestione, ecco ad esempio che ci si trovava sul set del film Toto’ al giro d’Italia dove apparivano oltre agli scontati Coppi e Bartali, famosi campioni del volante come Ascari e soprattutto lui il mantovano volante Tazio Nuvolari; al di la’ della finzione cinematografica era ancora vivo Achille Varzi che sarebbe morto al Bremgarten il mese seguente e c’erano ancora quasi tutti i campioni ante guerra Chiron, Caracciola, Etacelin, Sommer. Si sa io non mio sono mai interessato di sport tipo calcio o ciclismo ma solo un po’ di automobilismo e difatti era solo quello che il mio integrale sui cammini del sogno contemplava. In verita’ spuntavano altri personaggi di quel 9 giugno 1948 come ad esempio le splendide Rita Hayewoort e Jennifer Jones della quale ultima, era giusto appena arrivato sugli schermi lo straordinari Duello a sole, con tanto di brillantissimi colori. Quasi si fosse trattato del canto della discesa agli inferi di Odisseo con la differenza che qui si affollavano al pensiero, i vivi, diciamo gli ancora vivi con magari molto passato dietro le spalle come il filosofo Benedetto Croce, lo psicoanalista Carl Gustav Jung, lo stesso Presidente della Repubblica appena uscito Enrico De Nicola. E poi c’era l’ex maresciallo Rodolfo Graziani, alto imponente, parecchi protagonisti della Grande Guerra tutti vivi e vegeti le medaglie d’ora Ettore Viora, Ulisse Igliori, Elia Rossi Passavanti, Aurelio Baruzzi, di cui ad ognuno chiedevo di dirmi come si erano conquistati la prestigiosa decorazione, fior di Generaloni che godevano della mia stima come Giovanni Messe, Gastone Gambara, ed anche quelli che non mi convincevano tipo Bastico, Carboni, Roatta e piu’ particolarmente era, bello che ancora pimpante il disistimatissimo Pietro Badoglio. Sfilavano famose dive del passato Anna Fougez, Francesca Bertini, ancora piuttosto giovani , grosso modo l'eta' di mia nonna Concetta, Greta garbo, Marlene Dietrich, Isa Miranda, ancora bellissima e non ancora trentenne Alida Valli. Insomma tutto il mondo dell'inizio, del primo giorno come congelato con il mescolarsi di pubblico e privato
giovedì 6 giugno 2024
IL COMPARATIVO MANCANTE
George Soros e' non solo il sinistro multimiliardario che e' tra i principali artefici dell'attuale distopia , ma e' anche uno che si spaccia per intellettuale il cui punto di riferimento è quel ronzino della filosofia che risponde al nome di Karl Popper Il quale sognava una «società aperta» in cui vi fosse tolleranza per tutti… tranne per chi crede nella verità, da lui negata. E oggi Soros, con la sua Open Society, sta realizzando il sogno del suo docente, accantonando il Logos in favore di una società informe e senza identità, dove ogni realtà, perfino la più immorale, è ben accetta. Anche coloro che si ritengono fieri difensori della democrazia appellandosi all’eroismo partigiano, liberatore dal Nazifascismo, non si rendono conto che oggi stanno diventando o sono già diventati gli strumenti di un potere autoritario e dittatoriale molto più esteso e feroce dello stesso Nazifascismo. E’ qualcosa che pare inconcepibile, ma i fatti parlano sempre più chiaro in tal senso. La dittatura sanitaria instauratasi in Italia e nel mondo intero a partire dall’inizio di questa cosiddetta pandemia è solo un assaggio della miseria antidemocratica che ci aspetta se tante persone continueranno a credere che il nemico incombente sia il razzismo tradizionale dei “bianchi” nei confronti dei “neri”, il “sessismo” degli uomini nei confronti delle donne o l’omofobia nei confronti delle differenti identità sessuali. Questi problemi esistono ma non sono i primi all’ordine del giorno; anzi vengono strumentalizzati abilmente dalle forze oscure che operano nel mondo per distogliere l’attenzione dalla principale minaccia oggi incombente. Il razzismo del terzo millennio è rappresentato dagli ideali eugenetici transumanisti coltivati dai promotori delle vaccinazioni forzate di massa, primo tra tutti un Bill Gates, onorato, riverito e finanziato anche con i nostri soldi dall'attuale Governo Italiano Tali ideali rappresentano quella che è l’evoluzione del Nazismo. Non si tratta più di ricercare il nemico in una razza ritenuta inferiore, ma di crearne una in laboratorio: manipolando il codice genetico degli esseri umani tramite i vaccini di ultima generazione e al tempo stesso inoculando nei loro corpi nanotecnologie atte a renderli automi perennemente controllati e costretti ad obbedire al regime vigente, pena l’annullamento della loro identità ridotta a bioritmi virtuosi o viziosi, premiati o puniti da remoto come crediti o come debiti. Questa non è fantascienza, bensì quanto contenuto nel brevetto depositato da Bill Gates con il numero di protocollo 060606. Per ottenere questo ambizioso risultato gli eredi del Nazismo hanno trovato alleati essenziali negli eredi del Comunismo. Questa alleanza Nazicomunista anche se non proprio inedita nella Storia, rappresenta idealmente un’intesa spirituale tra hitlerismo e stalinismo. Il termine “globalismo” non indica altro che l’obiettivo di estendere al mondo intero ciò che si è preparato nel laboratorio cinese: che non è il virus di Wuhan, ma piuttosto il sistema dei crediti sociali, necessari per mantenere il diritto di esistere. Di fronte a tutto questo, se si vuole oggi battersi per la Libertà, bisogna di necessità schierarsi dalla parte dei movimenti cosidetti sovranisti: non per isolarsi in un tronfio orgoglio autocratico di stampo fascista, ma per salvare le identità dei popoli e la sovranità degli individui contro la tirannia neoliberista/consumista/comunista filo-cinese, che vede alleate le élites della finanza globale, tutti i partiti di area sinistrorsa (qui da noi PD e Movimento 5 Stelle sono interamente proni al progetto diabolico appena descritto) E’ per questo che concordo con chi considera oggi Trump il maggiore argine alla deriva autoritaria che sta prendendo il mondo intero. E’ per questo che gli uomini liberi, di fronte al pericolo di un’eugenetica rovesciata (non più volta alla selezione di una razza superiore ma alla creazione di una razza inferiore, automatizzata, robotizzata, del tuto simile ad una macchina) ) non vedono più un senso di attualità nella contrapposizione storica tra destra e sinistra. Il globalismo tecnocratico è una caricatura deforme e disumana del cosmopolitismo autentico, che si realizza nell’accordo tra i cuori degli uomini: siamo circondati da false notizie : il giornalismo e i mass media, sono arrivati davvero alla menzogna di non ritorno, oramai totalmente inaffidabile. quello che mi secca è che spesso e volentieri, anche le notizie apparentemente buone, sono dei falsi, per cui non si sa proprio come raccapezzarsi ; personalmente ho cominciato da storico a rimarcare tale fatto : dalla campagna di Napoleone Bonaparte in Italia nel 1796/97 e difatti ci ho fatto 4 articoli su questo blog, che ho titolato "Recitare una parte" dove si prendono in esame le prime battaglie di Dego, Cairo Montenotte, Ceva e sopratutto quella del Ponte di Lodi dove Napoleone asseriva che proprio da tale battaglia aveva avuto per la prima volta la consapevolezza della sua grandezza. In verità se non era per Massena e anche in quella successiva di Arcole per Massena e Augerau, lui addirittura finiva prigioniero dato che maldestramente quando aveva preso un tricolore e slanciatosi per incitare i soldati era finito in un fosso a ridosso del ponte. E' con Napoleone che si dà inizio a questo sistematico uso della menzogna e di fare del mondo un immenso teatro dove il ruolo dell'individuo è solo quello di recitare una parte che altri, il potere costituito o costituendo, gli assegna. Dato che siamo in tema di raccordo, mi raccordo appunto con un altro interessante articolo di Francesco Carraro altro amico e mentore che prende a tema la mia amata PNL, quella però degli inizi di Bandler e Grinder anni 1981-1985,
mercoledì 5 giugno 2024
SEMPRE CONTRO LA DEMOCRAZIA E UN TITININ DI RIPICCA
Alla democrazia non ho creduto mai : se prima del 2020 pero’ era una credenza non suffragata da certezza, dopo le scellerate elezioni del novembre di quell’anno in America ne ho avuto la piu’ plateale delle conferme. Vedere eletto un vegliardo rimbambito solo quando sono scattati i voti per corrispondenza che erano stati opportunamente istituiti grazie alla farsa dell’emergenza di una inesistente pandemia, e’ stato quanto di piu’ sconfortante per uno che tutto sommato, sotto sotto cercava di credere che un minimo di razionalita’ si coniugasse al reale. Be’ si in effetti il mio disprezzo per Hegel e per la sua strampalata formula del “reale e’ razionale e il razionale e’ reale” (e non solo per quella) risaliva ancor prima del terzo liceo, quando per avventura mi imbattei le prime volte con lo pseudo filosofo tedesco (1964), pero’ che vuoi un tititin. le idee che cercano di inculcarti un qualche effettino lo ottengono, magari per stanchezza, magari per non dover sempre fare il bastian contrario e così, ripeto, un qualche sottofondo di idea di razionalita’ lo avevo conservato nella realta’ che mi era toccata da vivere negli anni a seguire del liceo. Alla democrazia comunque non avevo creduto mai, un po’ come a quell’ipocrita scritta “La giustizia e’ eguale per tutti” che campeggia nelle aule dei tribunali e di conseguenza solo raramente ero andato a votare: non la prima volta nel giugno del 1970 per una cosa inutile poi come le Regioni, non nelle amministrative, la prima volta fu alle politiche quelle del 1972 per insistenza di mio padre che invece essendo un fermo democratico e anche sinistrorso fece come un pazzo per convincermi a votare PCI o al massimo PSI. Figurati !!!! io votare a sinistra, optai per dirgli PSI, ma in realta’ votai per il MSI e Almirante che tutto sommato mi piaceva piu’ degli altri per le mie idee di ragazzetto, che tra l’altro mi aveva portato a conoscerlo nel novembre del 1963 lui assieme a Pino Rauti, la nipote del Maresciallo Graziani con il suo amante un principe egiziano alto due metri e nientemeno che Junio Valerio Borghese, indovinate in casa di chi ? eh si! qui ci sarebbe voluto Mario Riva al Musichiere…. “nientepopodimeno che ….Julius Evola. io ero un giovane impegnato del MSI e dell'Associazione Giovane Italia dove mi ero conquistato il distintivo prima giallo di fiduciario, poi grigio di segretario per essermi portato con decisivita' e coraggio sia a scuola che a manifestazioni con tanto di articoli sul Secolo d'Italia : il primo "Intemperanze di un Preside Matto" dell'ottobre del 1963 in relazione al fatto che il Preside della Scuola mi avevo sospeso perche' non avevo voluto consegnargli le schede di iscrizione di quelli che avevo affiliato, il secondo era solo una foto che mi ritraeva con il braccio alzato mentre mi scagliavo contro bande di comunistiCultore di Niotzsche , di Drieu de la Rochelle nel novembre ero stato giudicato meritevole di essere presentato al grande filosofo ci cui stavo cercando di districarmi con il suo "Rivolta contro il mondo moderno. Per quasi tutto il 1964 mantenni questa militanza e passione, poi non so come mai persi quell’entusiasmo, ma probabilmente vi concorse la delusione della sonora batosta alle elezioni presidenziali USA di Barry Goldwater per il quale anche essendo in Italia mi ero battuto partecipando anche ad una manifestazione davanti all’Ambasciata USA in via Veneto che era stata caricata dalla polizia e mi aveva visto reagire con tanto di saluto romano, di cui una foto sempre di me col saluto romano non solo era stata pubblicata sul Secolo, ma, stampata in gigantografia campeggiava all'ingesso della sede del MSI in via Quattro Fontane; immediata promozione con distintivo nero della Giovine Italia, m canto del cigno per il mio impegno in politica. All’epoca ero atlantista e filo americano senza se e senza ma, visceralmente anticomunista, ma non ricordo se ancora anti democratico per via del fatto del mio americanismo che essendoci la URSS in pieno fulgore, non era in discussione. Di certo dopo il novembre 1964 sara’ stato anche per via di un mio trasferimento a Palermo, tutto il mio impegno e la mia passione per la politica si dissolse come nebbia al sole e praticamente così rimase per il successivo mezzo secolo e piu’ ( per l’esattezza 56 anni : 1964 -2020). Sono tornato a votare nel settembre del 2022 diciamo sul declinare della grande farsa della inventata pandemia dell'inventato virus covid 19 , diciamo piu' che altro per concorrere a far si che mai piu' gente del PD o dei 5 stelle o peggio ancora della gente senza neppure essere votata( Conte, Draghi che poi ce li siamo trovati a gestire la grande farsa, ovviamente facendo il gioco dei bottegai promossisi finanzieri, banchieri, imprenditori, industriali ) venisse nominata Capo del Governo , con la scusa di essere degli esperti. Eh si ! e' stata non una penombra, ma delle vere e fitte tenebre che abbiamo dovuto attraversare, e la sconfitta e l'allontanamento dei burattini delle sinistre e dei loro burattinai, un qualcosa che anche se parziale va annoverata come grande vittoria di cui non si puo' non essere grati a Giorgia Meloni. Io non l'ho votata, avendo preferito Luigi Paragone e il suo movimento Italexit, preferenziando quella poliziotta vice questore che era stata cacciata dalla polizia per essersi schierata contro l'infame green pass. Purtroppo mi sono convinto che le mie sporadiche partecipazioni in tema di elezioni non portino fortuna ai candidati da me scelti, per cui in questa occasione che tra l'altro e' coincidente con il mio settanteseiesimo compleanno (9 giugno 1948) , la mia posizione e' quella di non votare sperando che se la mia decisione sara' seguita da un gran numero di persone (molto ma di molto superiore al 50%) si sara' indotti a rivedere i termini di adesione alla infame Federazione Europea del nostro Paese e magari indirre un referendum così come fu fatto nel '46 o nel '74 (allora si che me ne fregherei della superstizione per votare con tutta la mia passione e entusiasmo uno spasmodico NO ! non voglio far parte di nessuna unione europea Mi rimane solo un cruccio per la verita': mi dsarebbe piaciuto andare a votare solo per fare quella famosa "Decima" nel nome del Gen. Vannacci, dove, attenzione la penso spaccato a Diego Fusari, che tale figura non rappresenta al pieno le mie idee, in quanto non mette in discussione il liberismo e l'atlantismo nonche' la fiducia negli Stati Uniti e in quello spirito bottegaio di stampo anglosassone, pero' ecco mi piace pensare ad una valanga di voti, ad un vero e proprio plebiscito di consensi, in funzione anti sinistra che non ho mai visto rodere tanto il popolo della sinistra, tutti : dalla segretaria del partito democratico , agli altri esponenti agli apparentemente neutrali opinionisti e giornalisti ai piu' disparati militanti, tutti rodere tanto con tanto di schiuma nella bocca, in merito ad una persona come per questo generale: un qualcosa di veramente paradossalmente, almeno così a pelle, piu' della Meloni, piu' di un Salvini e piu' di qualsiasi altro personaggio del passato di destra o estrema destra, Almirante, Fini, tie'.... Mussolini compreso
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